L'Europa sta spedendo i rifugiati verso un campo minato. Non è uno scherzo

Il 15 settembre un operaio è morto a seguito dell’esplosione di una mina anti-uomo nella zona della Croazia centrale. L’agenzia nazionale per lo sminamento ha reso noto la notizia, poiché l’incidente è avvenuto in un terreno in via di bonifica, uno dei tanti che ospitano ancora ordigni bellici depositati durante il conflitto 1991-1995. Un altro operaio sminatore è rimasto ferito nell’incidente. A perire è stato un ragazzo di 26 anni, e l’incidente è avvenuto nei pressi di Josipdol. Sono più di 550 i chilometri quadrati di territorio croato ancora minati. E i territori in questa situazione sono prevalentemente nelle zone di confine. La notizia, ripresa dall’Osservatorio sui Balcani e il Caucaso fa nascere molti interrogativi, soprattutto alla luce dell’emergenza profughi e rifugiati che stanno cercando disperatamente una via d’accesso verso la Germania. L’Europa dell’Est ha infatti blindato i suoi confini (leggi la petizione per il governo Orban) e oggi l’unico accesso disponibile per la Comunità Europea è viaggiare in direzione ovest, attraverso Serbia, Croazia, Slovenia ed Austria. Sul tema delle mine anti-uomo nei territori teatro della Guerra dei Balcani ha scritto un interessante reportage il giornalista Andrea Rossini, dal titolo “Morte di uno sminatore”.

La Croazia ha già emesso un bollettino di emergenza per avvisare tutti i rifugiati che stanno pensando di passare dal suo territorio che le zone forestali della Slavonia e attorno ai confini con Serbia e Bosnia sono ancora ampiamente minate. Si stima che siano più di 5.000 ad oggi le vittime causate dalle mine antiuomo e il lavoro di sminamento non è terminato. “E’ necessario – spiega dall’osservatorio internazionale “Minesweeper” Martin Auracher – che i rifugiati seguano senza indugio le strade asfaltate e non si inoltrino nelle foreste”.

La riflessione che si può fare alla luce di tutto questo però è molto semplice: E’ umano costringere i rifugiati ad affrontare questi pericoli, dopo che hanno già rischiato la morte fra guerre, carestie e persecuzioni? E’ degno dei principi fondamentali che costituiscono l’Unione Europea tutto quello che sta succedendo ai nostri confini?

 

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