Gara fatale per l'ex giocatore Paolo Ponzo, morto per un malore. Soccorsi difficoltosi anche per altri corridori

È stato probabilmente un infarto a stroncare la vira del 41enne Paolo Ponzo, mentre correva la Maremontana, gara podistica ligure funestata da condizioni di maltempo estreme che hanno danneggiato numerosi altri atleti finiti all’ospedale. Dopo innumerevoli tentativi dei medici di rianimarlo, in serata Ponzo è stato dichiarato morto.

Il fatto è accaduto intorno alle 15.30, quando, dopo una serie ininterrotta di emergenze continue, viene dato l’allarme. Alcuni corridori vedono Ponzo accasciarsi al suolo e chiamano i soccorsi. Il sentiero è impervio e per raggiungere l’ex calciatore, bisogna salire a piedi lungo il percorso.

Quando i medici del Soccorso alpino e del 118 arrivano sul posto, intervengono con le manovre di rianimazione classiche per gestire quello che sembra chiaramente un infarto. Le condizioni in cui Ponzo deve essere  trasportato sono difficoltose e costringono i soccorritori ad alternarsi per la fatica nel portare la barella giù per il sentiero.

L’ex calciatore sembra subito gravissimo e le ore intercorse fra il primo soccorso e l’arrivo intorno alle 19, quando ormai fa buio, all’ospedale di Pietra Ligure, sono lunghissime. Qui i medici hanno proseguito ogni possibile manovra rianimatoria, ma senza risultato.

L’edizione 2013 della Maremontana, tradizionale gara podistica che si svolge fra Loano a Toirano su due percorsi impegnativi, uno di 25 e l’altro di 47 chilometri, è stata pesantemente condizionata dal maltempo, che ha visto pioggia, vento e temperature polari abbattersi sulla zona per tutta la giornata.

La situazione drammatica ha imposto un grande lavoro di organizzazione simultanea delle forze di soccorso coinvolgendo gli operatori di vari corpi. Sul posto, a gestire interventi di diverse entità durante tutta la corsa, si  sono attivati il Soccorso alpino, diverse pubbliche assistenze, i vigili del fuoco, il personale del 118 e le polizie municipali.

Dato il maltempo, buona parte dei corridori aveva già optato per il percorso più breve, il che non è stato però sufficiente ad evitare i rischi del  terreno scivoloso e poi del gelo. Già prima dell’episodio che ha avuto protagonista Paolo Ponzo, erano state registrate le prime due cadute gravi: a San Pietro nei Monti, a 900 metri di altitudine, un atleta genovese di 41 anni, cadendo si era procurato un trauma cranico di media gravità.

Il Soccorso alpino della stazione di Finale decide insieme al 118 di chiedere l’invio dell’elicottero dei vigili del fuoco. E mentre il primo ferito arriva con l’elisoccorso all’ospedale Santa Corona, avviene il secondo infortunio, in cui un quarantottenne di Firenze si lussa la spalla destra. L’elicottero dei vigili del fuoco di Genova ritorna perciò a recuperare anche il secondo ferito, per accompagnarlo al Santa Corona.

Non è tutto, il freddo intenso, la pioggia e il vento sono responsabili di un’altra ventina di casi di ipotermia. Alcuni podisti  accusato diversi malori, complice il fatto di avere indosso abiti non adeguati alle temperature rigide e alle condizioni tanto avverse.

Molti corridori, su indicazione degli uomini del Soccorso alpino, si rifugiano nell’abbazia di San Pietro dei Monti. Questo permette loro di aspettare al riparo l’arrivo dei fuoristrada del Soccorso alpino che li riportano in salvo a valle.

Inevitabili le polemiche sulla mancata decisione di rinviare la corsa. Nel frattempo la Procura ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia dell’atleta deceduto.

ph. igv.it

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