L’autista soccorritore ai tempi del coronavirus: prima di tutto, con il covid-19... non fare i pataca!

“TE t’si un pataca”. Il termine “pataca”, assume nel dialetto romagnolo il significato di “sprovveduto”. Ciò che deve fare un qualsiasi autista soccorritore in queste ore di autentica emergenza sanitaria è non comportarsi appunto da “pataca”.  

Il sistema sanitario italiano e l’economia del Paese stanno andando in crisi, mai come in queste settimane si è combattuta una guerra che sta portando risvolti drammatici per la salute pubblica e anche in termini di approvvigionamento delle risorse e del materiale che fino a qualche settimana fa abbondava nei magazzini del sistema sanitario.  

Autista soccorritore ai tempi del coronavirus: azioni da compiere

Ciò che dobbiamo fare è semplicemente usare la competenza e l’umiltà nello svolgimento della nostra professione. Mettiamo da parte i “campanilismi” tra le varie organizzazioni sanitarie e tentiamo di ragionare in termini professionali, senza farci prendere dal panico o da ansie incontrollate e legate a fattori che non trovano riscontro scientifico.  

In primo luogo riprendiamo le vecchie abitudini, a volte lasciate da parte , di effettuare la pulizia dell’ambulanza a inizio e fine turno, in particolare di volante e abitacolo di guida, prestando attenzione anche alle parti più nascoste e spesso dimenticate, come ad esempio dietro ai sedili. 

La collaborazione tra i membri dell’equipaggio deve portare anche a suddividere i compiti ed effettuare la stessa operazione anche nel vano sanitario, con particolare riferimento ai mancorrenti e alle parti maggiormente a contatto, quali spondine della barella e cassettiere.  

I controlli previsti dalle check list dovranno essere eseguiti in maniera minuziosa, concentrandosi in modo particolare sui dispositivi di protezione individuale previsti per affrontare il contatto con pazienti affetti da coronavirus.  

Autista soccorritore e coronavirus: attenzione alle letture!

E’ importante una attenta lettura dei protocolli emanati dalle ASL , che vengono sistematicamente aggiornati attraverso le informazioni e gli studi svolti dal Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus, e  attenersi a quanto conosciuto e documentabile .  

Protocolli e linee guida non devono in nessun caso essere oggetto di interpretazioni personali, anche davanti allo scetticismo che può insorgere confrontandoci tra colleghi.  

In poche parole la sottovalutazione del problema può ingenerare danni sulla nostra salute, esattamente come la sopra valutazione può ingenerare danni nell’utilizzare, ad esempio, presidi e risorse che andrebbero invece dirottati sulle reali necessità; la sopra valutazione può inoltre trasmettere ansie ingiustificate nei confronti degli utenti. 

Emergenza sanitaria: il dialogo prima di ogni altra cosa

Una delle figure maggiormente coinvolte nell’emergenza del COVID-19 è quella del medico igienista, che è a disposizione del personale secondo le indicazioni impartite dalle regioni e dalle ASL. 

Il ruolo rivestito dal personale autista soccorritore non è sicuramente quello di rispondere a domande di carattere sanitario ed eventuali curiosità da parte dei cittadini e anche per i quesiti più semplici si dovrà invitare il nostro interlocutore all’utilizzo dei numeri verdi regionali e nazionali.  

Ricordiamo inoltre che in nessun caso ci si deve far prendere dal panico, che viene generato da ansiapaura  e mancanza di obiettività.  

Un utilizzo razionale delle risorse e  una variazione  delle nostre abitudini quotidiane , mirata alle reali necessità portano sicuramente ad una soluzione del problema, oltre che alla risposta interventuale che è alla base del ruolo rivestito  

(Nelle prossime ore questo articolo verrà aggiornato con alcuni punti dell’OMS, le allegherò appena qui sotto)

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