
DAE: Quando il Metal Detector (e il buon senso!) funziona alla rovescia
IL CASO
Il mio gruppo su Facebook “Sessantamilavitedasalvare” ha raggiunto più di 1.700 adesioni e giornalmente mi applico con passione alla diffusione di questa cultura del soccorso che è ancora appannaggio di pochi. Di “nicchia” direi.
L’episodio che vi voglio raccontare la dice purtroppo lunga su come siamo ancora messi male su certi argomenti e arretrati nella diffusione di certe culture.
Un paio di giorni fa il “Corriere della Sera”, nella sezione “Corriere Salute”, ha pubblicato ben tre pagine all’argomento defibrillazione, segnale che le cose cominciano a muoversi.
Anche in virtù di questo articolo, vengo chiamato da un esponente politico regionale della Lombardia, che mi da appuntamento nel suo ufficio.
Arrivo al Pirellone con lo zainetto contenente il mio fido DAE, da mostrare per poterne illustrare bene l’utilizzo semplice ed intuitivo. Sono chiaramente in abiti civili e non con la divisa da soccorritore, professione che svolgo da 20 ‘anni. Si, perchè Sessantamilavitedasalvare fa parte del mio tempo libero, che utilizzo per la diffusione del mio defibrillazione-pensiero.
All’entrata vengo registrato, fornisco tutti i miei dati e mi viene consegnato un badge identificativo come ospite. Dopodiché mi attende il Metal Detector, stile aeroporto.
Io passo indenne, ma lo zainetto col DAE che pongo sul nastro e che passa il vaglio delle telecamere a raggi X crea allarme: all’interno ci sono dei rasoi usa e getta e un paio di forbici bottonute (senza punta), dotazione di base per un soccorso su arresto cardiaco.
Ovviamente vengo fermato. Spiego al vigilantes chi sono e a cosa servono quegli oggetti. Il tipo si agita e chiama un suo responsabile.
Arriva il responsabile, signore distinto ed elegante in giacca e cravatta, e rispiego che le forbici possono servire per tagliare gli indumenti di una persona priva di sensi, per potergli esporre il torace dove verranno applicati gli elettrodi del defibrillatore che sono venuto a mostrare. E nel caso si tratti di un uomo, i rasoi servono a radere i peli del petto per fare in modo che le piastre adesive aderiscano correttamente.
L’uomo non sente ragioni: forbici e rasoi sono, a sua detta, un pericolo per la sicurezza: armi che potrei usare per attentare alla vita delle alte personalità del palazzo!
E, continua lui, questa struttura è comunque dotata di un’infermeria dove abbiamo tutti i presidi necessari per qualsiasi evenienza!
E’ irremovibile e quindi rasoi e forbici restano lì ed io, furente, proseguo verso il mio appuntamento.
Busso alla porta e mi viene aperto da una signora in camice bianco.
“Mi scusi” chiedo “potrei vedere per cortesia il defibrillatore che avete in dotazione?”
Attimo di pausa e di imbarazzo “Ehm … una volta…. sono certa che ci fosse…” risponde lei “ma dopo il trasloco degli uffici, non l’abbiamo più trovato”.
Ma forbici e rasoi almeno ce li avranno avuti? Perchè nel caso, prima di farsi venire un Arresto Cardiaco all’interno del Palazzo del Consiglio Regionale, il paziente è pregato di farsi trovare a torso nudo e ben depilato!