Con Gli Occhi della Guerra: "Yemen, le bombe non fanno notizia"

Emergency Live sostiene il progetto “Gli Occhi della Guerra” un’iniziativa editoriale che vuole incrementare e sviluppare il reportage d’inchiesta, anche con il crowdfunding. Gli occhi della Guerra spinge il nostro sguardo verso quegli angoli di mondo e quelle tragedie che non possiamo o non vogliamo vedere. Nei reportage de “Gli Occhi della Guerra” appaiono non solo quelli che devono difendersi o vogliono attaccare altri esseri umani, ma anche quelli che corrono e soffrono per salvare vite; professionisti e volontari che mettono a repentaglio la vita nel prestare servizi di soccorso e di emergenza.

Questa settimana abbiamo deciso di riprendere un reportage del giornalista Fulvio Scaglione, dal titolo “Yemen, le bombe non fanno notizia”:

Dal 2014, Medici senza Frontiere aiuta con forniture mediche, e non solo, otto ospedali nei quartieri Est di Aleppo, quelli tuttora sotto il controllo di ribelli e jihadisti. Sono i quartieri dove da mesi più acuto è lo scontro tra le forze leali a Bashar al-Assad e i miliziani e MsF non si stanca di denunciare i bombardamenti che colpiscono anche le strutture sanitarie. Denunce che sono puntualmente (e giustamente) riprese dalla stampa internazionale.

Immaginiamo quindi quale debba essere la frustrazione dell’organizzazione nel vedere quanto sia a senso unico, e quindi poco credibile, la pietà del giornali e delle televisioni. Gli stessi Medici senza Frontiere, infatti, hanno denunciato l’analogo andamento della guerra condotta nello Yemen dalla coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita con l’assistenza logistica e di intelligence degli Stati Uniti. Ma in quel caso gli appelli, per quanto accorati, sono stati bellamente ignorati e non hanno avuto alcun riflesso sui media.

Ecco che cosa ha raccontato Djoen Besselink, capo della missione di MsF nello Yemen: “Da maggio 2015 MSF ha curato più di 10.000 feriti di guerra solamente nella città di Taiz. A ottobre, gli ospedali supportati da MSF a Taiz hanno ricevuto circa 500 pazienti con ferite dovute alla violenza, di cui il 23% erano donne e bambini. Molti dei feriti… erano a casa, al mercato o in cammino verso i loro campi quando sono stati colpiti da incursioni aeree, bombardamenti e spari da arma da fuoco”.

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