Torna il rotavirus e il Pronto Soccorso si ingolfa: allarme a Napoli

Col rientro dalle vacanze è nuovo allarme “rotavirus” al Santobono. Una ondata di bambini affetti dalla “speciale” gastroenterite mette ancora una volta in ginocchio i medici dell’ospedale pediatrico. Accade al ritorno dalle ferie di agosto. E lo ammette Antonio Correra, direttore della Pediatria d’urgenza. «Sì, siamo nuovamente in affanno. Voglio precisare che i 400 accessi al giorno che avevamo registrato ad inizio agosto si erano ridotti in prossimità di Ferragosto e della conseguente partenza per le vacanze. Ma col rientro si è ripreso a bussare alla porta del pronto soccorso. E la percentuale di casi “rotavirus” è paradossalmente aumentata» dice il primario del Santobono. Che ricorda: «Negli ultimi mesi si è avuto in Campania una forte epidemia da “rotavirus” che è, di solito, più diffusa in periodo autunnale ed invernale. Nella nostra regione, probabilmente per particolari situazioni ambientali, la malattia è invece diventata particolarmente aggressiva nel periodo estivo». Sta di fatto che, secondo Correra, il problema potrebbe essere superato a monte. Con la prevenzione. Col vaccino i casi si ridurrebbero dell’80%. E la sanità pubblica sarebbe la prima a beneficiarne. Nel nostro Paese, infatti, l’infezione da “rotavirus” costa alla sanità pubblica tra i quaranta e i sessanta milioni di euro all’anno. «In Italia, infatti, oltre 400mila bambini vengono colpiti ogni anno dalla particolare gastroenterite. Di questi casi, circa 322mila episodi si risolvono con la sola assistenza al domicilio del piccolo, 80mila sono quelli che necessitano di una visita ambulatoriale, mentre oltre 10mila vengono ospedalizzati. È stato, inoltre, stimato che la gastroenterite da “rotavirus” causa 50mila visite in pronto soccorso l’anno, con conseguente congestione di tutte le strutture ospedaliere, specie quando si registra il picco d’incidenza» dice ancora Correra. E ribadisce: «Non tutti sanno che però tale patologia è prevenibile. Ed in alcune regioni italiane la prevenzione viene già fatta da molti anni. Con due vaccini, entrambi sicuri, ben tollerati e soprattutto molto efficaci. Si assumono per via orale e sono raccomandati da tutte le società scientifiche nazionali e internazionali. Vanno, però, assunti in due o tre dosi, a seconda del prodotto, entro il sesto mese di vita e tuttora il loro utilizzo è molto scarso nel nostro Paese». Sta di fatto, spiega il primario, che nelle aree in cui il vaccino viene utilizzato i ricoveri dei bambini si sono ridotti dell’80% per cento in un anno. «In alcune regioni Italiane è stato introdotto nel calendario vaccinale. Nella Regione Campania il vaccino non viene offerto e i genitori non sono nemmeno informati della possibilità di prevenzione dell’infezione da “rotavirus”». Conclude il primario: «Fino a dieci anni fa la Regione Campania era all’avanguardia per l’offerta vaccinale. Purtroppo negli ultimi anni la nostra regione è diventata il fanalino di coda dell’Italia anche per le vaccinazioni dell’obbligo. C’è da augurarsi che la nuova amministrazione tenga conto delle moderne offerte di medicina preventiva e di quanto suggeriscono le società scientifiche. In conclusione i vaccini esistono, usiamoli. I bambini meritano di vivere serenamente la loro infanzia, se possibile». (Marisa La Penna – Il Mattino)

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