COVID-19 e ambulanza, trasporto sanitario da o per RSA? Da ISS le linee guida che il soccorritore dovrebbe leggere

COVID-19 e RSA. Il trasporto sanitario, la vita stessa dell’ambulanza, ha subito forti influenze come conseguenza diretta della pandemia da coronavirus. E diciamocelo chiaramente: il trasporto sanitario da o per una RSA fa parte della quotidianità di qualsiasi associazione sul nostro territorio, in qualsiasi punto d’Italia essa si trovi.

 

COVID-19 NELLE RSA, I FATTORI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE IN AMBULANZA

E’ innegabile il dato che imperversa in queste settimane: il contagio da COVID-19 ha modificato molto l’età media dei pazienti. Se ad inizio pandemia si ipotizzava colpisse soprattutto gli anziani, e per esempio risparmiasse i bambini, oggi l’età media dei soggetti positivi al coronavirus è fissata attorno ai 29 anni.

Ma è indubbio che il trasporto in ambulanza degli anziani è ancora oggetto di criticità, come minimo in quanto soggetti fragili.

AMBULANZA ED RSA: IL NUOVO RAPPORTO DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ PER GLI OPERATORI SANITARI ALLE PRESE CON COVID-19

Nuovo Rapporto ISS sulla gestione di COVID-19 nelle RSA.

Dopo quello dell’aprile 2020 e dopo aver concluso il monitoraggio nelle strutture, gli specialisti del  Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni  (tra cui anche infermieri) hanno fissato i paletti  per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali.

Rispetto alla versione di aprile, la nuova comprende anche, tra le strutture residenziali, le strutture socioassistenziali in ambito territoriale, da indicazioni per la gestione della riapertura alle visite previste dagli aggiornamenti normativi e per l’uso delle mascherine chirurgiche da parte dello staff assistenziale RSA in tutta la struttura.

Contiene inoltre raccomandazioni per la ripresa delle attività di gruppo mantenendo un adeguato livello di sicurezza.

COVID-19 NELLE RSA, LA CURA FUORI E DENTRO L’AMBULANZA: IL LAVORO IN TEAM E’ CRUCIALE

Ad esempio, nei casi sospetti/probabili/confermati COVID-19 occorre contattare i soggetti individuati come riferimento per la gestione del percorso assistenziale, ed attivare in particolare le USCA, che si avvalgono della consulenza/collaborazione di infermieri, infettivologi e di altri specialisti (ad es. internista, geriatra, pneumologo, ecc.).

I protocolli saranno quelli emanati dalle direzioni delle aziende sanitarie e prontamente recepiti dal Responsabile sanitario delle strutture.

Deve essere garantita laddove siano presenti ospiti COVID-19 sospetti o accertati (anche in attesa di trasferimento) la presenza di infermieri 7/24 e supporto medico.

E hanno elencato puntualmente come deve avvenire la preparazione della struttura e gestione dei casi sospetti o probabili/confermati di COVID-19:

