World Restart a Heart Day 2021: ieri la maratona CRI per le manovre salvavita

Manovre salvavita: immaginate migliaia di persone nelle piazze e nei centri commerciali di 19 Regioni d’Italia che, contemporaneamente, sulle note musicali di Stayin’ Alive, applicano il massaggio cardiaco, a ritmo musicale, su migliaia di manichini stesi a terra

È la maratona organizzata dalla Croce Rossa Italiana per celebrare il World Restart a Heart Day (WRAHD), l’iniziativa lanciata dall’International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR) che vuole sensibilizzare le persone sull’importanza delle manovre salvavita.

Obiettivo dell’iniziativa CRI: arrivare a 1 milione di compressioni toraciche coinvolgendo le persone mentre fanno la spesa o magari passeggiano per le strade delle principali città d’Italia.

La maratona sulle manovre salvavita

Più di 700 volontari di 180 Comitati della Croce Rossa Italiana, infatti, sono stati impegnati nella giornata di sabato 16 ottobre per raggiungere questi obiettivi coinvolgendo quante più persone possibili perché “Tutti i cittadini del mondo possono salvare una vita”.

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L’importanza della Rianimazione cardio-polmonare e di conoscere le manovre salvavita

Durante i primi minuti di arresto cardiaco nell’adulto, infatti, una certa quota di ossigeno è ancora presente nel sangue e nei polmoni, per cui, le compressioni toraciche iniziate immediatamente potrebbero salvare centinaia di migliaia di vite ogni anno.

La possibilità che una vittima di arresto cardiaco possa sopravvivere dipende quindi dal tempo perché, in assenza di manovre rianimatorie, i danni ai suoi organi e in particolare al cervello, diventano irreversibili in pochissimi minuti.

La rianimazione cardiopolmonare (RCP) effettuata negli istanti successivi all’arresto, aumenta la percentuale di sopravvivenza del paziente da due a quattro volte.

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Le statistiche

A causa di questo evento, in Europa e negli Stati Uniti, circa 700.000 persone muoiono ogni anno, 50.000 di essi in Italia.

Il 70-80% di tali eventi avviene nelle abitazioni private, 1/3 degli eventi accade, invece, sul posto di lavoro o in strada.

Dopo un arresto cardiaco extraospedaliero, la percentuale totale di sopravvivenza è del 2-10%.

Questa percentuale sale al 20%, 30%, 50%, 70-80% a seconda del grado di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni a livello territoriale.

Nonostante la possibile efficacia e l’alto grado di sicurezza sia della RCP, sia della defibrillazione con DAE, sono poche le vittime di arresto cardiaco che vengono soccorse dai testimoni.

Dai dati EuReCa One pubblicati nel 2014 in Europa, si stima che in Italia questo avvenga in meno del 30% dei casi rispetto ad una media europea del 47.4%.

Se si considera che nel nostro Paese avvengono più di 65.000 arresti cardiaci all’anno, è possibile calcolare un numero altissimo di morti legate a questo evento, pari a circa 46.000 ogni anno.

Per approfondire:

A ottobre torna “Viva!”: IRC nelle scuole per l’insegnamento della rianimazione cardiopolmonare e il primo soccorso

Pediatria e soccorso: imparare la rianimazione e la disostruzione già a scuola: il progetto ‘Cuori pensanti’

Fonte dell’articolo:

Croce Rossa Italiana

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