L'allattamento materno in caso di positività da COVID-19

Allattamento materno e positività a Covid-19: la pandemia è entrata a gamba tesa nelle nostre abitudini quotidiane e le ha stravolte, ma l’allattamento materno è una delle primissime fasi della nostra vita da un punto di vista dello sviluppo fisico e psicologico e per questo è importante tutelarlo

Allattamento materno e covid-19: cosa fare se la madre è positiva o ricoverata?

Il Ministero della Salute ha realizzato un Tavolo Tecnico Allattamento (TAS) e ha definito un documento pubblicato il 4 giugno 2021 con delle indicazioni ben precise per

Il documento riporta:

Il Tavolo Tecnico Allattamento (TAS) del Ministero della Salute a seguito dell’esperienza acquisita relativamente alla pandemia da COVID-19 ha ritenuto di fissare alcuni concetti base di salute pubblica inerenti l’alimentazione infantile per fornire alcune indicazioni che possano risultare utili in caso di futura pandemia che si possono riassumere in alcuni punti:

Ruolo dell’allattamento materno e raccomandazioni sull’alimentazione infantile In occasione di una pandemia

Analogamente ad altre situazioni di emergenza sanitaria e nazionale (come ad esempio terremoti, alluvioni, fenomeni di people displacement), alle donne in gravidanza/allattamento e ai bambini in particolare sotto l’anno di età vanno riconosciuti bisogni specifici, ai quali è necessario rispondere in modo adeguato (Davanzo 2004; IFE Core Group 2017; TAS 2018; ISS 2018).

Il latte materno rappresenta il gold standard nutrizionale per l’infanzia.

L’allattamento al seno esclusivo risponde pienamente ai bisogni nutrizionali del bambino e viene raccomandato dall’OMS e dal Ministero della Salute per tutto il primo semestre di vita.

Nel periodo successivo al 6° mese di vita si continua a raccomandare l’allattamento nell’ambito di un’alimentazione complementare, che vede l’introduzione di alimenti semisolidi e solidi.

L’allattamento materno di lunga durata reca documentati benefici sia per la madre, che per il bambino e va incoraggiato, anche fino al completamento del secondo anno di vita e oltre (Binns 2016)

L’allattamento ha un ruolo positivo su crescita, sviluppo e salute dell’individuo a breve termine (riduzione delle infezioni, migliore risposta alle vaccinazioni) ma anche a lungo termine (minor rischio di obesità, malattie cardiovascolari e immuno-mediate). Inoltre è vantaggioso per praticità (il latte materno è sempre pronto per l’uso), economicità e sostenibilità ambientale.

Allattamento materno e protezione dalle infezioni

Il latte materno non è un liquido biologico sterile ma ha una sua normale flora batterica (microbiota); quando è in corso una malattia nella madre il suo latte può contenere microorganismi patogeni (batteri o virus), che nella grande maggioranza dei casi non sono in grado di infettare il lattante.

La trasmissione dell’infezione da madre a bambino col latte è un’ evenienza documentata con certezza solo per l’HIV e l’HTLV. L’eventuale trasmissione di infezioni virali, quali influenza e COVID-19, dalla madre al bambino avviene invece principalmente con le goccioline respiratorie o tuttalpiù per inoculazione da contatto attraverso le mucose (Giusti et al 2021).

La protezione e il sostegno dell’allattamento in una situazione di emergenza sanitaria come una pandemia semplifica la gestione alimentare del bambino e gli garantisce cure materne, a meno che la madre non si trovi in gravi condizioni di salute (Davanzo et al. 2020).

L’allattamento viene infatti sconsigliato dall’OMS in caso di malattia materna da virus Ebola (EVD)(WHO 2020) proprio in considerazione della contagiosità di questa infezione ad elevata letalità, sempre che sia possibile la gestione separata e sicura di madre e bambino.

