Recovery Fund, Speranza: “Basta tagli alla sanità, ora una vera riforma del Servizio sanitario nazionale”

Riforma del Servizio sanitario nazionale: “col piano che dobbiamo presentare dentro lo schema macro del Recovery Fund, possiamo provare a dare un messaggio ancora più forte nella direzione della chiusura definitiva dei tagli al Sevizio sanitario nazionale”.

RIFORMA SISTEMA SANITARIO NAZIONALE E’ UNA SVOLTA CULTURALE

“Quello che proveremo a proporre, prima di tutto, è una svolta di carattere culturale, un vero e proprio cambio di paradigma nella tutela della salute, vista non più come un costo, una merce o una generica spesa corrente, ma un investimento fondamentale per il benessere dell’individuo e per il futuro delle nostre comunità”.

Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione davanti alla Commissione Affari Sociali della Camera sul tema dell’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund.

“La mia opinione è di non presentare un piano per l’emergenza- prosegue Speranza- ma un vero e proprio progetto di riforma e investimenti per la sanità del prossimo decennio.

Abbiamo una grande opportunità, di tenere insieme riforme e investimenti”.

“Il primo dato di fatto- aggiunge Speranza- ormai certo perché approvato dal Comitato interministeriale per gli Affari europei, che si è tenuto ieri, è che nei sette punti fondamentali di spesa del Recovery Fund ce n’è uno che riguarda la salute.

Credo che questo sia un risultato importante, che segnala ancora una volta la volontà del nostro Paese, delle istituzioni e del governo di investire in modo prioritario sulla salute.

Ora si tratta di usare le settimane che abbiamo per riempire di contenuti questa indicazione di progetto”.

“OGNI EURO SPESO IN MENO HA CREATO RISPARMIO SOLO APPARENTE”: LA RIFORMA DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE E’ UN PASSO NECESSARIO

“La mia opinione- chiarisce il ministro- è che per ogni euro speso in meno nella tutela della nostra salute ha creato un risparmio solo apparente negli anni, che nel tempo di è invece trasformato in una maggiore spesa sanitaria, in più migrazione sanitaria, nell’aumento delle pensioni di invalidità, in più assenze nei luoghi di lavoro, in minore sicurezza e coesione sociale”.

“Vincere la battaglia sanitaria, avere un servizio sanitario forte, puntare sulla sicurezza sanitaria è esattame- continua-te la condizione per poter giocare la partita dello sviluppo economico.

Guai a farci portare sul terreno in cui lo sviluppo dipende da quanto poco investiamo sulla nostra sicurezza sanitaria.

Penso che sia esattamente l’opposto”.

“Il termine finale di presentazione del Piano organico sul Recovery Fund del nostro Paese alla Commissione europea sarà l’inizio di gennaio.

Il 15 ottobre saranno presentate solo le prime linee guida- prosegue Speranza- sulle quali c’è stato un ampio confronto del governo nel mese di agosto e sul quale ci sarà un approfondimento con il Parlamento”.

Avere in questa fase di interlocuzione con la Commissione europea “un tempo più lungo, ci consentirà ancora di poter affinare le proposte”, ha concluso infine il ministro.

SPERANZA: LIMITI SSN NON SONO FIGLI COVID, MA LUNGA STAGIONE TAGLI

“Limiti e difficoltà della sanità italiana, che pure esce con un risultato significativamente positivo da questi mesi del Covid, non sono figli soltanto di questa tempesta, che pure c’è stata, ma vengono da lontano“, spiega Speranza.

“La pandemia ha evidenziato e anche ampliato alcuni problemi strutturali, con cui dobbiamo avere a che fare, che nascono con il Covid- prosegue il ministro-.

Il primo: è cambiato profondamente il contesto demografico ed epidemiologico, questo è il punto di partenza, secondo me, per una valutazione di riforma del Servizio sanitario nazionale.

Una popolazione con più anziani, qual è quella italiana, ha visto l’esplosione delle cronicità, che coinvolgono un numero sempre più significativo di persone, e che chiede chiaramente anche un nuovo investimento in termini economici e finanziari di riforma, a partire dal rafforzamento delle politiche del territorio”.

Secondo il ministro, quindi, continuano “ad aumentare le diseguaglianze tra territori, abbiamo qualità, efficienza, livelli essenziali di assistenza variegati tra regioni e dentro le regioni, in modo particolare in una dinamica nord-sud.

Abbiamo ancora nel nostro Paese un elemento di ritardo, su cui sarà indispensabile investire, che riguarda i processi di innovazione e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale.

Il punto di fondo continua a essere che siamo ancora figli di una lunga stagione di tagli”.

Per questo è necessario affrontare “con coraggio questo passaggio: il Covid ha sicuramente rappresentato un dramma nel nostro Paese, ma oggi ci offre anche una più significativa consapevolezza da parte delle opinioni pubbliche e delle istituzioni a tutti i livelli della necessità di ricominciare ad investire.

C’è profondamente bisogno di una grande riforma del Servizio sanitario nazionale“.

RIFORMA DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE, SPERANZA: PIANO IN 5 ASSI, ‘PROSSIMITÀ’ PAROLA CHIAVE

“Il piano che stiamo costruendo si basa su 5 assi fondamentali, 3 verticali e 2 trasversali. I tre assi verticali sono: territorio e sanità di prossimità, ospedali in rete, salute e ambiente.

Gli assi trasversali sono invece conoscenza per la salute e innovazione digitale per il Sevizio sanitario nazionale”, spiega Speranza.

“Un obiettivo fondamentale legato al primo asse territorio e prossimità- spiega il ministro-, è quello di ricominciare ad investire sulla sanità territoriale.

Vorrei che la parola chiave di questa riforma, la parola madre della riforma che vogliamo mettere in campo nel piano di investimenti sul Recovery Fund, sia la parola ‘prossimità’, cioè ricominciare a pensare e ricostruire un Sevizio sanitario nazionale prossimo, vicino, capace di essere il più possibile nell’immediatezze delle esigenze del cittadino”.

Tra gli obiettivi “fondamentali” che “vogliamo provare a perseguire” il primo è “ridurre le diseguaglianze territoriali– ha aggiunto il ministro-.

Il cuore della riforma che l’Italia vuole mettere in campo è quello di provare a superare le diseguaglianze che rendono il diritto alla cura e alla riabilitazione non uguale per tutti gli individui del nostro Paese.

Un diritto, quello alla salute, che va garantito indipendentemente da ogni condizione di reddito sociale, territoriale ed anagrafica.

Il nostro obiettivo sarà garantire sempre di più un effettivo universalismo della nostra sanità pubblica per rimuovere gli ostacoli che si frappongono per tali obiettivi”, conclude Speranza.

PER APPROFONDIRE:

RIFORMA DEL SISTEMA 118, IL PARERE DI FNOPI

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