Come il soccorritore può riconoscere la malaria? Approfondimenti e procedure generali di prevenzione

La malaria è una malattia infettiva che si trasmette tramite vettori di trasporto, come le zanzare. Cerchiamo di capire come il soccorritore può riconoscerla e quali sono i problemi principali da affrontare durante un trasporto. Esistono diverse aree malariche in Italia, che dopo trent’anni potrebbero tornare a vivere situazioni complesse.

gettyimages-481231892-kuyh-u43360843156350hwb-590x445corriere-web-sezioni_414x310_MTRENTO – La malaria è una malattia infettiva tornata a fare paura in questi giorni dopo la tragica morte di una bambina di 4 anni, ricoverata prima all’ospedale “Santa Chiara” di Trento e poi, dopo il peggiornamento della situazione clinica, spostata in urgenza a Brescia, dove è deceduta.

A causare la malaria è un parassita, il plasmodio, che si trasmette tramite le ghiandole salivari delle zanzare femmine anopheles o atroparvus. Queste zanzare erano presenti in Italia in molte zone fino agli anni sessanta. E’ da segnalare però – dato che il caso di trasmissione è avvenuto in ospedale – che un’altra forma di contagio della malaria è il sangue. E’ infatti possibile che sangue infetto durante le trasfusioni venga a contatto per incidenti o per malattie, fra i diversi pazienti. Esiste infine la possibilità che la malaria sia trasmessa per via transplacentare o durante viaggi, nel contagio cosiddetto da “aeroporto” ovvero quando zanzare infette che provengono da paesi epidemici infettano persone provenienti da altri paesi non soggetti normalmente all’epidemia.

La malaria ha forme lievi e forme gravi. Queste ultime causano una mortalità severa nei bimbi fra i 6 mesi e 3 anni di età nelle aree endemiche. I viaggiatori non-immuni hanno un’alta mortalità indipendentemente dall’età.

Come individuare la malaria?

I sintomi classici della malaria sono cicli febbrili brevi con oscillazioni termiche importanti, da febbre alta a brividi improvvisi, irrigidimento. La febbre alta può non essere collegata a sensazione di calore, ma la temperatura può superare i 40 gradi per qualche ora. La fase di contagio finale è fatta da sudorazione eccessiva per due o tre ore, quando la temperatura scende. Il ciclo non è regolare, dura circa sei ore e si ripete a volte ogni due giorni ( contagio da P. Vivax e P. ovale) o ogni tre giorni (contagio da P.malariae).

L’5.malariaitaliainfezione da P. falciaparum si mostra invece con febbre ricorrente, molta alta, ogni 36-48 ore, oppure con febbre pronunciata e quasi continua. Per ragioni poco chiare i bambini affetti da malaria possono mostrare posture anormali, un segno che indica danni al cervello. La malaria severa può progredire in modo rapido e causare la morte in qualche giorno, se causata dal P. falciparum, perché le forme intermittenti di febbre alta rimangono latenti da 6 a 14 giorni dopo l’infezione.

E’ comunque la febbre il sintomo principale della malattia.
Questa è dovuta alla libera circolazione del pigmento malarico (emozoina) nel sangue. Se nessuna terapia viene adottata e non si sviluppa in forme gravi, la malaria dapprima sembra guarire spontaneamente e poi sviluppa in nuovi episodi di febbre che rimangono intermittenti nella forma P. falciparum e si protraggono per 3-4 mesi.

Il tempo che va dall’infezione con la puntura di zanzara e la comparsa dei trofozoiti negli eritrociti circolanti è detto “tempo prepatente”, che è fisso e costante per ogni specie:

P. falciparum 9-10 giorni
P. vivax 11-13 giorni
P. ovale 10-14 giorni
P. malariae 15-16 giorni

Il tempo che va dall’infezione con la puntura di zanzara alla comparsa dei segni e dei sintomi della malaria è detto “tempo d’incubazione”. Questo è variabile e più lungo o al massimo uguale al periodo prepatente e dipende dalla carica infettante iniziale di sporozoiti iniettati dalla zanzara:

Strumenti di Prevenzione della malaria: cosa fare?

