La scuola ai tempi del coronavirus: il decalogo dell'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia-Romagna

Scuola e coronavirus, ormai ci siamo. La scuola ai tempi del COVID-19 richiede anche una “adeguata areazione naturale dei locali”.

Ma, con l’inverno, i frequenti ricambi d’aria comporteranno anche un abbassamento delle temperature e allora le scuole dovranno organizzarsi con gli enti locali per far sì che gli impianti di riscaldamento garantiscano comunque un ambiente confortevole.

Così come sarà bene tenere presente anche il livello di inquinamento dell’ambiente esterno.

A segnalare il tema è il direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Versari, nel 19esimo capitolo dei “materiali per la ripartenza” diffusi in vista della ripartenza delle lezioni.

Nella nota, Versari richiama i riferimenti all’areazione presenti in diversi documenti tra verbali del Comitato tecnico scientifico, decreti ministeriali o rapporti dell’Istituto superiore di sanità.

In sintesi, per “diluire l’eventuale carica virale presente” nei locali scolastici, è necessario “ricorrere quanto più possibile all’areazione naturale, areare frequentemente, areare adeguatamente ed eliminare eventuali ‘ricircoli’ d’aria”, riepiloga l’Usr.

CORONAVIRUS E RITORNO A SCUOLA: “APRIRE LE FINESTRE REGOLARMENTE PIU’ VOLTE AL GIORNO” 

Più nel dettaglio, la nota propone una “check-list” degli accorgimenti da adottare.

Si consiglia, ad esempio, di “arieggiare molto il mattino e il pomeriggio, prima delle lezioni, per iniziare con una qualità dell’aria uguale a quella esterna”.

Bene anche “arieggiare lungo tutta la giornata, aprendo le finestre regolarmente, per non meno di cinque minuti, più volte al giorno e con qualsiasi tempo, ad ogni cambio insegnante, durante l’intervallo e dopo la pulizia dell’aula”.

Con temperature miti, ma solo nel caso di “ambiente esterno non eccessivamente inquinato dai gas di scarico delle auto”, l’Usr suggerisce di “tenere le finestre per quanto possibile sempre aperte“.

CORONAVIRUS, “A SCUOLA LIBERARE IL PIU’ POSSIBILE L’AULA DA MOBILIO”

Meglio arieggiare aprendo sempre le finestre completamente e, per rinnovare l’aria più velocemente, creare una corrente aprendo porte e finestre, sia in aula che nel corridoio.

Altrimenti, se non è possibile aprire le finestre del corridoio, “arieggiare tenendo chiusa la porta dell’aula e ricordare che così occorre più tempo per il ricambio”, scrive Versari.

Bisogna anche ricordare che “il tempo di ricambio aria è minore se l’aula è vuota” e che è preferibile “non porre oggetti sul davanzale interno delle finestre, assicurando così un’apertura semplice e completa”.

Meglio “liberare il più possibile l’aula da mobilio, oggetti, indumenti. In tal modo aumenta la cubatura d’aria disponibile”, si legge nella nota. Infine, si suggerisce di “creare un piano di azione per decidere chi fa cosa, segnando su un calendario settimanale modi, tempi e responsabilità e facendo partecipare tutta la comunità”.

Il tema dell’areazione, poi, può rappresentare anche una “attività didattica innovativa”, scrive il direttore dell’Usr: ad esempio, “posizionare nelle aule delle piante potrebbe costituire intelligente iniziativa didattica per intervenire positivamente sulla qualità dell’aria e il microclima interno all’aula”. Infine, il tema riscaldamento.

“RISCALDAMENTO ANDRÀ REGOLATO IN BASE ALLE TEMPERATURE INVERNALI”

“E’ ovvio che il continuo ricambio di aria naturale comporterà la significativa diminuzione della temperatura interna ai locali scolastici“, sottolinea Versari, ricordando che l’Emilia-Romagna può andare incontro anche ad inverni “molto rigidi” e che in passato si sono registrate segnalazioni di locali scolastici freddi: ove necessario, quindi, bisogna che le scuole “si attivino con gli enti locali ai fini della regolazione degli impianti di riscaldamento e della permanenza confortevole di alunni e personale, anche in presenza di numerosi ricambi d’aria”.

PER APPROFONDIRE:

COVID-19 E SCUOLA, I 4 PUNTI STRATEGICI DEI PNEUMOLOGI

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