Segni di violenza e storie poco convincenti: Ecco come “datare” le ecchimosi

F1.largeQuesto articolo è stato scritto da: Paolo Pasini, infermiere

Capita spesso di soccorrere persone di tutte le età che, durante la visita e la raccolta dei parametri, rivelano ecchimosi di varia natura in svariate parti del corpo.

Interrogandole (o interrogando i parenti) ci vengono fornite scuse di ogni tipo, motivazioni varie e spiegazioni talvolta pittoresche.

Ma in noi si insinua il dubbio, a noi qualcosa non quadra, ci sono elementi che ci fanno dubitare.

Voi sapete datare un’ecchimosi?

Sapete dopo quanto tempo vira dal colore scuro e comincia a fare l’alone giallo-verdastro?

Sapete quindi riconoscere un’ecchimosi recente da una inveterata?

Approfondiamo qualche elemento di medicina legale che può esserci utile nel caso ci si trovi di fronte a casi sospetti di ecchimosi.
L’ecchimosi è un’infiltrazione ematica tissutale circoscritta molto ben apprezzabile a livello della cute, delle membrane sierose e delle mucose.
E’ l’esito dell’azione meccanica di una forza esercitata su queste porzioni anatomiche rappresentata da tre diverse azioni: pressione, trazione e decompressione.
L’aspetto dell’ecchimosi varia in funzione della forza esercitata, dalle caratteristiche dell’azione lesiva, dalla sede anatomica contusa e da eventuali situazioni fisiopatologiche della persona.
28192068-Primo-piano-su-un-livido-sulla-pelle-ferito-gamba-donna-Archivio-FotograficoL’ecchimosi va distinta dall’ematoma del quale condivide il meccanismo d’azione, ma da cui si differisce, perché quest’ultimo è una raccolta di sangue in una cavità neoformata provocata dal grande stravaso ematico conseguente di un forte urto che genera una consistente emorragia.
La trasformazione del colore delle ecchimosi è dovuta alla progressiva degradazione del pigmento emoglobinico che porta ad un viraggio della colorazione dapprima blu violacea, poi al verde ed infine al giallo.

Sul tempo di tale viraggio, possono influire numerosi fattori fra cui l’entità e l’estensione dello stravaso e la sede in cui è avvenuto.

A scopo orientativo si possono definire questi stadi di evoluzione delle ecchimosi:

– fino al 4° giorno blu-violaceo

– dal 5° all’8° la colorazione tende al verde

– dall’8° al 12° vira al giallo

– dal 15° in poi tende a sbiadire fino ad assumere colorazione normale della cute entro circa il 25° giorno.

Ecchimosi da trauma con caduta
Ecchimosi da trauma con caduta

Questo tipo di tassonomia è però considerata dalla medicina legale un po’ obsoleta perché in certi casi le ecchimosi possono mantenere il colore blu-violaceo per quasi tutta la durata del riassorbimento e tendono a sbiadire solo verso la fine.

C’è quindi un diffuso consenso a considerare il colore come un dato non attendibile per la datazione delle ecchimosi se non dare come assunto il concetto che un’ecchimosi con un contorno a “coccarda” di colore giallo sia da considerare non inferiore a 18 ore di età.

Questo tipo di evoluzione delle ecchimosi è da considerare solo ed esclusivamente per le ecchimosi “in vivo” da non confondere con le macchie ipostatiche cadaveriche.
Indipendentemente dalla possibilità di “datare” un’ecchimosi, resta comunque prudente il concetto di considerare con molta attenzione ogni lesione cutanea, ogni contusione, ogni ecchimosi sospetta che, in relazione alla dinamica che osserviamo ed all’anamnesi che raccogliamo, non trova corrispondenza o solleva dubbi.
In virtù degli obblighi di segnalazione all’autorità giudiziaria che un pubblico ufficiale deve osservare (e per PU consideriamo medici ed infermieri del SSN in servizio di emergenza-urgenza), è opportuno non trascurare nessun elemento e nel caso di dubbio consultare eventuali specialisti e/o superiori.

 

Bibliografia:
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