Lesioni del nervo facciale: paralisi di Bell ed altre cause di paralisi

Paralisi di Bell, uno sguardo di insieme: il nervo facciale (o “faciale”) è il settimo nervo cranico comprende due distinti nervi: il nervo facciale propriamente detto, che contiene fibre motrici somatiche per l’innervazione dei muscoli mimici e degli altri muscoli derivati del secondo arco branchiale; il nervo intermedio (del Wrisberg), che comprende fibre sensitive somatiche e viscerali che hanno una origine comune nel ganglio genicolato e si portano ai 2/3 anteriori della lingua e a una ristretta area del padiglione auricolare, e fibre parasimpatiche pregangliari per le ghiandole lacrimali, per le ghiandole salivari sottomandibolare e sottolinguale e per le ghiandole della mucosa del naso e del palato

Le lesioni del nervo facciale possono manifestarsi come paralisi facciale, una situazione in cui una persona non è in grado di muovere i muscoli su uno o entrambi i lati del proprio viso.

Paralisi di Bell

La paralisi di Bell è l’affezione più frequente a carico del nervo facciale (settimo nervo cranico ), con un’incidenza annuale di 23 casi ogni 100000 individui.

Colpisce ugualmente uomini e donne di qualsiasi età e in qualsiasi periodo dell’anno. Particolarmente colpite sono le donne incinte.

Cause e fattori di rischio della paralisi del nervo facciale e di Bell in particolare

Dal punto di vista eziologico, benché sia stata ritenuta in passato una forma idiopatica, è attualmente evidente che la causa più frequente della paralisi di Bell è un’infezione da virus herpes simplex di tipo 1 ed è probabile che altri virus e processi infiammatori possano esserne responsabili nei restanti casi.

L’esordio è acuto e il disturbo raggiunge l’intensità massima dopo alcune ore o giorni: frequentemente è preceduto da uno o due giorni di dolore retroauricolare.

Sintomi e segni

I sintomi e segni sono tipici: tutta la muscolatura mimica di un lato del volto è ipostenica o paralizzata: la chiusura della palpebra è impossibile, l’angolo della bocca tende a cadere e il paziente non è in grado di corrugare la fronte.

Non sono presenti disturbi obiettivi delle sensibilità, anche se il paziente può riferire una sensazione di “peso” al volto o altre sensazioni anomale, che possono essere definite come “intorpidimento”.

Nei casi di interessamento del nervo facciale prossimalmente al punto d’origine della corda del timpano, è presente una perdita della sensibilità gustativa dei due terzi anteriori della lingua.

Se è coinvolto il nervo che si dirige al muscolo stapedio, invece, si rileva iperacusia e il paziente avverte una distorsione dei suoni.

Decorso e prognosi delle paralisi del nervo facciale e di Bell

Circa l’80% dei pazienti guarisce nell’arco di alcune settimane o 1-2 mesi; in circa il 15% il recupero avviene 3-6 mesi dopo; in circa il 5% dei casi il recupero è molto scarso o non avviene affatto.

La presenza di una paralisi incompleta nei primi 5-7 giorni rappresenta un segno prognostico favorevole.

Una paralisi completa e persistente, che indica la totale interruzione delle fibre nervose, suggerisce che il recupero avrà inizio con ritardo (dopo circa 3 mesi): in questi casi la guarigione ha luogo mediante rigenerazione del nervo, che può richiedere anche 2 anni ed essere incompleta lasciando come sequele spasmi e contratture della muscolatura facciale e segni di rigenerazione aberrante delle fibre nervose (“lacrime di coccodrillo”, disfunzione mandibolare, discinesie).

La paralisi di Bell è in genere una diagnosi di esclusione: la diagnosi viene quindi raggiunta dopo aver escluso altre patologie che causano sintomi simili

La diagnosi ovviamente si serve dell’anamnesi e, soprattutto dell’esame obiettivo.

La diagnosi differenziale si serve della diagnostica per immagini (TC e risonanza magnetica).

Le alterazioni anatomo-patologiche non sono state studiate adeguatamente, ma il nervo appare rigonfio e alla risonanza magnetica (RM) dell’osso petroso si rileva, dopo infusione di gadolinio, un’intensificazione del contrasto.

