Gran Sasso D'Italia, ripartire per essere più forti al VII Corso Nazionale "Ricerca e stabilizzazione del travolto da valanga" 10-12 febbraio 2017

Dopo i tragici eventi di Rigopiano e la dolorissima perdita di professionisti straordinari nell’incidente aereo di Campofelice, l’Abruzzo cerca di ripartire anche dal punto di vista della formazione in emergenza, con il settimo corso organizzato dal CNSAS con la Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell’Università di L’Aquila. In quello che sarà quasi un de-briefing dopo l’emergenza c’è tutta la forza che gli abruzzesi sanno esprimere e tutta la loro competenza tecnica e medicale maturata dal 2009 ad oggi

VII-CORSO-VALANGA-2017-locandina-2L’AQUILA – Era iniziato tutto prima delle scosse tragiche del 2009. Già nel 2006 infatti il corso di Ricerca e stabilizzazione del travolto da valanga era stato organizzato a L’Aquila da medici, tecnici, infermieri e piloti lungimiranti e interessati a trovare un momento di training per chi deve soccorrere i valangati. Tutto era iniziato perché gli abruzzesi, i medici del 118 e il personale del CNSAS avevano intuito che l’emergenza neve avrebbe potuto essere straordinariamente pericolosa e complessa da gestire, e subito dopo – nel 2009 – capirono che la combinazione con l’emergenza terremoto avrebbe potuto essere ancora più difficile da gestire.

Per tutti questi anni tanti professionisti si sono ritrovati e hanno effettuato esercitazioni di ogni tipo, con e senza neve, cercando di affinare sempre di più le competenze delle persone che hanno deciso di formarsi sui soccorsi in valanga in Abruzzo: medici, infermieri, tecnici di soccorso alpino, soccorritori e studenti di medicina hanno fatto diventare questo evento uno dei momenti da non perdere per capire a fondo le peculiarità della medicina d’alta quota, una branchia dell’emergenza-urgenza che coinvolge competenze e sensibilità molto importanti.

Purtroppo questa settima edizione de corso in ricerca e stabilizzazione del travolto da valanga è stata preceduta da due tragedie. La prima, quella di Rigopiano, ha messo in luce l’eroismo, la tenacia e la capacità tecnica di ricerca che gli specialisti del CNSAS hanno maturato nel corso degli anni. Quello di Rigopiano, anche se ha visto un elevato numero di vittime, ha anche messo in luce il salvataggio di ben 11 persone, ed è stato sicuramente il soccorso sotto valanga più complesso che sia mai stato messo in atto nel recente passato. L’occasione del corso sarà anche un momento di riflessione de-briefing su quanto fatto dalle componenti mediche e di ricerca sul posto.

16143422_770266299802360_4054451995109666405_oLa seconda tragedia invece ha toccato più a fondo l’organizzazione di questo meeting ormai tradizionale fra il personale che si vuole formare al meglio negli aspetti della medicina d’alta quota. Fra i 6 deceduti nell’incidente aereo di Campofelice infatti c’era anche il dottor Valter Bucci, medico del 118 dell’Aquila e forte sostenitore di questo evento. A lui, a Davide de Carolis e a Mario Matrella è stato dedicato il convegno, organizzato su tre giorni.

Dal 10 al 12 febbraio infatti sarà possibile effettuare lezioni teoriche e pratiche su organizzazione dei soccorsi, tecniche di autosoccorso, dinamiche delle valanghe, soccorso sanitario con simulazioni in ambiente e ci saranno momenti formativi anche sul trattamento dell’ipotermia e sul coordinamento con l’elisoccorso. Infine, verranno trattati diversi case reports.

L’evento si svolge in due fasi: la parte teorica  presso l’Hotel Cristallo, Fonte Cerreto Base Funivia e successivamente la parte pratica presso le cime di Campo Imperatore con le simulazioni di ricerca dei manichini sepolti, è coordinato dal responsabile scientifico Gianluca Facchetti e organizzato da L’Aquilando Eventi srl dell’Aquila che si occupa ormai da anni di organizzare eventi di emergenza per il Soccorso Alpino. Sponsor di questo evento ZOLL Medical, Spencer Italia, Emed, Accurate Solutions, Teleflex e Northwall.

Patrocinato dalla  Regione Abruzzo, dalla Provincia e dal Comune dell’Aquila.


08“E’ difficile sapere dove può cadere una valanga – spiega il direttore Scientifico dott. Gianluca Facchetti nel suo razionale scientifico – e la frustrazione nel cercare senza trovare nessuno è immensa, nella consapevolezza che il tempo inesorabilmente sottrae vita. Quando poi all’improvviso si sonda un corpo al quale bisogna cercare di restituire calore viene imperativo cercare di fare sempre meglio. Nel corso degli anni abbiamo imparato che è utile solo chi è competente, che non serve essere efficienti se non si è efficaci, che nessuna squadra gioca meglio in partita di quanto non faccia in allenamento, che non c’è professionalità senza addestramento. Il corso di ricerca e stabilizzazione è nato nel 2006 affinché si potesse avere uno strumento didattico capace di ridurre il numero delle vittime e il dolore a esso associato. Troppe volte abbiamo dovuto cercare una vita sotto la neve toccando limiti personali e frustrazioni. Quello che all’inizio era stato fatto per migliorare noi stessi lo abbiamo reso disponibilie a tutti. Il patrimonio di capacità ed esperienza di decine di medici, infermieri, guide alpine, alpinisti, geologi, cinofili, cartografi, psicologi, piloti… soccorritori, che quotidianamente lavorano sulle montagne di tutta Italia è ora una struttura formativa”. Che in tre giorni dal 10 al 12 febbraio aiuteranno altri professionsiti a capire meglio come comportarsi per cercare di salvare una vita che la neve ghiacciata cerca di portarsi via.

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