Videosorveglianza sulle ambulanze per ridurre le aggressioni? A Napoli partono i progetti

 

La rete “Nessuno tocchi Ippocrate” rilancia il progetto che la ASL di Napoli sta cercando di portare avanti per migliorare la sicurezza di Pronto Soccorso e Ambulanze del 118.

NAPOLI 3.000 aggressioni dopo, di cui 82 registate nella sola Napoli a danno di personale delle ASL, qualcosa si muove. Negli ultimi anni è stato fatto molto lavoro in tante parti d’Italia per far emergere il problema delle aggressioni al personale del 118. Un problema sempre più evidente e sempre più grave (fare il soccorritore è più pericoloso che fare Vigile del Fuoco o Poliziotto), che ha visto bottigliate contro i volontari, petardi contro le automediche, sputi, insulti, schiaffi e sequestri di autisti soccorritori costretti a portare pazienti in ospedali “preferiti” perché più vicini, non perché più adeguati.

E’ di oggi la notizia che la ASL di Napoli richiede al personale e agli uffici tecnici di fornire progetti integrabili sulla sicurezza. Significa che l’amministrazione sanitaria vuole capire direttamente da chi si occupa di organizzare il Pronto Soccorso e il 118, la strada corretta per tutelare meglio i lavoratori e i pazienti, spesso anch’essi preda della violenza di altre persone che – con il proprio comportamento – riducono le chances di sopravvivenza o di cure adeguate a chi sta male.

Napoli denuncia le aggressioni, e nelle altre città?

Sapere che ci sono 82 aggressioni all’anno a Napoli ha fatto scattare l’allarme, ma non significa che in quella città si svolge il picco delle aggressioni. Va detto: moltissimi soccorritori e moltissimi operatori del Pronto Soccorso ancora oggi non si prendono la “briga” di denunciare l’aggressione subita. Non affrontano lo stress post aggressione, non hanno a disposizione percorsi psicologici di feedback per controllare, sommatizzare e superare l’affronto e la violenza. La mancanza di questi basilari strumenti di miglioramento lavorativo, a fianco della mancanza di opzioni per preservare la propria incolumità, sta portando ad una forte emorragia di volontari sulle ambulanze, e ad una contemporanea assenza di rimpiazzi fra i professionisti, che quando possono scelgono di svolgere la professione in aree differenti (vedasi i risultati degli ultimi concorsi per l’assunzione di medici in PS o al 118: in tutta Italia, le adesioni rasentano lo zero). Quindi da un lato ci sono dei dati sconfortanti, e dall’altro mancano le denunce per determinare quanto sia importante il fenomeno della violenza sui soccorritori.

Cosa vuole fare la ASL di Napoli contro le aggressioni?

“Si è registrato un aumento di episodi violenti contro gli operatori sanitari nei pronto soccorso ospedalieri. Si è registrato anche un aumento di episodi violenti a discapito degli operatori sanitari del servizio 118. Per questo va considerato necessario un progetto che garantisca i livelli di assistenza appropriati ed una maggiore sicurezza e tutela dei pazienti e operatori”.

Questo si legge nella circolare della ASL per la richiesta di nuovi progetti. Nei piani che dovranno essere vagliati dai vertici dell’Asl e dovranno contenere stima dei costi e dei tempi di realizzazione, saranno fissati come punti principali l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza nei Pronto Soccorso e l’utilizzo di telecamere di controllo a bordo delle ambulanze.

Guardie giurate e security nei Pronto Soccorso, oltre alla Polizia?

Sulla situazione si è mosso anche il mondo delle guardie giurate, pronte ad attivarsi per supportare la ASL. Riguardo l’importanza e il valore delle guardie giurate nella sorveglianza ospedaliera, l’associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate ha detto che “Il Questore di Napoli – che ringraziamo per la sua onestà intellettuale – ha sottolineato il valore delle guardie particolari giurate come pubblici ufficiali di polizia sussidiaria e riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il protocollo d’intesa “Mille occhi sulla città””. E’ stato il presidente dell’associazione, Giuseppe Alviti, e emettere una nota sul tema, pubblicata dal quotidiano Il Mattino.

“C’è un bisogno sempre più impellente di una legge di riforma che ci tuteli maggiormente, perché siamo regolamentati dal Regio Decreto del 18 giugno 1931 che non contempla i compiti divenuti di competenza della vigilanza privata e delle guardie particolari giurate” ha continuato Alviti, sottolineando come le guardie giurate siano molto di più che metronotte.

E’ possibile che nei Pronto Soccorso sia prevista la presenza di una o più guardie giurate?

E’ possibile che – in alcune zone pericolose – sia previsto a bordo dell’ambulanza un soccorritore con autorizzazioni e funzioni di sicurezza?

A questo link trovate quanto raccontava la Polizia Locale nel 2015, durante un approfondimento svolto da Emergency Live con il Comandante Altamura. E purtroppo, nel frattempo, la situazione è peggiorata parecchio.

Imparare a riconoscere i pericoli, imparare a non scendere dall’ambulanza o a scappare dalla scena: come fare?

https://youtu.be/lxx_QnHhKyg
La telecamera in ambulanza permette di testimoniare situazioni come questa

In ogni caso, rinnoviamo a tutti i soccorritori, volontari o professionisti, medici o infermieri, di apprendere e approfondire le tecniche e le basi dell’autodifesa, che aiuta sicuramente ad aumentare la percezione del pericolo. Un pericolo che non ha putroppo manifestazioni evidenti e riconoscibili, spesso, per garantire ai soccorritori di fare la dovuta “sicurezza” prima dell’intervento.

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