Caschi ed Elmetti dei Vigili del Fuoco Italiani: storia, evoluzione e... collezione!

Quanti di noi non hanno mai visto sia dal vero, che in televisione o su articoli dei giornali un Casco dei Vigili del Fuoco? Dagli ultimi caschi visibili a Ischia (con il celebrativo di chi ha partecipato ai soccorsi a L’Aquila), durante le operazioni di salvataggio dal terremoto, fino ai contesti televisivi dove l’elmetto dei Vigili del Fuoco è stato anche protagonista di film e commedie divertenti (da ricordare vista la scomparsa del grande Paolo Villaggio, “I Pompieri della squadra 17” dove gli attori sfoggiavano il Modello Mispa della Mispa di Torino) ecco quali sono stati i caschi più importanti dei Vigili del Fuoco nel corso degli anni.

A cura di Fabio Fertino

 

Elmo Anonima Bergamoni, modello Milano
Elmo Anonima Bergomi, modello Milano

Per parlare dei Caschi e degli Elmetti bisogna partire sia prima del ‘900 che dopo il ‘900, anni in cui esistevano gli elmetti o elmi che venivano utilizzati dai vari corpi dei Civici Pompieri, il fatto di partire da queste date e un modo per far conoscere le varie evoluzioni di essi , le varie modifiche di materiali e forme, la loro storia. Si, perché per quanto possa sembrare o esser sembrato solo un dispositivo di sicurezza , riconoscimento, utilizzo , il casco o l’elmetto sono oggetto di vero culto e di collezione con appassionati di tutto il Mondo. Gli appassionati vanno alla ricerca sia degli attuali dispositivi – che fanno molta gola ovviamente – che dei più antichi. Interessano il colore, i fregi , gli stemmi , la Nazione. In 10 anni di ricerche ho collezionato piu di 90 caschi ed elmetti dei Vigili del Fuoco di tutto il mondo.

L'elmetto 38 Nazionale, dei Vigili del Fuoco, è entrato "in servizio" nel 1935 per sostituire il modello Milano
L’elmetto 38 Nazionale, dei Vigili del Fuoco, è entrato “in servizio” per sostituire il modello Milano

Iniziamo però a parlare di caschi ed elmetti. già prima del 1900 esistevano gli Elmetti utilizzati dai vari Pompieri o Civici Pompieri , per la maggior parte erano in metallo o in ottone , con dei sottogola in cuoio tenuti da anelli battuti sul metallo stesso al suoi interno. Allo stesso modo anche la calotta interna realizzata in cuoio e poi cucita o tenuta da una cordura sottile veniva realizzati da alcune ditte speciali. Possiamo citare la storica, prima Rosenbauer, la S.A.B modello anch’esso in metallo e via via l’Anonima Bergomi.

L’Anonima Bergomi realizzo nei primi anni del 1900 i modelli in cuoio realizzati conciando varie pelli, con bandella in ottone e crestino in ottone. Il crestino in ottone era la parte più rinforzata dell’ elmetto cioè la parte nucale superiore , venivano fissati tramite rivetti con lembi ripiegati e l’interno era in cuoio come il soggolo. Quest’ultimo veniva passato dentro due anelli fissati all’interno dell’elmetto. Il materiale di cui era realizzato sotto il rivestimento in cuoio non era altro che cartone pressato.

I modelli piu conosciuti della Bergomi , sono il Milano , il Bologna il Firenze e il Roma. Sulla parte frontale di essi veniva montato il fregio raffigurante lo stemma del corpo dei civici Pompieri che ne facevano uso. Con questi modelli arriviamo fino al 1939. Stiamo parlando ancora di Civici Pompieri e – per semplificare – non ancora dell’attuale Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Bisogna aspettare ancora il 1939.

Nel merito delle scelte, ci sono diversi particolari. Nel 1910 venne costituita una commissione per creare un Corpo di Civici Pompieri in tutti quei comuni con più di 40,000 mila abitanti che necessitavano di un’organizzazione di protezione in caso di incendi. Fu solo nel 1928 che venne varata con regio Decreto una legge che permise a tutti i Comuni più grossi di dotarsi dei civici Pompieri e ovviamente riprendiamo il discorso sui modelli Bergomi sopracitati , che furono utilizzati a lungo.

Nel 1938 l’Anonima Bergomi mise in realizzazione un modello diverso, atto a diventare l’elmetto Nazionale visto l’avvento della nascita del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco , il Modello 38 o Nazionale era realizzato in Cuoio con crestino in ottone sia in colore base di ottone oppure nero come potete vedere in foto(ringrazio il mio amico e collega collezionista Giulio Gagliardini per le foto). L’elmetto ha un interno in cuoio come valeva per il soggolo , e anche in questo caso il soggolo era tenuto da anelli applicati, ma a differenza dei precedenti elmetti in cuoio il 38 presentava anche due areatori in bachelite. Su questo modello comparse anche il fregio in Ottone con Fiamma e due Asce incrociate più un tondino in campo rosso dove veniva inserito il numero del Comando che identificava anche la Città , l’anno successivo ovvero il 27 Febbraio del 1939 ci fu la nascita del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Pompiere con indosso Elmetto 38 Nazionale in colore VerdeIl 1939 fu pero anche l’anno di inizio della Seconda Guerra Mondiale. Rimanendo in tema di Modello 38, questo rimase di colore nero fino al 1940. Quando il paese è entrato nel conflitto bellico il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dovette far ridipingere il casco nella colorazione verde.

Il periodo bellico mise molto in difficoltà il Corpo per ovvi motivi anche purtroppo spiacevoli dato il valore e l’abnegazione dei Vigili del Fuoco durante la Guerra. Non potendo usufruire di ricambi di elmetti modello 38 non era raro vedere o trovare foto in archivi storici, sia durante gli anni di conflitto che negli anni successivi, di Pompieri con indosso elmetti M33 tipicamente militari, oppure i caschi Adrian Francesi  dove venivano impresse a colore la fiamma e le due asce.

CONTINUA DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE, LA STORIA DEL VIOLINI

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