C'è una indagine, un luogo e una prima dichirazione per "l'ambulanza della morte" delle Iene

PALERMO – E’ della provincia di Catania, precisamente di Biancavilla, la famosa “Ambulanza della morte” denunciata dal servizio della trasmissione televisiva “Le Iene” su Italia 1 nelle settimane scorse. La notizia è emersa dalle prime informazioni che sono trapelate dalla Procura di Catania, che ha avviato una indagine sulla denuncia – filmata e poi depositata agli organi competenti – di una persona informata dei fatti. Per quasi un mese dunque il servizio delle Iene non è stato seguito da informazioni precise sul luogo e sulla natura delle situazioni che si svolgevano in ambulanza. Sarà la procura a trovare prove e riscontri alle dichiarazioni del testimone che – in televisione – ha affermato come su alcune ambulanze per il trasporto dei pazienti avvenissero degli omicidi tramite embolia gassosa, creata con l’iniezione di aria nelle vene dei trasportati. L’obiettivo dichiarato dal testimone nell’intervista era quello di ottenere una tangente di 300 euro per ogni morto che veniva fatto preparare dall’agenzia funebre collusa con chi commetteva il crimine.

La prima dichiarazione dopo l’evidenza di una indagine in corso è dell’amministratore unico della SEUS  dott. Gaetano Montalbano: «A scanso di confusioni ed equivoci che possono scaturire dalle immagini di alcuni servizi televisivi e soprattutto da foto di nostre ambulanze a corredo di articoli giornalistici, preciso che la Seus 118 ed i propri soccorritori non sono in alcun modo coinvolti nei presunti fatti criminosi che sarebbero stati commessi a Biancavilla da operatori di ambulanze private».

Restiamo in attesa di notizie certe in merito a questa particolare situazione, che per la tipologia dei reati ipotizzati – e per il modo con cui è salita agli onori della cronaca – merita attenzione ma prudenza nella pubblicazione delle informazioni.

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