I droni saranno il futuro della ricerca e soccorso?

I droni sono il futuro della ricerca e soccorso? Utilizzati finora per scopi militari, i velivoli senza pilota possono anche eseguire operazioni di ricerca e soccorso in modo più economico e più efficiente degli elicotteri, volando più basso, pur essendo equipaggiati con gli stessi sensori a infrarossi e termici, e coprendo una superficie di territorio superiore ad un costo inferiore.

Un sondaggio della Monmouth University ha mostrato che l’88% degli americani sostiene l’uso di questi apparecchi come piattaforma di ricerca e soccorso, essendo contrari, invece, all’impiego in operazioni di polizia o ordine pubblico. Tuttavia i regolamenti Federal Aviation Administration attualmente in vigore impediscono il loro uso negli Stati Uniti dalla maggior parte dei soggetti. La dichiarazione del gigante dell’e-commerce Amazon, che ha annunciato di volere utilizzare droni per le consegne a domicilio die prodotti acquistati on-line dagli internauti, ha nuovamente alzato le quotazioni dei “rescue drone”, insieme alle tante sperimentazioni da parte di aziende start up e semplici hobbisti, che pure si sono distinti anche in vere operazioni di SER.

Per esempio, i velivoli senza pilota potrebbero rivelarsi preziosi in caso di calamità, creando una rete mobile di telecomunicazione wi-fi e telefonica, ricercando i dispersi in zone impervie, trasportando viveri e medicinali. Come il Defikopter, drone che trasporta un defibrillatore per la rianimazione d’emergenza sperimentato in Germania. Il tutto senza mettere a repentaglio la vita di nessun equipaggio umano. Tra propaganda e realtà, inceve, la notizia proveniente da Teheran, Iran, secondo la quale il paese sta sperimentando un drone per il salvamento in acqua di persone a rischio annegamento. Pars, il nome di questo velivolo senza pilota, si promette di essere molto più rapido di un bagnino in caso di bisogno, lanciando un salvagente al malcapitato, anche lontano dalla costa, in pochi secondi e con la massima precisione.

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