Trattamento

Dal punto di vista della terapia, si ritiene che la somministrazione di corticosteroidi durante la prima settimana sia in grado di accelerare i tempi di guarigione.

Molti studi, ma non tutti, hanno rilevato che lo stesso obiettivo può essere raggiunto somministrando farmaci antivirali.

Si deve inoltre proteggere la cornea con occhiali, con l’instillazione di lacrime artificiali e con una garza fino a quando la guarigione consente la chiusura delle palpebre.

La cosiddetta “chirurgia del sorriso” è utile in alcuni casi.

La fisioterapia e la logopedia sono indicate per i pazienti con paralisi facciale.

Una paralisi facciale permanente determina un brusco calo della qualità della vita nel paziente, sia dal punto di vista sociale che professionale, specie nel caso di soggetti che usano l’aspetto del proprio viso come strumento lavorativo (ad esempio modelli, presentatori televisivi…).

Il paziente con paralisi facciale tende ad isolarsi ed ha un maggior rischio di soffrire di depressione ed ideazioni suicidarie: in questo caso sono utili i farmaci antidepressivi e la psicoterapia.

Altre cause di paralisi del nervo facciale

Altre cause di paralisi facciale sono notevolmente meno frequenti della paralisi di Bell ed in questa sede sono elencate brevemente:

  • Malattia di Lyme: costituisce una causa di paralisi facciale nelle aree endemiche, dopo punture di zecche o dopo un eri tema cronico migrante.
  • Infezione da HIV: questo virus, anche in assenza delle manifestazioni dell’AIDS, è stato identificato come causa di paralisi facciale mono- o bilaterale in soggetti affetti dalla malattia.
  • Sarcoidosi: i granulomi sarcoidoisici tendono a infiltrare il VII nervo più di ogni altro nervo cranico. La sarcoidosi è causa comune di paralisi del facciale alternanti o in sequenza. Una modalità di presentazione della sarcoidosi rara, ma tipica, è l’associazione di una sindrome febbrile acuta con aumento di volume della parotide e uveite (sindrome di Heerfordt).
  • Cause iatrogene: il nervo facciale può essere accidentalmente lesionato durante interventi di chirurgia, ad esempio per rimuovere un tumore cerebrale.
  • Compressione del nervo facciale da parte di una massa tumorale: queste masse sono solitamente rappresentate da schwannomi, meningiomi, colesteatomi, dermoidi, tumori del glomo carotideo o neoplasie miste della parotide.
  • Herpes zoster: è caratterizzata da infiammazione del nervo facciale, del ganglio genicolato e dei gangli contigui, che si manifesta con vescicole in corrispondenza della conca del meato acustico e del canale uditivo esterno (sindrome di Ramsay-Hunt).
  • Diplegia facciale: è dovuta nella maggior parte dei casi alla polineuropatia di Guillain-Barré e meno spesso è secondaria a sarcoidosi (febbre uveoparotidea o sindrome di Heerfordt) o a malattia di Lyme.
  • Sindrome di Melkersson-Rosenthal: si tratta di una rara affezione la cui causa è sconosciuta, caratterizzata da paralisi facciale ricorrente, edema labiale e formazione di pliche sulla lingua.
  • Paralisi facciale associata a lesioni del ponte: questa affezione deve essere distinta da un’ipostenia Facciale sopranucleare: può essere secondaria ad infarti, neoplasie e lesioni demielinizzanti. È comune l’associazione con paralisi dello sguardo o dell’abduzione oculare.
  • Emispasmo facciale: è spesso di natura idiopatica, ma può far seguito ad una paralisi di Bell; risponde all’iniezione periodica di tossina botulinica nei muscoli e, in molti casi, alla decompressione chirurgica della radice del facciale (che risulta compressa da un piccolo vaso adiacente).
  • Paralisi facciale congenita: è secondaria a trauma da parto o alla sindrome di Mobius (paralisi facciale congenita associata a paralisi dell’abducente o paralisi dello sguardo sul piano orizzontale); quest’ultima forma può essere bilaterale.
  • Emiatrofia di Romberg (pseudoparalisi facciale): si tratta di una rara lipodistrofia facciale unilaterale a eziologia sconosciuta, non associata a ipostenia.

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Fonte dell’articolo:

Medicina Online

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