Sanità, nel 2015 il tasso di mortalità è aumentato dell'11%: Anomalia o crisi dei servizi?

ROMA – La notizia è riportata dai maggiori quotidiani italiani, come Repubblica che dedica un lungo articolo in edicola. In Italia si muore di più, e nel 2015 il tasso di mortalità è schizzato in alto dell’11,3%. Un dato preoccupante e senza “apparenti” spiegazioni. Un tasso di mortalità da conflitto civile, come se nelle strade ci fosse la guerra. 67mila morti in più che non hanno una giustificazione logica, se non si vanno a vedere più a fondo le realtà di un servizio sanitario messo alle corde da riforme sempre più stringenti.

I dati del bilancio demografico mensile dell’Istat fanno vedere una situazione che nei giornali è quasi definita “mostruosa”. Ma non può essere ancora compreso a fondo cosa sia successo fino a quando non ci saranno dati più precisi: età, fasce demografiche, località e situazioni specifiche possono aiutare a capire i demografi, che si occuperanno dei dati statistici. A noi non resta che interrogare gli esperti di sanità, e porre dei dubbi. Le schede appena pubblicate sul sito dell’Istituto di statistica arrivano fino all’agosto 2015 e dicono che nei primi otto mesi sono stati registrati 445mila decessi, contro i 399mila nello stesso periodo dell’anno precedente. Si è passati cioè da una media di meno di 50mila al mese a una di oltre 55mila.

“Il numero è impressionante. Ma ciò che lo rende del tutto anomalo è il fatto che per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918”, viene riportato dal sito Neodemos, portale di demografia che ha intervistato il professor Gian Carlo Blangiardo. “Certo, si tratta di dati provvisori, ma negli anni scorsi l’Istat ha sempre confermato alla fine dell’anno i numeri pubblicati mensilmente. Magari ci saranno correzioni, ma nell’ordine di alcune centinaia di casi. L’unità di grandezza
che ci aspetta è quella”, chiarisce il docente.
Nel 2013 e nel 2014, il numero dei morti era calato, un dato positivo che testimoniava una situazione meno complessa del previsto. Percentuali a doppia cifra infatti non erano mai state notate negli ultimi decenni.

E’ un problema sanitario? E’ una situazione che si può risolvere con nuovi regolamenti di intervento? Oppure semplicemente è un’eccezione da valutare e da cui prendere le dovute distanze? Domande che per ora non possono avere risposta. Bisogna attendere ancora qualche mese per trarre un bilancio serio da queste cifre.

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