Giani (Misericordie): “Su terremoto e mancata ricostruzione la politica ha fallito”

Il presidente delle Misericordie, Domenico Giani, analizza la situazione nelle aree del terremoto. Dopo sei anni, alcune zone di Umbria, Lazio, Abruzzo e Marche sono al punto zero, con persone consapevoli che non avranno più la propria casa

“Credo che le mancate ricostruzioni delle città martoriate dal terremoto del 2016 in Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo rappresentino il fallimento della politica. La politica, come dice la dottrina della Chiesa, è la più alta forma di carità.

Quindi, chi sceglie di fare politica sa che dovrebbe essere lì al servizio, soprattutto, dei più fragili, dei più deboli e nell’interesse superiore del Paese”.

Lo afferma il presidente delle Misericordie d’Italia, Domenico Giani

La Confederazione nazionale riunisce 100mila volontari attivi in tutta Italia, 800 sedi sparse in tutta la penisola e circa 700 mila soci.

GIANI (MISERICORDIE): IL TERZO SETTORE È STATO DIMENTICATO

“In questo momento così particolare- continua- non ho visto una grande attenzione verso il terzo settore, non ho visto un’attenzione a questo grande patrimonio che ha l’Italia, ovvero circa 8 milioni di volontari a livello nazionale, di cui circa 5 attivi, dunque un enorme prodotto interno lordo.

E non mi riferisco solo a quello che si può quantificare in termini economici, quanto piuttosto a quello che si deve quantificare, e questo non è possibile, in termini umani, ovvero ciò che rappresenta in termini di assistenza umanitaria e che fa di noi uno strumento enorme al servizio della Nazione”.

Il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, parlando al Meeting di Rimini qualche giorno fa ha definito il mondo del volontariato come “la risorsa, l’esempio, la motrice che dobbiamo mettere in campo”, rappresentandolo come “polmone della democrazia”.

ALCUNE ZONE FERITE DAL SISMA DEL 2016 SONO ANCORA FERME AL ‘PUNTO ZERO’

“Ancora oggi- prosegue Giani- si dice che dopo 6 anni nelle zone terremotate siamo ancora al punto zero o poco più.

Ci sono persone, e non parlo solo di anziani, consapevoli che non vedranno più ricostruita la propria casa, sono loro stesse a dichiararlo.

Mi domando quanto la classe politica possa dire a sè stessa di aver fatto il proprio dovere, di aver perseguito l’interesse della Nazione e di aver servito i cittadini che l’hanno eletta”.

LA DELUSIONE E LO SCONCERTO DEL PRESIDENTE DELLE MISERICORDIE DOMENICO GIANI

“Sono deluso da questa classe politica. Abbiamo fatto un appello per le difficoltà economiche in cui versa l’intero Paese- informa poi- ma non c’è stata data ancora alcuna risposta.

Siamo sconcertati.

Il presidente Draghi, cui va tutta la mia stima e gratitudine per il suo impegno per la collettività, sempre al meeting di CL a Rimini, riprendendo il Cardinale Zuppi sul ruolo del Terzo Settore, definito ‘un interlocutore importante e decisivo per le istituzioni presenti e future‘, ha sottolineato come “la capacità dell’Italia di reagire di fronte alle crisi si deve anche all’impegno delle associazioni e dei volontari, che ogni giorno prestano aiuto ai più deboli, rafforzano lo spirito di comunità”.

Davvero ci siamo augurati e ci auguriamo che queste belle e significative parole trovino riscontro anche su azioni concrete di aiuto al mondo del volontariato”.

IL VOTO POLITICO DI SETTEMBRE

Domenico Giani rivolge poi uno sguardo alle prossime elezioni del 25 settembre.

“Coloro che verranno eletti- si domanda- in quale modo si porranno di fronte ai problemi dei fragili, dei poveri, degli ultimi, delle emergenze?

Come si porranno di fronte a chi dedica la propria vita e il proprio tempo al servizio di queste persone?”.