  • adeguata programmazione dell’approvvigionamento, in quantità e qualità, dei DPI e di altri prodotti e dispositivi necessari per la prevenzione e controllo della trasmissione del SARS-CoV-2;
  • di regola, presenza in tutte le stanze di soluzione idroalcolica per l’igiene delle mani, i lavandini devono essere forniti di sapone e asciugamani di carta;
  • tutte le superfici ad alta frequenza di contatto (es. maniglie, corrimani, tavoli, sedie, telecomandi, interruttori della luce e le altre superfici a rischio) devono essere pulite e sanificate almeno giornalmente;
  • identificazione in tutte le strutture di alcune stanze, in numero adeguato al numero dei residenti, che consentano la quarantena e l’isolamento di casi sospetti, probabili, confermati, in attesa di definizione diagnostica o prima del trasferimento ad altra struttura considerando tali residenti potenzialmente contagiosi (isolamento con precauzioni da contatto e droplet);
  • nel caso di focolai che coinvolgano strutture ospedaliere, lungodegenze, RSA o altre strutture residenziali per anziani il test va offerto ai residenti e a tutti gli operatori sanitari coinvolti come previsto da circolare del Ministero della Salute considerando di ripeterlo dopo una settimana e dopo 14 giorni per monitorare eventuali nuove positività;
  • il caso sospetto COVID-19, immediatamente posto in isolamento, deve essere segnalato al Dipartimento di prevenzione ed essere sottoposto a tampone naso-faringeo per ricerca di SARS-CoV-2 anche attivando l’USCA. Deve essere effettuata immediatamente la pulizia e sanificazione accurata degli ambienti dove il residente soggiornava e dove è stato esaminato. Infine, è importante effettuare una tempestiva ed attenta valutazione del rischio di esposizione al caso degli operatori e altri residenti. In caso di identificazione di una tale condizione di rischio, i soggetti esposti dovranno essere considerati contatti di caso COVID-19 e seguire le procedure di segnalazione, sorveglianza e quarantena stabilite dalle autorità sanitarie locali;
  • nelle strutture ove non sia presente assistenza infermieristica 7/24 ciò comporterà il temporaneo isolamento in stanza singola e il successivo trasferimento del residente/ospite ad altra struttura residenziale in grado di garantire le precauzioni di isolamento in accordo con le autorità locali, provinciali e regionali;
  • in strutture di dimensioni più grandi, previa valutazione dei Dipartimenti di Prevenzione sulla adeguatezza della possibilità di effettuare un efficace isolamento, sarà possibile creare aree e percorsi (se possibile, a senso unico) dedicati in grado di garantire quanto più possibile la separazione tra aree “pulite” e aree “sporche”;
  • nelle aree COVID-19 e nelle condizioni di isolamento temporaneo dovranno essere messe in atto tempestivamente e rispettate le seguenti procedure:
    • fare indossare al residente una mascherina chirurgica, se tollerata e se compatibile con le sue condizioni cliniche;
    • quando è necessaria assistenza diretta al residente, applicare rigorosamente le precauzioni da contatto e droplet nell’assistenza di casi sospetti o probabili/confermati di COVID-19: guanti, dispositivo di protezione respiratoria, occhiali di protezione/visiera, grembiule/camice monouso (possibilmente idrorepellente); se invece non fosse necessario contatto diretto, indossare la mascherina chirurgica, mantenersi alla distanza di almeno 1 metro ed evitare di toccare le superfici nella stanza del residente;
    • minimizzare l’uso di procedure o tecniche che potrebbero produrre aerosol infettivo; in caso contrario, indossare guanti, dispositivo di protezione respiratoria FFP2 o FFP3, occhiali di protezione/visiera, grembiule/camice monouso (possibilmente idrorepellente), e areare frequentemente l’ambiente; consultare il documento specifico nella sua ultima versione;
    • praticare frequentemente l’igiene delle mani con soluzione idroalcolica o se non disponibile o le mani sono visibilmente sporche, lavare le mani con acqua e sapone e asciugare con salvietta monouso;
    • effettuare pulizia frequente (almeno due volte al giorno) nella stanza del residente con acqua e detergenti seguita da disinfezione con ipoclorito di sodio allo 0,5% (equivalente a 5000 ppm) per la disinfezione di superfici toccate frequentemente e dei bagni, e allo 0,1% (equivalente a 1000 ppm)
    • per le altre superfici; prestare particolare attenzione alle aree comuni; e areare frequentemente i locali;
    • disinfettare con alcol etilico al 70% i dispositivi di cura o attrezzature riutilizzabili (es., i termometri e gli stetoscopi) dopo ogni uso;
    • avvertire il medico di medicina generale/di struttura o di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica);
    • concentrare le attività assistenziali (es. igiene/terapia/colazione) al fine di ridurre gli accessi alla stanza del residente;
    • se dovessero essere necessari trasferimenti all’interno della struttura, garantire la minima esposizione ad altri ospiti evitando spazi comuni durante il percorso;
    • garantire una ventilazione regolare degli ambienti;
    • riporre con cautela in un sacchetto chiuso la biancheria e il vestiario della persona in isolamento in attesa di essere lavati e, evitando il contatto diretto con la propria cute e i propri vestiti. Non agitare la biancheria per arieggiarla. Lavare vestiti, lenzuola, asciugamani e teli da bagno in lavatrice a 60–90°C con uso di comune detersivo;
    • lavare in lavastoviglie o a mano con acqua calda e detergente le stoviglie utilizzate dal caso sospetto/probabile/confermato;
    • indossare guanti e mascherina durante le operazioni di lavaggio di biancheria e vestiti, di disinfezione e igiene dei locali;
    • i contenitori dei ROT devono essere collocati all’interno della stanza della persona in isolamento sino alla chiusura, una volta chiusi devono essere subito collocati all’interno del deposito individuato all’interno della struttura.

RSA E COVID-19, I TANTI PERCHE’ DELLA LETTURA DA PARTE DI UN SOCCORRITORE

E’ naturalmente essenziale la conoscenza da parte del soccorritore di questi protocolli operativi, per varie ragioni.

La prima è che accedendo alle strutture, essi vanno osservati con obbedienza.

La seconda è che se nell’accedere ad una struttura i protocolli sono platealmente disattesi, è compito del soccorritore segnalarlo.

La terza è che questi protocolli narrano la probabilità di contagio cui si sottopone l’equipaggio di ambulanza nel proprio servizio presso le RSA.

E’ utile anche segnalare che un anziano in trasporto sanitario da una RSA o ad una RSA dal proprio domicilio o da un ospedale, è contestualmente anche vettore di potenziali contagi. Così come i soccorritori.

La nuova fase, di convivenza con il coronavirus, esige grande consapevolezza del quadro complessivo.

LEGGI LE NUOVE LINEE GUIDA IN FORMA INTEGRALE:

RSA-Rapporto-ISS-COVID-19-n.-4-2020_Rev.-2-1 AMBULANZA COVID-19

PER APPROFONDIRE:

RSA E CORONAVIRUS : GLI INFERMIERI IN FRIULI

CORONAVIRUS, PIU’ DI 50MILA PERSONE CONTAGIATE: IN TESTA, GLI OPERATORI SANITARI

FONTE DELL’ARTICOLO:

SITO FNOPI

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