Allergie alimentari: cause e sintomi

Le allergie alimentari sono una risposta anomala del sistema immunitario a uno o più alimenti o componenti degli alimenti

L’allergene, cioè la sostanza che scatena questa risposta abnorme, è nella quasi totalità dei casi, una proteina.

Il 90% delle allergie alimentari sono causate da un gruppo di otto alimenti: latte vaccino, uova, soia, cereali, arachidi e altra frutta secca, pesce e crostacei.

Ciò che rende le allergie alimentari così difficili da gestire è che la sostanza o le sostanze cui si è allergici non sono isolate ma possono trovarsi nei cibi di tutti i giorni.

Generalmente, le allergie alimentari compaiono nei primi dieci anni di vita, il periodo dello sviluppo del sistema immunitario.

Anzi, alcune allergie si scatenano già nei primi mesi di vita, durante l’allattamento, in seguito a una risposta immunitaria provocata dalle proteine presenti nel latte materno.

Tipi di allergie alimentari

La “Top 8” degli alimenti allergenici determina altrettanti tipi di Allergia di origine vegetale e di origine animale:

Allergie di origine vegetale:

  • Allergia alle arachidi: le arachidi sono uno degli allergeni alimentari più diffusi che solitamente determina una forma grave e cronica di allergia.
  • Allergia ad altra frutta a guscio: i principali frutti a guscio coinvolti nelle reazioni allergiche sono mandorle, nocciole, noci, anacardo, e pistacchio.
  • Allergia alla soia: l’allergia alla soia è una risposta immunitaria ad almeno una delle sedici proteine della soia potenzialmente allergogene.
  • Allergia ai cereali: l’allergia al frumento può determinarsi a causa della produzione di IgE specifiche nei confronti di diverse classi di proteine che risultano ancora “tossiche” dopo la cottura o i comuni trattamenti tecnologici.

Allergie di origine animale:

  • Allergia alle uova: è una delle più comuni allergie alimentari nei neonati e nei bambini.
  • Allergia ai crostacei (granchio, aragosta, gamberi): l’allergia ai crostacei è una reazione immunitaria avversa ad alcune proteine contenute in questi alimenti.
  • Allergia ai pesci: come nel caso di allergia ai crostacei, l’allergia al pesce determina una reazione immunitaria avversa ad alcune proteine dell’alimento.
  • Allergia al latte vaccino: l’allergia alle proteine del latte vaccino colpisce tra il 2% e il 3% dei bambini generalmente prima del terzo anno d’età e con un picco tra i primi 3-5 mesi.

Cause delle allergie alimentari e fattori di rischio

La causa principale delle allergie alimentari è la “perdita della neutralità” verso il cibo.

Per prevenire l’assorbimento di agenti potenzialmente patogeni e pericolosi provenienti dal cibo e al tempo stesso per garantire la tolleranza, cioè la “neutralità” del sistema immunitario verso le proteine della dieta e i batteri “buoni” (cosiddetti commensali), esistono a livello gastrointestinale precisi meccanismi immunitari.

La normale “tolleranza” del sistema immunitario verso gli antigeni alimentari può venir meno, in alcune situazioni, nei confronti di una o più proteine allergeniche presenti negli alimenti, instaurando un’allergia alimentare.

La tendenza a svilupparla dipende dall’ereditarietà e da altri fattori (gastroenteriti virali, nascita prematura).

Ma anche i fattori ambientali, come l’inquinamento atmosferico, l’esposizione al fumo di sigaretta durante l’infanzia (o durante la gravidanza della madre), e la permanenza in ambienti umidi possono contribuire.

In alcune persone, la reazione allergica può essere innescata dall’esercizio fisico, con prurito e stordimento subito dopo aver iniziato l’allenamento in palestra o una corsa.

Non mangiare per un paio d’ore prima dell’esercizio ed evitare i cibi “sospetti” può aiutare a prevenire questo problema.

Negli ultimi anni si è osservato un notevole incremento delle malattie allergiche (per fare un esempio del tasso di crescita di queste allergie, solo in Gran Bretagna, dal 1990 al 2007 sono aumentate del 500%!) in modo particolare l’allergia ad alimenti, che hanno assunto le caratteristiche di una vera e propria epidemia, fino a rendere la vita difficile al 6-8 % dei bambini sotto i 3 anni (oltre il 10% se si considerano anche lievi reazioni a frutta e verdura) e fino al 3 % degli adulti.

I bambini rappresentano la categoria più esposta alle allergie alimentari perché il loro organismo, soprattutto se piccolissimi, è ancora in formazione: il sistema gastrointestinale, che dovrebbe bloccare gli antigeni, soprattutto nei lattanti non è ancora ben sviluppato e può venire meno a questa sua funzione, provocando reazioni allergiche che colpiscono solitamente l’apparato respiratorio (con asma e congiuntivite), l’apparato gastrointestinale (con diarrea, dolori addominali e vomito) e la pelle (con orticaria ed eczema).

