Migranti, 500 casi di scabbia alla Stazione Centrale di Milano

La Asl: “Mai così tanti negli ultimi decenni. No allarmismi, ma intervento necessario”. I numeri relativi ai malati da gennaio nei centri d’accoglienza, 108 a giugno. “I passeggeri non corrono particolari rischi”

Allarme scabbia alla stazione Centrale di Milano, dove ormai c’è un bivacco di centinaia di profughi, soprattutto del Corno d’Africa e siriani. A lanciare l’allarme è l’assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani (e vicepresidente del Pirellone) che è andato a fare un sopralluogo sul posto e ha annunciato provvedimenti immediati per cercare di limitare le conseguenze di questa situazione. Dall’inizio dell’anno la Asl ha contato 500 casi di scabbia fra i migranti ospiti dei centri d’accoglienza comunali e ministeriali, mentre dall’inizio di giugno sono già 108 i profughi che hanno contratto la malattia e che sono stati segnalati alle autorità.

Ad Aprile il primo allarme.

Per questo, dopo settimane di appelli del Comune, la Regione ha finalmente annunciato l’istituzione di un presidio sanitario fisso della Asl alla Centrale, per fare sul posto i primi accertamenti sui migranti che scendono dai treni e che si fermano al mezzanino in attesa di aiuto. “Non ci sono mai stati così tanti casi di scabbia negli ultimi decenni, si tratta solo di persone che arrivano a Milano con i treni dopo essere stati sbarcati al sud. “Avvieremo un monitoraggio da subito in tutte le strutture della Lombardia che in questo momento stanno accogliendo i profughi”, spiega l’assessore Mantovani, aggiungendo che “bisogna evitare allarmismi, ma anche evitare che la diffusione di questa patologia aumenti ulteriormente”.

I vertici dell’Asl da oggi entrano in servizio in un ambulatorio che viene aperto al binario 21 e che sarà disponibile per le prime visite mediche ai migranti e per consigliare loro le terapie adeguate. “Non ci sono rischi di epidemia – spiega i direttore sanitario di Asl Milano, Enrico Bolzoni – La scabbia si contrae solo con un contatto fisico abbastanza intimo, con lo scambio della biancheria, degli indumenti o delle lenzuola – Quindi i passeggeri in transito in stazione non corrono particolari rischi se anche dovessero toccare oggetti o strutture venute a contatto con persone contagiate”. Detto questo i sanitari aggiungono che tutti i 500 casi rilevati sono fra i migranti e che per ora non ci sono state persone che hanno preso la scabbia nemmeno fra le centinaia di volontari che da oltre un anno sono impegnati alla Stazione nell’accoglienza ai profughi.

“Occorre comunque essere presenti in modo stabile in Stazione proprio per evitare la diffusione del contagio e per dare le informazioni corrette per guarire in fretta: basta l’applicazione di una crema per 12 ore e il cambio dei vestiti e delle lenzuola” . C’è da dire che negli ultimi giorni la situazione di caos al mezzanino è degenerata perché il Comune ha esaurito i posti nei centri d’accoglienza e ha dovuto chiudere gli accessi, accogliendo solo donne e bambini. Ogni notte dunque rimangono in stazione centinaia di uomini, che dormono per terra e si arrangiano come possono in assenza di docce e servizi igienici.

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