Migranti, dopo lo stop da COVID-19 riprendono i rientri volontari: in 26 dal Niger al Gambia / VIDEO

Migranti, il COVID-19 non ha solo bloccato i flussi di chi lascia la propria terra a causa di guerre o povertà, ma anche quello di chi ha scelto di rientrare in patria.

IOM è un’organizzazione che si occupa della cura dei migranti a 360°, i suoi programmi comprendono anche quelli di ritorno volontario assistito delle persone e della loro reintegrazione in patria (programma AVRR).

Sono progetti sostenuti dall’Unione Europea.

MIGRANTI BLOCCATI DA COVID-19, MERCOLEDI’ I PRIMI RITORNI A CASA

Mercoledì 23 settembre 26 migranti del Gambia, dopo mesi bloccati in Niger nei centri di transito dello IOM, sono riusciti a ritornare a casa.

Il gruppo è tornato a casa con un volo charter da Niamey, capitale del Niger, passando per Conakry in Guinea, per il rientro di 100 migranti guineani.

Con lo spazio aereo del Gambia ancora ufficialmente chiuso, questo corridoio umanitario è stato eccezionalmente approvato dalle autorità.

Le restrizioni alla mobilità legate al COVID-19 hanno bloccato centinaia di migliaia di migranti in tutto il mondo.

Un documento informativo dello IOM ha analizzato gli ampi impatti delle chiusure delle frontiere sui migranti bloccati e ha proposto misure innovative che le nazioni possono intraprendere, in particolare assicurando che i migranti bloccati indipendentemente dalla nazionalità o dallo stato migratorio siano inclusi in tutti i piani di risposta COVID-19 nazionali.

Prima della loro partenza, in collaborazione con la missione dell’Unione europea per il rafforzamento delle capacità (EUCAP Sahel) e il Centro per la ricerca medica e sanitaria (CERMES) in Niger, lo IOM ha organizzato i test COVID-19 per i migranti ospitati nei centri di transito di Agadez e Niamey.

Prima del viaggio, ai migranti sono stati forniti gel disinfettanti per le mani, maschere, cibo e acqua preconfezionati, per ridurre al minimo le possibilità di contagio.

All’arrivo, i rimpatriati sono stati sottoposti a controlli della temperatura e hanno ricevuto carte di assistenza prima di essere trasportati in una struttura di alloggio temporanea (per la notte), dove sono stati forniti pasti e generi di prima necessità, comprese le forniture igieniche essenziali.

LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI DELL’INIZIATIVA IOM PER IL RIENTRO DEI MIGRANTI BLOCCATI DALL’EMERGENZA COVID-19

“L’AVRR è sempre stato uno strumento indispensabile per la gestione della migrazione, un’ancora di salvezza per i migranti che desiderano tornare a casa ma non hanno i mezzi per farlo”, ha affermato Fumiko Nagano, capo missione dello IOM in Gambia.

“Questo meccanismo è diventato ancora più vitale durante la pandemia. Nonostante le sfide attuali, lo IOM rimane impegnato nel sostenegno di rimpatri sicuri e dignitosi, in stretto coordinamento con le autorità governative che hanno reso possibile questo percorso”.

Il giorno successivo, i rimpatriati hanno ricevuto ulteriore sostegno medico e psicosociale e hanno preso parte a una sessione di orientamento sul processo di ricezione dell’assistenza per il reinserimento.

Ogni migrante ha ricevuto un’indennità per coprire i bisogni immediati e il proseguimento del trasporto.

“L’Unione Europea resta fortemente impegnata nella protezione dei migranti e nel sostenere i rimpatriati nella loro reintegrazione, specialmente nel contesto della pandemia COVID-19”, ha affermato H.E. Attila Lajos, ambasciatore dell’UE in Gambia, commentando l’importanza del programma di rimpatrio.

Con il Niger attualmente il principale paese di invio di migranti di ritorno in Gambia, la ripresa del programma AVRR è stata fondamentale.

IOM: DAL 2017 1.600 GAMBIANI SONO RIENTRATI DAL NIGER

Dal 2017, 1.600 gambiani sono tornati a casa dal Niger, rappresentando più della metà di tutti i ritorni in Gambia nel 2019 e nel 2020.

A marzo, per contenere la diffusione del virus, i governi di Gambia e Niger hanno imposto diverse restrizioni, tra cui la chiusura di tutte le frontiere. Ciò ha influito sul programma AVRR dell’OIM e ha lasciato migliaia di migranti bloccati nei sei centri di transito dell’OIM in tutto il Niger.

“Sono in Niger da oltre nove mesi”, ha detto Lamin Darboe, uno dei rimpatriati. “Non è stato facile. Sono solo felice di essere finalmente tornato perché desideravo casa mia da tanto tempo “.

In Italia siamo abituati, soprattutto per pigrizia intellettuale, ad immaginare che il flusso migratorio sia a senso unico, dall’Africa all’Italia, e di lì eventualmente nel resto dell’Europa.

In realtà le migrazioni sono un fenomeno più complesso: non c’è praticamente stato africano che non accolga nei propri confini persone di nazioni limitrofe, fuggite da casa propria per fame, malattie, guerre o disastri naturali.

Un loro ritorno, programmato e inserito in un percorso umano, è gesto di particolare rilevanza.

MIGRANTI, IL RIENTRO A CASA DOPO IL BLOCCO DETERMINATO DA COVID-19

PER APPROFONDIRE:

PREVENZIONE DEL COVID-19 NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA: LA GUIDA

MIGRANTI, INCENDIO AL CAMPO PROFUGHI DI MORIA, SULL’ISOLA DI LESBO

FONTE DELL’ARTICOLO:

SITO UFFICIALE IOM INTERNATIONAL ORGANIZATION FOR MIGRATION

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