Covid-19, plasma iperimmune: via al reclutamento dei potenziali donatori al Cotugno di Napoli

Covid-19, plasma iperimmune: parte ufficialmente in Campania il protocollo sperimentale ‘Tsunami’ con l’apertura, questa mattina, di un laboratorio dove saranno effettuati tamponi e prelievi di sangue

 

PLASMA IPERIMMUNE, UNO SPAZIO DEDICATO ALL’OSPEDALE COTUGNO DI NAPOLI

Uno spazio apposito dell’ospedale Cotugno di Napoli è dedicato ai guariti dal Covid che intendono donare il proprio plasma.

Con l’apertura, questa mattina, di un laboratorio dove saranno effettuati tamponi e prelievi di sangue parte ufficialmente in Campania il protocollo sperimentale ‘Tsunami’ per il trattamento delle polmoniti da Covid-19 con il plasma iperimmune.

La prima fase della sperimentazione consiste nel reclutamento dei donatori, tutti volontari, che presentano un’elevata carica anticorpale.

I primi ex pazienti Covid del Cotugno, oggi guariti, a sottoporsi allo screening sono stati proprio i medici che hanno dovuto lottare contro il virus.

Tra questi Stefano Lepore, ortopedico dell’ospedale Cardarelli, e Antonio Corcione, primario del reparto di anestesia dell’ospedale Monaldi.

“Sono stato uno dei primi ad infettarsi e sono stato ricoverato qui per 43 giorni – ha detto Lepore -.

Conosco persone che non ce l’hanno fatta.

Dare un contributo mi sembrava il minimo, ho voluto restituire quello che mi è stato dato qui da tutto il personale del Cotugno”.

PLASMA IPERIMMUNE, FASE 2 CON I CITTADINI DI ARIANO IRPINO

In una fase successiva lo screening coinvolgerà i cittadini di Ariano Irpino (Avellino), uno dei comuni ex zona rossa più colpiti dal coronavirus.

“Le richieste di donazione sono tantissime – ha spiegato Roberto Parrella, direttore dell’unità operativa complessa di malattie infettive ad indirizzo respiratorio dell’ospedale Cotugno – sia da persone che hanno superato la fase critica della malattia in ospedale che da persone guarite che si trovano a casa.

Non tutti potranno donare: lo screening che si svolge in questo laboratorio ci permetterà di identificare i pazienti ‘ideali’, cioè quelli che non hanno patologie concomitanti e che abbiano un livello anticorpale adeguato per poter poi somministrare plasma di guariti a soggetti che invece sono ancora infetti.

Avremo a disposizione anche uno spazio d’ascolto per un primo screening telefonico e poi, dopo ulteriori accertamenti in laboratorio, potranno donare al centro trasfusionale”.

La sperimentazione si avvarrà infatti della collaborazione del centro trasfusionale dell’ospedale Monaldi, diretto da Bruno Zuccarelli.

“Noi ci crediamo – ha affermato Zuccarelli – perchè ci sono state esperienze positive sia in Italia che all’estero. Ovviamente è un protocollo sperimentale ma rappresenta un’arma in più nella batteria di terapie con cui possiamo affrontare il Covid.

Non è il miracolo di Lourdes, ma può essere un tassello sul quale puntare”.
“I lavori eseguiti fino ad oggi – ha detto Luigi Atripladi, direttore del laboratorio del Cotugno – ci dicono che questo trattamento può essere di grande aiuto per i pazienti fragili.
Bisogna però fare uno screening ai donatori oltre alle consuete indagini di routine.

Qui ci sarà la possibilità di verificare se i potenziali donatori hanno un buon livello di anticorpi e così potranno entrare nel circuito di donazione”.

PLASMA IPERIMMUNE, IL DG DEL COTUGNO: “LE PRIME DONAZIONI ENTRO DUE GIORNI”

“È un giorno importantissimo, abbiamo voluto suggellarlo reclutando i medici che sono stati affetti da Covid, persone che hanno sostato nei nostri reparti e debellato questa terribile patologia”.

Lo ha detto Maurizio di Mauro, direttore generale dell’azienda dei Colli, a cui afferisce l’ospedale Cotugno di Napoli, commentando l’apertura di uno spazio del nosocomio dove saranno reclutati i pazienti guariti dal coronavirus per la donazione di plasma iperimmune.

“Partiamo con questo protocollo e nel giro di un paio di giorni, ottenuti i risultati del laboratorio, sarà possibile effettuare la donazione del plasma con anticorpi specifici per combattere il Covid.

Questo protocollo – ha aggiunto il Dg – sta dando buoni risultati dove è già iniziato, speriamo che sia un ulteriore contributo che il Cotugno può mettere a disposizione dei pazienti”.

Dopo il reclutamento dei medici partirà quello dei cittadini di Ariano Irpino (Avellino), ex zona rossa della Campania.

“Si tratta di un’area – ha detto di Mauro – particolarmente colpita da questa pandemia.

Mi sembrava giusto, in un clima di solidarietà, creare una rete tra quanti hanno vissuto momenti più drammatici.

Ariano conta 22mila abitanti e un numero di contagi abbastanza elevato.

Effettueremo anche su di loro lo screening, creando le condizioni più favorevoli perchè loro stessi possano diventare donatori e contribuire a fare in modo che tutti i Covid positivi possano usufruirne”.

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