CARTA DELLA MALARIA 1882Prima di tutto è necessario eliminare il vettore, ovvero la zanzara. Inizialmente si è pensato di distruggere le larve con disinfestanti a base di sali d’arsenico. Negli anni sessanta lo sforzo della sanità pubblica per sradicare la malaria nelle zone dove erano presenti molte zanzare hanno avuto buoni effetti. Il problema però sta nascendo in modo più serio perché anche le zanzare stanno sviluppando una resistenza agli insetticidi. Dal 1988 ha preso in mano le redini della prevenzione l’OMS, istituendo la Roll Back Malaria. Fra le iniziative principali c’è un sistema di educazione per riconoscere e distruggere le larve, e aumentare il numero delle visite in presenza di sintomi particolari.

E’ in corso lo studio di un vaccino efficace, ma non è ancora utilizzabile in larga scala. Sembra invece molto importante il sistema che vorrebbe portare la zanzara verso la sterilizzazione

Oggi il trattamento anti-malarico è efficace con completo recupero ma solo se il trattamento avviene per tempo. La malaria severa purtroppo progredisce rapidamente e causa la morte entro poche ore o pochi giorni, con un tasso di mortalità che raggiunge il 20 %, anche con il trattamento e il ricorso alla terapia intensiva. Nel lungo periodo, menomazioni di sviluppo sono state documentate nei bambini che hanno sofferto di episodi di malaria grave. L’infezione cronica può verificarsi e creare una forma di immunodeficienza acquisita, dove il sistema immunitario è anche meno sensibile alla Salmonella e al virus di Epstein-Barr.

Cosa fare? Prevenzione e autoprotezione

La prima cosa da fare in ogni associazione del territorio ove sia comparsa una epidemia di malaria o di altra malattia infettiva è lo sviluppo di prevenzione e autoprotezione.
L’obiettivo infatti è impedire il diffondersi di fatti non desiderati o dannosi per la comunità. Dal punto di vista igenico è fondamentale seguire le direttive dell’azienda sanitaria locale in tema di profilassi generica e – quando presente – di profilassi specifica.

Prima di tutto quindi va seguito il protocollo di pulizia dell’ambulanza con sanificazione totale a ogni cambio turno. Quando necessario – per esempio dopo il trasporto di un paziente contaminato – effettuare una pulizia straordinaria di pavimento, sedili, pareti e armadietti, utilizzando sempre acqua e detergente. Effettuare disinfezioni più accurate in presenza di materiale organico con ipoclorito di sodio o polifenoli.
Periodicamente vanno effettuate le sanificazioni di sedili, pareti, vetri, barella, ripiani, interno armadietti e ripostigli medicinali. Il consiglio è di effettuare una pulizia totale almeno ogni 2 mesi.

Il volontario del soccorso a livello individuale durante il turno in ambulanza deve dotarsi – sempre – di molto buonsenso. L’autoprotezione è infatti il tema più importante da affrontare quando si sale in ambulanza, per proteggere se stessi e gli altri membri dell’associazione.
L’autoprotezione è l’attenzione che il soccorritore deve porre alla sicurezza di tutto ciò che lo circonda, anche dal rischio di acquisire una infezione per contatto con materiale organico infetto. Le mani devono essere pulite anche quando vengono usati i guanti, meglio se lavate con acqua e sapone, facendo come sempre particolare attenzione alla zona interdigitale. Nei limiti del possibile durante i servizi non vanno portati anelli e le unghie devono essere in ordine e corte, evitando gli smalti. Inoltre è meglio evitare di indossare bracciali, sempre per evitare il contatto involontario con materiali organici.

I DPI (guanti, mascherine, protezioni facciali, visiere, paraspruzzi e – in casi estremi – sovrascarpe, cuffie e camici) devono sempre essere usati in caso di necessità.

Chiaramente – ma non dovrebbe essere neppure preso in considerazione – va evitato il prestare servizio in ambulanza se sotto ciclo di antibiotici, se febbricitanti o contagiati da malattia infettiva, o se si è in probabile periodo di incubazione.
In questo caso il soccorritore dovrebbe pensare al paziente che vi sta guardando: se fosse un soggetto immunodepresso o un malato oncologico, quale danno stareste facendo a quella persona con la sola vostra presenza?
Vaccinazioni per il Volontario del soccorso:
Sono offerte al Volontario gratuitamente. Esse sono:
• Antitetanica (obbligatoria)
• Antiepatite B (fortemente raccomandata, non obbligatoria)
• Atitifica (non obbligatoria ma fortemente raccomandata soprattutto per chi presta servizio nella
Protezione Civile)
• Antiinfluenzale (non obbligatoria, non sempre gratuita dipende dalle scorte dell’Ufficio d’Igiene)

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