Sei per strada e qualcuno perde coscienza: ecco cosa devi fare

A volte può capitare di trovarsi coinvolti in una situazione imprevista, all’interno di una giornata come tante.

State facendo una corsetta al parco, o la spesa al supermercato e, all’improvviso, la persona che avete di fronte viene colta da un malore, o da un attacco di panico, o qualcosa del genere.

Voi non sapete bene cosa le stia succedendo, non la conoscete: stavate semplicemente scegliendo il ritmo dell’andatura o l’ammorbidente per i capi in lana, e costei è crollata a terra a pochi metri da voi.

Quindi, cosa fare?

Bé, innanzitutto bisogna verificare se la persona sia effettivamente incosciente: ha quindi importanza scuotere con delicatezza quell’essere umano e chiamarlo, porgli delle semplici domande che indichino lo stato di coscienza e la capacità di comprensione.

SE È INCOSCIENTE:

E’ importante sistemare a terra la persona, mettendola a pancia in su. Fatto ciò si devono slacciare gli abiti, le cinture e scoprire il torace.

A questo punto è realmente vitale (nel senso stretto del termine) verificare la respirazione: estesa all’indietro la testa della vittima, occorre porre la propria guancia in prossimità del naso della persona priva di coscienza e controllare così, anche osservando movimenti del torace, la fuoriuscita di aria da naso e bocca.

SE RESPIRA:

Mettere la persona incosciente in posizione laterale è il passo successivo, sempre mantenendo la posizione della testa particolarmente estesa.

Perché in posizione laterale? Perché questa manovra protegge la persona da un potenziale soffocamento causato da saliva, sangue o il proprio vomito. Sono cause di morte molto più comuni di quanto non si potrebbe sospettare, ed è intelligente tenerne conto.

Il che spiega, per altri versi, il motivo dell’iperestensione del capo: la lingua non deve occludere le vie respiratorie.

A questo punto, messo in sicurezza il paziente, è il momento di chiamare il 118, o ancora meglio, quando possibile, delegare una terza persona a farlo.

SE NON RESPIRA:

Chiama il 118 (o il 112, nei luoghi nel quale è già attivo il numero unico di emergenza) come prima cosa, o anche meglio delega qualcuno a farlo.

E’ davvero importante a questo punto eseguire una manovra a suo modo rischiosa, quella di compressione del torace. Il problema è che un essere umano ha pochi minuti di vita, in assenza di atti respiratori, quindi è indispensabile da un lato gettare il cuore oltre l’ostacolo, dall’altro…sapere ciò che si fa!

Una procedura minimale da eseguire consiste nel comprimere energicamente al centro del torace, quindi rilasciare. Bisogna utilizzare la parte del palmo di una mano più vicina al polso e appoggiarle sopra il palmo dell’altra, intrecciando tra loro le dita.

Le braccia vanno tenute rigide, e la forza della spinta verso il basso deve essere tale da abbassare il torace di 5-6 centimetri.

Quindi bisogna rilascIare, attendendo che il torace si espanda e torni al livello di partenza.

L’operazione va ripetuta con ritmo regolare per 100-120 volte al minuto fino all’arrivo degli operatori del soccorso, naturalmente meglio formati a tutto ciò.

Il massaggio cardiaco è un’operazione, come scrivevamo, rischiosa ma salvavita: le compressioni mutuano l’azione del cuore, che può essere leso da un’esecuzione non necessaria. Prima di reinventarsi rianimatori è davvero essenziale essere certi dell’assenza di respiro e/o battito cardiaco.

Va detto che, salvo casi particolarissimi e decisamente infrequenti, in tema di tempi medi di risposta le centrali operative di un po’ tutta Italia hanno ottime performances.

Se consideriamo ciò, nella maggior parte dei casi tutto si riduce al tirare fuori il meglio di se stessi per un quarto d’ora, venti minuti, e lasciare poi a mani esperte la vita nella quale vi siete caualmente imbattuti.

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