La sospensione dell’allattamento nel momento in cui viene diagnosticata un’infezione materna, è una scelta intempestiva, dal momento che la trasmissione per via respiratoria da madre a bambino potrebbe essersi già verificata.

E’ inoltre un intervento potenzialmente dannoso, in quanto toglierebbe al bambino non solo un alimento ottimale dal punto di vista nutrizionale e biologico, ma al tempo stesso l’opportunità di ricevere col latte materno gli anticorpi diretti contro lo specifico temuto agente infettivo.

Non bisogna trascurare nemmeno il fatto che la sospensione dell’allattamento non tiene conto dei bisogni emotivi e psicologici della madre (WHO 2020; TAS 2021)

In sintesi, le infezioni materne, molto raramente costituiscono controindicazioni ad allattare, mentre il malessere della donna è un ostacolo che può essere superato anche fornendo la rassicurazione e l’aiuto pratico per poter continuare ad allattare, piuttosto che consigliare di default di passare ad un’alimentazione con formula lattea.

Il ricorso alle formule lattee risulta quindi indicato solo per buone ragioni di natura medica (WHO 2009; Davanzo et al. 2015; Davanzo 2018) o per scelta informata della madre. Perdipiù i bambini allattati hanno minor bisogno di cure ambulatoriali e ospedaliere (Cattaneo 2006) la cui fruizione in situazione di emergenza può incontrare limitazioni d’accesso anche per la necessità di riorganizzare le priorità assistenziali della popolazione.

Gli ormoni attivati dalla lattazione (in particolare la prolattina e l’ ossitocina) rilasciati durante l’allattamento ed il legame madre-bambino aiutano a gestire l’ ansia, lo stress ed eventuali sintomi depressivi materni, soprattutto in condizioni di emergenza/pandemia.

Gestione alimentare nel primo semestre di vita

Il fabbisogno di latte nel primo semestre di vita è orientativamente di 150 ml/kg/die, indipendentemente dal fatto che il bambino venga alimentato al seno o con formula di tipo 1.

Il volume massimo di latte assunto aumenta col passare dei mesi, ma solitamente, per un’alimentazione solo lattea, non supera gli 800-1.000 ml/die.

L’allattamento responsivo, ossia a richiesta permette al bambino/a sano e nato a termine di soddisfare il proprio fabbisogno e di sviluppare la capacità di autoregolarsi.

Questo è facilmente garantito se il bambino è allattato al seno perché assume poppate variabili di numero, di volume e di composizione (nel corso della poppata, per esempio, il latte finale è più ricco di lipidi).

La formula lattea invece, avendo composizione costante, si presta a schemi di alimentazione preimpostati per numero, ora e volume delle singole poppate.

Nella maggior parte dei casi un bambino alimentato esclusivamente con formula fa 8 poppate nelle 24 ore.

In base a quanto sopra premesso in tema di allattamento materno e Covid-19, il TAS fa le seguenti raccomandazioni:

1. Le donne non vanno mai separate dai loro bambini/e, fatta eccezione nei casi in cui la donna e/o il/la bambino/a abbiano bisogno di cure intensive.

2. L’allattamento va tutelato ogni qualvolta sia possibile, anche in corso di pandemia.

3. L’eventuale indicazione per un’alimentazione con formula va fatta solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio di ciascuna opzione alimentare e delle condizioni generali di salute della donna che allatta.

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Per approfondire:

L’OMS esorta le donne in gravidanza o in allattamento a farsi vaccinare contro il COVID-19

Donna e gravidanza: quali servizi sanitari e assistenza in Bangladesh durante i nove mesi di gestazione e durante l’evento nascita?

Fonte dell’articolo:

InfermieriAttivi

Bibliografia

  1. Binns, C., Lee, M., & Low, W. Y. The Long-Term Public Health Benefits of Breastfeeding. Asia Pacific Journal of Public Health 2016 28(1), 7 14. doi:10.1177/1010539515624964
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