Circa l’85% dei bambini con allergie alimentari guariscono spontaneamente nei primi 3-5 anni di vita, anche se la persistenza in età adulta diventa sempre più frequente.

La predisposizione alle allergie è però un fattore determinante: se un genitore è già allergico, il bambino avrà circa il 45% di possibilità di sviluppare anche lui allergie alimentari; la percentuale sale quasi al doppio, all’80% circa, se entrambi i genitori sono allergici.

È importante quindi prolungare, soprattutto in questi bambini con predisposizione genetica, il più possibile l’allattamento al seno, che permette di usufruire degli anticorpi materni.

Segni e sintomi delle allergie alimentari

I sintomi di allergia alimentare si sviluppano solitamente da pochi minuti a due ore dopo aver mangiato il cibo “incriminato”.

Per alcuni, la reazione allergica a un determinato alimento può essere solo “spiacevole”, ma non grave.

Per altri, però, può essere anche molto grave e pericolosa per la vita.

I segni e sintomi più comuni comprendono:

•    sensazione di formicolio o prurito in bocca
•    orticaria, prurito o eczema sul corpo
•    gonfiore delle labbra, viso, della lingua e della gola o di altre parti del corpo
•    respiro sibilante, congestione nasale o problemi respiratori
•    dolore addominale, diarrea, nausea o vomito
•    vertigini, stordimento o svenimento.

Lo shock anafilattico, è una reazione estrema e potenzialmente molto pericolosa che può manifestarsi in alcune persone e in casi particolari (rari per fortuna).

Nelle persone allergiche è sempre necessario tenere presente la possibilità che una tale reazione si verifichi.

Occorre saperla riconoscere tempestivamente per poter prendere provvedimenti immediati.

I sintomi di uno shock anafilattico comprendono:

  • costrizione delle vie aeree;
  • gola gonfia o sensazione di un groppo in gola che rende difficile respirare;
  • shock con un grave calo della pressione sanguigna;
  • polso rapido;
  • vertigini, stordimento o perdita di coscienza.

Che cosa fare in caso di allergia alimentare

La prima cosa da fare nel caso si presentino i segni e i sintomi dell’allergia alimentare è consultare il proprio medico per escludere altre malattie.

Il medico di famiglia potrà poi indirizzare verso un dietologo o un allergologo.

Nel caso l’allergia interessi i bambini, il pediatra va consultato in ogni caso per concordare con lui la prevenzione e la terapia più efficace, ma soprattutto va consultato in casi di orticaria, gonfiori, prurito o altri sintomi evidenti di allergia a circa mezz’ora dall’ingestione di un particolare alimento.

Si consiglia invece di recarsi immediatamente al Pronto Soccorso quando il bambino ha fame d’aria e tosse, con conseguente sensazione di soffocamento.

Differenza tra allergie e intolleranze alimentari

L’allergia alimentare è probabilmente la patologia più comunemente auto-diagnosticata, ma spesso anche mal-diagnosticata da chi ne soffre o dai genitori (se si tratta di un bambino), mentre non di rado è sotto-diagnosticata dai medici di Medicina generale e perfino dagli specialisti.

Soprattutto in fase di diagnosi, è importante distinguere le allergie alimentari dalle semplici intolleranze e dalle avversioni ad alcuni cibi.

Le allergie alimentari vere e proprie sono caratterizzate da una risposta anormale del sistema immunitario a uno o più alimenti o componenti degli alimenti.

Le intolleranze alimentari sono causate dalla carenza o dall’assenza di un enzima (per esempio l’intolleranza al lattosio è causata dalla ridotta funzionalità dell’enzima betagalattosidasi o lattasi).

L’avversione alimentare è una reazione psicologica provocata dall’associazione di emozioni negative a determinati cibi.

Diagnosi di allergia alimentare

Un’anamnesi dettagliata del paziente e della sua famiglia è il primo passo per una diagnosi accurata nel caso si sospetti un’allergia alimentare.

Importante è anche ripercorrere la “storia” delle reazioni avute con i diversi alimenti.

Successivamente il paziente dovrà sottoporsi a un esame fisico completo.

Il metodo più usato per determinare se si ha un’allergia alimentare consiste nel sottoporsi ai Prick test e/o ai test immunologici dei livelli sierici di IgE con specifici alimenti.

Un test ancora più affidabile, il test di provocazione orale (TPO), – che consiste nel somministrare l’alimento sospetto, – comporta però il rischio di suscitare una reazione allergica grave, e deve perciò essere eseguito sotto la supervisione di personale medico qualificato con trattamento di emergenza prontamente disponibile.

Per approfondire:

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