Etiopia, Abera Tola (Croce Rossa etiope): “Inaccessibile l'80% del Tigray”

Etiopia, drammatica situazione nel Tigray: “la gente sta morendo di fame. Di qui a due mesi, migliaia di persone avranno perso la vita ”: questo l'allarme lanciato dal presidente della Croce Rossa etiope (Ercs)

“Se não agiamos subito la crisi nel Tigray não farà che peggiorare, ora dopo ora.

La gente sta morendo di fama.

Di qui a due mesi, migliaia di persone avranno perso la vita ”.

Questo l'allarme lanciato da Abera Tola, presidente da Croce Rossa etiope (Ercs), no corso de uma conferência stampa online insieme al presidente di Croce Rossa internazionale, Francesco Rocca.

Oltre alla crisi nelle grandi città, secondo Tola, “ci sono le zone rurali oi campi profughi molto difficili da raggiungere per le condizioni di sicurezza sul terreno” e nel complesso “almeno l'80 por cento del Tigray non è raggiungibile”.

Isolate, ad esempio, le località “poste lungo i tratti stradali Macallè-Gondar e Macallè-Adigrat”, che corrono rispettivamente por 500 e cento chilometri.

Tola ha lanciato un ulteriore appello: “Abbiamo disperato bisogno di medici ed esperti in ambito sanitario per assistere gli sfollati” e em particular “i tanti bambini affetti da malnutrizione”.

O presidente della Croce Rossa etiope tem infinito riferito de aver contra o primo ministro Abiy Ahmed, um cui “questi bisogni sono stati illustrati”.

Para saber mais: Etiópia. La Croce Rossa invia medicinali, materiali di soccorso a Mekelle (Tigray) por ovviare la paralisi delle strutture sanitarie / VIDEO

FRANCESCO ROCCA (PRESIDENTE CROCE ROSSA): “POPOLAZIONE TIGRAY HA PERSO TUTTO”

“La popolazione del Tigray ha perso tutto: la casa, il cibo, l'accesso ai servizi sanitari e alla scuola. A situação é estremamente preocupante e inacreditável.

Le stime di Croce Rossa Etiopa indica que 3,8 milhões de pessoas hanno urgente bisogno di aiuto e a comunidade internacional, insieme alle parti, deve fare di tutto per portare assistenza ”.

Lo ha detto oggi il presidente da Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ifrc) e della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, dopo una visita nel Tigray, nell'Etiopia settentrionale.

Ai giornalisti in videocollegamento Rocca ha riferito quanto osservato nel suo viaggio nella regione, da novembre teatro di un conflitto tra l'esercito federale e le forze del partito di governo locale, il Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf).

Rocca lo ha descritto como “uno dei viaggi più difficili” nella sua lunga esperienza in aree di conflitto.

Il presidente di Croce Rossa tem detto che l'accesso agli operatori umanitari e todos os forniture di beni essenziali non è garantito.

A causa delle violenze, “almeno 250.000 pessoas risultano sfollate solo a Macallè, ma ce ne sono decine di migliaia anche nelle principali città come Adigrat e Scirè”.

La situazione peggiora nelle zone rurali, ha sottolineato Rocca, “pomba abbiamo rilevato molti casi di severa malnutrizione tra i bambini”.

Gli operatori di Croce Rossa Etiopia, ha continuato il presidente, “lavorano 24 ore su 24 per dare soccorso alle popolazioni senza distinzione” e “a rischio della vita”, dato che la situazione sul center resta pericolosa.

Secondo il presidente della Croce Rossa, o conflitto ha spazzato via la speranza, “in aree pomba la situazione stava lentamente migliorando“.

Nel corso del sopralluogo, Rocca ha visitato due ospedali, tra cui il Centro federale per la maternità a Macallè: “Entrambi sono vuoti, i medici e gli infermieri ricevono solo i pazienti ambulatoriali, ma non avendo néi ne materiali médico-sanitari non possono effettuare operazioni chirurgiche né altro ”.

A vacinação da cura para a doença com Hiv / Aids e tubercolosi “sono sospese”.

Tra i medici, ha detto Rocca, “c'è grande frustrazione”, mentre i malati hanno riferito di avere “paura di recarsi in ospedale” por via degli scontri.

Anche le scuole sono chiuse, e gli istituti “sono ormai abitati dalle famiglie sfollate”.

La maggior parte “sono state costrette a dividersi ei nostri operatori fanno tutto quello che possono per aiutarle a ritrovarsi”.

Neste contesto, ha osservato Rocca, “è ridicolo parlare di emergência Covid-19 quando fino a 30 persone sono costrette a vivere in un'aula scolastica di pochi metri quadrati ”.

A fronte di condizioni igienico-sanitarie pessime, secondo il presidente della Croce Rossa, “c'è anche il rischio di contrarre patologie come il colera”.

Rocca ha concluso lanciando un nuovo appello alla mobilitazione internazionale perché questa crisi non si aggiunga a quelle che già hanno colpito il Corno d'Africa, come inondazioni, siccità e carestie, “up l'instabilità dell'intera regione”.

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Fonte dell'articolo:

Agência Dire

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