Grazie a René Laennec, l'inventore dello stetoscopio: ecco la sua storia

René Laennec è stato un grande della medicina moderna. A questo francese nato in Bretannia, a Quimper, nel 1781 è dovuto lo studio e l’invenzione di uno strumento che sembra da secoli nelle mani di medici e sanitari: lo stetoscopio.

 

CHI ERA RENE’ LAENNEC, L’INVENTORE DELLO STETOSCOPIO

Uno strumento tanto semplice quanto fondamentale per capire lo stato di polmoni, cuore e pressione.

E’ stato anche il medico che ha definito il volume del cuore di un soggetto come pari al volume del suo pugno.

René è un figlio d’avvocato che nell’infanzia venne educato da uno zio medico, che –fortunatamente – gli passò la passione per la scienza di Esculapio.

Come ricorda Wikipedia, Laennec inizò ad occuparsi di medicina al’Hôpital de la Paix di Nantes, guidato proprio dallo zio.

A metà fra Rivoluzione Francese e Impero Napoleonico, Laennec si trasferì a Parigi, dove inizò a frequentare corsi presso la Facoltà di Medicina più importante di Francia.

Studiò con i principali medici di Napoleone e si impratichì nell’anatomia patologica, arrivando a teorizzare nuove metodologie di osservazione dei sintomi e nuovi strumenti diagnostici, come lo stetoscopio.

Divenne uno dei più grandi patologi di tutta Parigi subito dopo aver ottenuto un incarico all’Ospedale Necker della capitale.

L’intuizione di Laennec ebbe come punto di partenza l’osservazione di un gruppo di ragazzi che giocavano nei pressi del Louvre.

L’INVENTORE DELLO STETOSCOPIO PRESE ISPIRAZIONE DA DEI RAGAZZI CHE GIOCAVANO

Uno di questi appoggiava l’orecchio l’estremità di una lunga pertica e un altro percuoteva l’altra estremità con uno spillo.

La curiosità si impossessò del medico, al quale fu offerto di tendere l’orecchio ad un’estremità della pertica e si accorse di essere in grado di udire chiaramente il rumore quasi impercettibile che faceva lo spillo dal lato opposto.

Da quella bizzarra esperienza, Laennec cosiderò che lo stesso principio avrebbe dovuto funzionare anche in ambito cardiaco, permettendo così di auscultare i battiti del cuore.

In seguito, all’ospedale in cui lavorava, si presentò il caso di auscultare una donna alquanto giovane e formosa.

Laennec sapeva già che in quella situazione, l’auscultazione diretta sarebbe stata problematica e anche imbarazzante.

Fu colto quindi dal ricordo del fenomeno acustico testato con i ragazzi al Louvre e tentò di riprodurre lo stesso effetto servendosi solamente di un foglio di carta arrotolato.

Si accorse con grande stupore e soddisfazione che appoggiandone una estremità sulla regione precordiale della donna e accostando l’orecchio all’altra, poteva udire perfettamente i suoi battiti cardiaci.

Dopo quell’episodio, Laennec sfruttò la propria abilità nella lavorazione del legno per fabbricare i primi stetoscopi.

I primi prototipi erano fatti con legno di cedro e di ebano e la loro lunghezza non superava i trenta centimetri e il loro canale pratico non era più largo di cinque millimetri.

Da qui nacque una vera e propria rivoluzione in ambito medicale: lo stetoscopio (termine che deriva dal greco stéthos, ovvero petto, e skopéin, che vuol dire osservare, esplorare).

PER APPROFONDIRE:

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