Il volontario può essere xenofobo o razzista?

Questa domanda non è inutile, ma serve per capire come il clima sui social network stia diventando sempre più negativo e complesso da gestire.Al punto che Croce Rossa Italiana è dovuta intervenire con una circolare presidenziale. Oggetto: “Azioni verso post sui social network”

ROMA – Si può fare volontariato pur avendo posizioni xenofobe o razziste? Quanto un post sui social network, messo da una persona che indossa una divisa da soccorritore, danneggia la stessa immagine dell’associazione? Se ho aderito ad un gruppo che ha dei principi che non sono concordi con le mie visioni politiche e umanitarie, posso rimanere iscritto e fare il volontario?
La risposta al momento è soltanto una: no.
Non ci dovrebbe essere la necessità di ribadirlo, ma il volontariato sanitario non guarda il colore della pelle di nessuno (figuriamoci gli orientamenti sessuali!). Eppure una piaga sempre più visibile è l’estremizzazione dei pareri di alcuni volontari contro i migranti.
Per questo motivo Croce Rossa Italiana ha pubblicato una circolare che suggerisce ai propri iscritti di rileggere il regolamento interno, i sette principi (umanità, universalità, unità, imparzialità, indipendenza, volontarietà, neutralità) e poi di rivedere le proprie posizioni esposte in post permanenti sul web.
Il motivo è semplice: “La qualità di socio della Croce Rossa Italiana è INCOMPATIBILE con l’utilizzo di espressioni razziste o xenofobe e con la diffusione di contenuti che incitano all’odio o che costituiscono apologia di reato”.

Questo comportamento sarà sanzionato da Croce Rossa se il volontario che usa tali espressioni, sui social, mostra o “è riconoscibile” tramite fotografie o immagini che richiamano l’appartenenza all’associazione”.
Incitare all’odio, al razzismo, alla xenofobia, lede l’articolo 10 dello stato ed è incompatibile con l’adesione ai principi fondamentali della Croce Rossa.

NON E’ UNA LIMITAZIONE POLITICA, RELIGIOSA o FILOSOFICA
Questa circolare ricorda che il regolamento di Croce Rossa non è derogabile, ma non è neppure un limite assoluto. Infatti Croce Rossa non impedisce ai propri associati di avere posizioni politiche, religiose o filosofiche diverse. L’importante è che tali posizioni non vìolino i sette principi universali, sette regole che danno modo a Croce Rossa di essere indipendente e operativo in qualunque contesto politico o religioso.

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