Infermieri: video degli studenti di Esine, parla il Consiglio IPASVI di Brescia

IMG_1586-1Dopo oltre 4 mesi dalla pubblicazione, nei giorni scorsi ha fatto discutere il video realizzato da un gruppo di giovani studenti di Esine, a proposito delle professioni sanitarie.

Il video non è mai stato pubblicato sul sito istituzionale del Collegio Ipasvi, ma esclusivamente su Facebook dando il via, come spesso accade, a numerose prese di posizione; sia a favore e contro. Cattiverie gratuite, ricerca del capro espiatorio,  errate interpretazioni si sono quindi confrontate con tentativi di sdrammatizzare, argomentare e attribuire l’originale senso ironico del video.

A seguito di tutto ciò il Consiglio Direttivo del Collegio Infermieri di Brescia ha preso in esame la situazione intervenendo con il comunicato che Emergency Live riceve e pubblica qui di seguito.

“Chi dà il buon esempio non ha bisogno di dare buoni consigli”

Dopo oltre 4 mesi dalla pubblicazione del video degli studenti di Esine, il Consiglio Direttivo del Collegio Infermieri di Brescia ha preso in esame gli articoli comparsi sulla pagina ufficiale Facebook di Nurse Times e le numerose prese di posizione che ne sono scaturite, a favore e contro.

Il video non è mai stato pubblicato sul sito istituzionale del Collegio Ipasvi, ma esclusivamente su Facebook, social media sul quale oggi leggiamo da un lato le cattiverie gratuite tipiche dei social, la ricerca del capro espiatorio e le tante errate interpretazioni dei messaggi del video, dall’altro i numerosi, seppur timidi, tentativi di sdrammatizzare, argomentare e attribuire l’originale senso ironico dello stesso.

Non abbiamo mai pensato, neppure per un minuto, che l’intento degli studenti ideatori e attori del video fosse quello di offendere i futuri colleghi con immagini “demansionanti”. Sono giovani che già a 19 anni, quando iniziano il loro percorso universitario, vengono a stretto contatto con il dolore e la morte, problematiche che un cittadino medio non incontra in tutta la sua vita; hanno quindi scelto di sdrammatizzare le proprie esperienze raccontandole con la leggerezza e gli strumenti tipici della loro età. Possiamo non condividere alcune frasi o immagini che possono far pensare a tempi passati, ma ne comprendiamo il significato in questa ottica positiva.

In un’età in cui la maggior parte dei loro coetanei viene contestata per nichilismo e superficialità questi studenti si confrontano con le miserie della malattia e del corpo umano; non intendevano fare umorismo greve sui pazienti ma, ribadiamo, solo sdrammatizzare l’esperienza della sofferenza, un carico molto grande per persone di quell’età. Vogliamo davvero continuare a sottoporli al supplizio della gogna mediatica per questo motivo?

Sappiamo bene che moltissimi infermieri sono quotidianamente impegnati a diffondere, con la pratica quotidiana e anche mediaticamente, una nuova visibilità e un potenziamento dell’immagine a garanzia dei cittadini, su cui costruire un concetto di assistenza infermieristica necessaria in grado di assicurare rispetto e riconoscimenti per i professionisti.

Siamo infatti convinti che avere un’immagine positiva e consolidata presso l’opinione pubblica, i nostri assistiti e le persone con cui operiamo ogni giorno, non è solo una questione di apparenza, ma un vantaggio per l’intera collettività.

In conclusione siamo sinceramente dispiaciuti se alcune immagini hanno offeso dei professionisti ma ci chiediamo: mali della nostra professione, che si sono sclerotizzati nel corso degli anni, sono davvero da imputare a un gruppo di studenti?

Fonte: CONSIGLIO DIRETTIVO IPASVI BRESCIA

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