Morì cadendo dalla barella. Condannati due soccorritori del 118 ARES
FONTE: CORRIERE DI ROMA – Cadde dalla barella davanti alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, morendo sul colpo. Così viene descritta la causa del decesso di Gabriella Talamonti, 78 anni, da un articolo apparso sul Corriere della Sera, edizione di Roma. I due infermieri dell’ARES che hanno svolto il soccorso sono stati condannati ieri a un anno di reclusione per omicidio colposo “per non aver stretto bene la cinghia della portantina”. La tragedia si consumò il pomeriggio di venerdì del 21 ottobre del 2011.
La signora era andata a seguire la funzione religiosa insieme alle amiche, come faceva sempre da fedele praticante. Terminata la messa, la donna si stava dirigendo verso l’uscita quando mise male un piede e rovinò sul pavimento. Una caduta accidentale, per la quale signora non sembrava aver riportato nessuna grave lesione tanto che voleva tornare a casa sulle gambe. Tuttavia, preoccupati per l’età, i figli scelsero comunque di chiamare l’ambulanza per accertamenti precauzionali in ospedale.
Il 118 arrivò subito, gli infermieri scesero dal mezzo di trasporto imbracciando un tipo particolare di barella, definita in gergo “tavola spinale”. Poggiarono la donna sulla portantina, alzarono la lettiga, fecero qualche passo, ma uno dei due infermieri – come era accaduto prima alla Talamonti – mise male un piede e la barella si rovesciò. Quella fatalità assunse subito i contorni del dramma. La Talamanti cadde in terra sbattendo la testa e si scopri che la cinghia non era stata stretta. In seguito al trauma cranico precipitò in coma. Cinque giorni dopo la signora spirò in ospedale. CONTINUA