“No allarmismi su variante Delta”: Gimbe spiega le misure da adottare

Variante Delta, Gimbe: “Tracciamento e sequenziamento devono aumentare. Necessario adeguato screening dei viaggiatori alle frontiere e l’accelerazione della copertura con le seconde dosi”

Variante Delta, la Fondazione Gimbe: “non dobbiamo fare allarmismo ma definire gli elementi di preoccupazione”

“La situazione è molto favorevole sul piano epidemiologico, i numeri continuano a scendere, siamo in piena fase discendente dell’epidemia.

L’elemento di disturbo in questa fase di quiete è rappresentato dalla variante Delta, non dobbiamo fare allarmismo, ma definire gli elementi di preoccupazione.

È una variante più contagiosa e caratterizzata da una minore risposta vaccinale con una sola dose.

Tracciamento e sequenziamento devono aumentare.

La terza cosa è un adeguato screening dei viaggiatori alle frontiere e l’accelerazione della copertura con le seconde dosi, soprattutto per gli over 60.

La palla adesso passa ai servizi sanitari che purtroppo non sono stati adeguatamente potenziati.

Mi dispiace constatare che si torna sempre sulle tesse criticità, cioè l’incapacità, ogni volta che il virus abbassa la testa, di dare risposte adeguate.

La prevenzione è un po’ l’anello debole del nostro sistema, non possiamo utilizzare sempre la teoria del ‘io speriamo che me la cavo’”.

Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

 CONTRO LA VARIANTE DELTA E KAPPA LA SOLUZIONE E’ NELLA VACCINAZIONE IN ITALIA

“Siamo al 30% della popolazione che ha effettuato il ciclo completo di vaccinazione.

I dati interessanti sono due: 2,8 milioni di over 60 non ancora vaccinati né prenotati, bisogna intervenire con le strategie di chiamata attiva.

Altro dato interessante è che i giovani vengono coinvolti, ma al momento la priorità è completare il ciclo vaccinale negli over 60 che hanno fatto solo la prima dose.

Allungare la seconda dose a 42 giorni ora non è più una buona idea, bisogna tornare indietro e alcune regioni lo stanno già facendo”, ha aggiunto Cartabellotta.

“Il problema reale che si è verificato alla fine del secondo trimestre è che chiuderemo a -20 milioni di dosi rispetto a quelle previste.

Ad oggi avremo a disposizione a luglio circa 15 milioni di vaccini Pfizer e Moderna che serviranno prevalentemente per le seconde dosi degli over 60.

Bisogna cominciare a potenziare la campagna informativa.

Non è solo un problema di forniture, è anche un problema di persuasione, perché le curve di prenotazione stanno cominciando a flettere, la gente comincia a prenotarsi di meno”, ha concluso il presidente della fondazione Gimbe.

Per approfondire:

Covid, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS): “In Italia variante Delta e Kappa in rapido aumento”

Covid, ok vaccino per pazienti reumatologici, ma con accortezze: ecco le 5 raccomandazioni dei pediatri

Fonte dell’articolo:

Agenzia Dire

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