“Bisogna ovviamente distinguere la classe politica a livello nazionale da quella che, invece, opera sul territorio- precisa il presidente della Confederazione nazionale Misericordie d’Italia- perchè diverso è il ruolo del sindaco, degli assessori, dei presidenti delle province, che rappresentano quasi una ‘sine cura’.

Differente, invece, è il ruolo del Governo o dei rami del Parlamento”.

Intanto, nelle popolazioni colpite dal sisma del 2016 si respira un forte senso di rassegnazione.

“È un sentimento che non dovrebbe esistere.

Quando un cittadino, e questo vale dalle emergenza alla sicurezza, non si sente rassicurato, per chi è chiamato ad amministrare non si può parlare che di una sconfitta.

Chiunque di noi è chiamato a fare la propria piccola parte e deve dare speranza alla gente, perchè non bisogna fare promesse ma mantenere gli impegni presi”.

IL RICORDO, INDELEBILE, DELLA TRAGEDIA

Sei anni fa Domenico Giani ricopriva il ruolo di Comandante della Gendarmeria del Vaticano.

Ricorda perfettamente cosa accadde subito dopo il terremoto.

“Una volta saputa la notizia, abbiamo fatto partire immediatamente alcune squadre dei Vigili del Fuoco del Vaticano e Gendarmi del Vaticano– spiega- che si sono recate nei luoghi della tragedia, in particolar modo ad Accumoli, Amatrice e Casale.

In quei luoghi si ricordano ancora di noi e della determinazione che abbiamo usato per risolvere quello che era nelle nostre possibilità.

Siamo stati in tutte le aree colpite dal sisma, lavorando a stretto contatto con la Protezione Civile, con i Vigili del Fuoco, con varie organizzazioni e con le forze di Polizia“.

LA VISITA DEL SANTO PADRE

Giani ricorda che la popolazione coinvolta in primo piano dalla tragedia apprezzò molto la prossimità del Papa.

“Non potendo andare immediatamente sui luoghi della tragedia- dichiara- il Santo Padre inviò un avamposto di primo intervento.

Poi, in un secondo momento, visitò Accumoli, Norcia, dove siamo stati tantissimo e dove dove abbiamo lavorato davvero molto nel recupero dei beni architettonici, e tanti altri luoghi feriti dal terremoto.

La sua fu una vicinanza davvero discreta, non voleva disturbare le operazioni di soccorso e non voleva che la sua presenza si trasformasse in un evento mediatico.

Il Papa voleva incontrare la gente, portare la propria solidarietà.

Nella tragedia, ricordo questo come un momento molto commovente”.

IL LAVORO DELLE MISERICORDIE NON SI FERMA

A sei anni di distanza da quella tragedia, le Misericordie d’Italia continuano a gestire eventi come il terremoto del 2016 all’insegna dell’efficienza.

“In questi giorni ho visitato alcune Misericordie dell’Irpinia.

Sono stato a Sant’Ange lo dei Lombardi e ho verificato che ci sono realtà pronte a partire in poche ore.

Siamo in grado di arrivare in posti colpiti da una tragedia e di poter dare da mangiare a centinaia di persone dopo poche ore, poichè facciamo affidamento su moduli immediatamente fruibili e disponibili”.

“Ci sono poi colonne mobili- dichiara infine Giani- e il Centro nazionale per le emergenze delle Misericordie di Pistoia è davvero una macchina che opera a tutto tondo.

Lo dimostra, ad esempio, tutto quello che abbiamo fatto per l’Ucraina, a Stromboli e nell’avellinese.

Ovunque ci sia un’emergenza, le Misericordie sanno rispondere con generosità, passione, professionalità e con questa umanità che fa parte del nostro humus, del nostro Dna”, conclude.

Otto secoli di sconfinata carità al servizio della Persona, che, grazie alla generosità dei singoli e dell’intero Movimento, continuerà a presidiare attraverso le varie articolazioni italiane i bisogni e le emergenze primarie.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Agenzia Dire

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