Emilia Romagna, la proposta di Snami: “Medici del 118 per aiutare i Pronto Soccorso”

Medici 118 in soccorso dei Pronto Soccorso? Il presidente del sindacato Snami Emilia Romagna, Roberto Pieralli, chiede alla Regione di trovare un equilibrio tra il ruolo contrattuale dei professionisti e il supporto alle attività di Pronto soccorso

Medici del 118 in soccorso dei Pronto soccorso

È l’idea lanciata dallo Snami Emilia-Romagna e proposta alla Regione, per risolvere con un’unica manovra due problemi: quello della carenza di personale per i servizi d’urgenza in ospedale e quello del mancato riconoscimento professionale per i medici di emergenza.

“Uno dei piani più critici al momento è quello dell’emergenza-urgenza”, conferma Roberto Pieralli, presidente dello Snami Emilia-Romagna.

“Abbiamo presentato una proposta alla Regione sui medici di emergenza che in questi anni hanno di fatto tenuto aperto i Pronto soccorso, lavorando come se fossero dipendenti ma senza essere assunti, e ai quali non è mai stato permesso neanche di frequentare le specializzazioni”.

Questo negli anni ha creato “un grosso attrito” che ha portato “i professionisti a lasciare i servizi di emergenza”.

Per correre ai ripari, cioè per “invertire la tendenza” e favorire “il rientro dei professionisti”, oppure “l’arrivo di nuove leve”, lo Snami ha presentato appunto una serie di proposte alla Regione “che cercano il migliore punto di equilibrio tra il rispetto del ruolo contrattuale dei professionisti e il supporto alle attività di Pronto soccorso, che sono in difficoltà”.

Del resto, ricorda il sindacalista, “le intese sul 118 erano ferme dal 2008.”.

Pieralli immagina dunque una “collaborazione dei medici del 118, che hanno un inquadramento diverso dal Pronto soccorso, verso le strutture ospedaliere”

Non vogliamo più vedere automediche sospese o soppresse, come accaduto a Modena.

E non vogliamo più vedere il soccorso territoriale messo a rischio pur di tenere aperti i presidi, che hanno comunque una capacità di gestire solo le basse complessità.

Noi vogliamo che il 118 rimanga aperto e solido, che sia in grado di dare risposta alle situazioni critiche, ma ci rendiamo conto anche delle criticità delle attività ospedaliere.

Quindi vogliamo fare il massimo possibile per supportarle”.

Da qui l’idea di “superare alcune incompatibilità insensate previste nella formazione dei medici del 118 a livello regionale – spiega Pieralli – fare corsi di formazione per chi vorrà collaborare all’interno degli ospedali e dare una strutturazione omogenea per tutta la regione, in modo che i medici del 118 che vogliono supportare l’attività del Pronto soccorso abbiano una loro tutela legale e assicurativa, insieme a un riconoscimento giuridico ed economico, per garantire la tenuta del sistema nel suo complesso”.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Agenzia Dire

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