Soccorso ed emotività , chi è il buon soccorritore?

Quando si parla di soccorso inevitabilmente vengono toccati aspetti dell’animo e delle emozioni che possono incidere sulla qualità del servizio offerto ai pazienti. Gianni Domenichini, 34 anni di volontariato in Croce Rossa, educatore per la sicurezza stradale nelle scuole, racconta le sue esperienze e dà i suoi consigli su come comportarsi quando il coinvolgimento emotivo è molto forte.

 

Il soccorso, per sua stessa natura, è un’azione che innesca una reazione di emotività. Possono, a volte, nell’emergenza, crearsi aspetti pericolosi, legati più all’istinto che al ragionamento. Posso dire, nei miei 34 anni di soccorso sulle ambulanze della Cri, che le situazioni di pericolo che ho vissuto sono state generate quasi sempre da errati comportamenti in fase di soccorso per il mancato rispetto delle giuste, ovvie ed elementari norme di autotutela. Partendo dalle cinture di sicurezza, nota molto, molto dolente per i soccorritori.

Il buon soccorritore è colui che ha paura di farsi del male e di sbagliare. Molte volte ci si sente un po’ onnipotenti per via della sirena e dell’adrenalina che – meno male – ci scorre nelle arterie ma… ricordiamoci che siamo alla fine uguali a quelli che soccorriamo e questo va sempre tenuto a mente.

Per mia deformazione professionale sono andato e vado nelle scuole a promuovere l’educazione stradale e il rispetto delle norme, che vengono prima dell’insegnamento del soccorso. Sono anni ed anni che guardo se le persone all’interno delle auto si “legano” oppure assicurano i bambini, come vengono utilizzati i sistemi di sicurezza delle auto, eccetera. Purtroppo andiamo assai maluccio in città, mentre in autostrada dove la velocità è elevata sono tutti ligi alle regole. Eppure la cintura di sicurezza negli impatti a bassa velocità è fondamentale, mentre in autostrada le cinture sono meno vitali, perché ad alta velocità si innescano delle pressioni negli organi interni che spesso sono incompatibili con la vita.

Ma sulle ambulanze? Forse è il peggio del peggio. Quasi nessuno usa le cinture e questo a mio avviso è grave. Sia in ambulanza che in automedica l’uso della cintura è la prima, ed unica vera possibile tutela per la vita dei soccorritori anche perché, badate bene, da una statistica dell’Istat i soccorritori o perdono la vita in incidenti oppure vengono travolti da mezzi in transito; di questo altro grande tema e problema ne parleremo più avanti.

Credo che non sia tanto arrivare sul luogo del soccorso ma, arrivarvi senza aver rischiato nulla è questo il successo davvero importante a cui bisogna sempre puntare. Purtroppo ho avuto sia un incidente (non alla guida) ed ho soccorso incidenti nei quali erano coinvolti mezzi di soccorso e purtroppo anche soccorritori deceduti. Per un soccorritore è devastante affrontare queste situazioni.

Chi è un buon soccorritore? E’ quello che rimane calmo, corre solo se vi è da correre (e le situazioni ove bisogna farlo sono veramente poche), e che pensa prima di tutto che a casa, al mattino vi sono delle persone che lo aspettano sano e salvo; questo è il buon soccorritore. Le caratteristiche, le qualità e la missione sono le stesse di quando ho iniziato da ragazzo: Aiutare chi ha bisogno di aiuto.

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