Quando i numeri diventano facce: storie di volontariato, soccorso e accoglienza
L’accoglienza dei rifugiati e l’accoglienza degli operatori del soccorso d’Europa
“Quando i numeri diventano facce” è il motto che sottolinea l’impegno quotidiano delle persone che operano in favore di ogni singolo essere umano che arriva in Europa. Facce e persone, oltre le statistiche che nel corso dell’anno verranno raccontate attraverso documentari e servizi fotografici ad hoc con l’hashtag #sami4refugees. Contemporaneamente l’impegno della rete Samaritan International, che oggi conta oltre tre milioni di persone, 17 organizzazioni umanitarie in 16 paesi d’Europa, seguirà anche via istituzionale all’interno delle istituzioni europee per migliorare il sistema di accoglienza e di assistenza.
I numeri. Secondo UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sono state 1,015,078 le persone che nel 2015 sono arrivate in Europa via mare, morti o dispersi 3771. Nel mese di febbraio 2016 sono arrivate 44.024 persone (nel 2015 erano 7,271). Secondo Eurostat Nel 2015 sono quasi 400mila i minori che hanno fatto richiesta di asilo in Europa. Secondo Unicef muoiono due persone al giorno nel tentativo di attraversare il mediterraneo. Un terzo dei profughi arrivati nel 2015 ha meno di 18 anni. In Italia sono più di 7000 le richieste d’asilo di minorenni. Ma oltre i numeri ci sono le facce di chi arriva e di chi accoglie. Per questo Anpas e la rete europea degli operatori umanitari Samaritan International lanciano la campagna “Quando i numeri diventano facce” per ricordare l’impegno dei volontari Anpas che portano soccorso alle persone che arrivano dal Mediterraneo, o IDC Serbia e ASB Germania accolgono le persone che prendono la rotta balcanica portando assistenza e soccorso.
L’accoglienza nelle pubbliche assistenze Anpas. Gran parte delle operazioni di assistenza medica e logistica gratuita dei volontari Anpas viene fatta dai volontari delle pubbliche assistenze delle zone costiere di Sicilia, Puglia e Sardegna, ma anche nel Lazio, Toscana e Sud Tirolo. I volontari prestano la loro opera gratuitamente, nel rispetto della legge 266 sul volontariato. È di pochi giorni fa la comunicazione del Sottosegretario all’Interno Domenico Manzione che ha manifestato l’interesse per la definizione di un progetto nazionale per l’accoglienza e dell’assistenza dei migranti nelle pubbliche assistenze che sottolineato come l’individuazione delle strutture per l’accoglienza
dei richiedenti asilo, è demandata alle singole Prefetture le quali “a seguito di intese con enti pubblici o procedure di gara, stipulano le convenzioni con gli Organismi che offrono la disponibilità di strutture e di servizi di accoglienza nel territorio di riferimento”. Anpas si è resa disponibile per la definizione di un protocollo d’intesa per l’accoglienza e la gestione di rifugiati e migranti da parte delle pubbliche assistenze Anpas d’Italia.
Secondo Fabrizio Pregliasco le pubbliche assistenze Anpas vogliono affrontare lo scottante tema dei migranti partendo dalle proprie associazioni come luoghi di condivisione ed integrazione proponendo alle prefetture alcune opzioni che possono contribuire al processo di integrazione tanto difficile da attuare
Secondo Lorenzo Colaleo, presidente di Anpas Sicilia “Abbiamo tentato più volte di chiarire alle Prefetture l’importanza della gestione affidata alle Pubbliche Assistenze che, senza nulla togliere alla società che in atto gestisce i centri di accoglienza, non può che essere migliorativa per il valore aggiunto che i volontari apportano nei rapporti con i rifugiati. Spero che adesso le Prefetture diano la possibilità di gestione anche alle strutture di volontariato che hanno nella loro Mission l’esperienza in questo delicato campo. Anpas Sicilia, da sempre in prima linea per aiutare i migranti, farà tesoro del parere del Ministero e cercherà di portare, partecipando ai bandi, l’accoglienza ai popoli in fuga dalla guerra alla stessa maniera di come accoglie e gestisce le popolazioni colpite da calamità naturali. Ringrazio Egidio Pelagatti e tutta la Direzione Nazionale per aver posto il quesito al Ministero dell’Interno e per avere fatto sì che finalmente si chiarisse la posizione del volontariato in questo settore”.