Incidenti in mare, regola numero uno: mai improvvisarsi soccorritori

Incidenti in mare, durante il periodo estivo non è raro leggere sui quotidiani della nostra nazione titoli di questo tipo: “X si tuffa in mare per salvare Y, dopo averlo salvato muore annegato”

Cosa succede in dinamiche di questo tipo, strane ma molto usuali, ce lo spiega Davide Gaeta, esperto istruttore del campo del soccorso acquatico.

Un titolo di questo tipo, che è un classico del giornalismo, lascia un quesito: in seno ad uno degli incidenti in mare, se una persona è riuscita a soccorrere il pericolante, perché lo stesso soccorritore è poi annegato?

La risposta sta nel fatto che nello scenario reale sono altri soggetti a soccorrere sia il primo pericolante che la persona che si è improvvisata nel soccorso, e per diversi motivi può capitare che l’intervento sul primo riesca mentre sul secondo non fornisca analogo risultato.

I giornalisti tendono ad utilizzare il termine eroe, e probabilmente è una cosa giusta in quanto chi cede la vita a favore del prossimo non potrebbe essere che ritenuto tale.

Dal punto di vista tecnico e razionale c’è invece tanto da ridire.

Il soccorritore improvvisato è spinto da movente affettivo e non da competenza, tanto è vero che potremmo facilmente sostituire X con genitore e Y con figlio in quel titolo di giornale.

Purtroppo nel soccorso la buona fede non basta, soprattutto in ambiente tecnico è inevitabilmente necessaria la competenza. SAFETY FIRST!!

E allora se vedi una persona in difficoltà in acqua ma non hai le competenze per intervenire negli incidenti in mare, cosa puoi fare?

Rispetto ad un’emergenza acquatica un intervento si può definire attivo o passivo, in riferimento alla decisione di entrare o meno in acqua.

In questi casi si procede tassativamente con un intervento passivo, tra le cui opzioni troviamo:

  • segnalare la situazione a chi è adibito al soccorso, personale che paradossalmente in questi casi è spesso presente, o attivare i numeri d’emergenza;
  • gridare indicazioni al pericolante come la direzione in cui nuotare visto che in acqua ad esempio potrebbe non rendersi conto di arrancare controcorrente;
  • lanciare qualcosa, un salvagente, una cima, ecc;

E se hai le competenze per entrare in acqua ma non ti trovi in servizio?

La falla sarà che non avrai a disposizione le dotazioni, ma in ogni caso l’intervento “a mani nude” andrebbe sempre evitato; sempre meglio portare con sé qualcosa di galleggiante e, una volta raggiunto il target, usarla per appoggiarsi, respirare ed attendere i soccorsi.

Per approfondire:

Soccorso in ambiente acquatico: annegamento, differenze tra finzione e realtà

Prevenire l’annegamento: cosa si può fare per ridurre le morti in acqua? Le dieci regole d’oro

Cosa fare per prevenire l’annegamento di ragazzi, infanti e bambini?

Fonte dell’articolo:

Per maggiori informazioni sulla cultura del soccorso e della prevenzione degli incidenti in acqua è possibile visitare il sitoweb www.davidegaeta.com

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