Malattia di Alzheimer: come riconoscerla e prevenirla

Dal 1994 l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Società Internazionale per la Malattia di Alzheimer hanno istituito la Giornata Mondiale Alzheimer, che si celebra il 21 settembre in tutto il mondo

Questa giornata, che ogni anno riunisce in tutto il mondo malati, familiari e associazioni Alzheimer, testimonia l’interesse internazionale per la creazione di una coscienza pubblica sui problemi provocati da questa malattia.

La malattia di Alzheimer è una patologia neurologica degenerativa che colpisce il cervello

Porta nel tempo a uno stato di totale dipendenza, situazione non sempre facile da gestire per i familiari e per chi assiste il malato.

I primi sintomi sono caratterizzati da difficoltà a ricordare eventi recenti ed difficoltà di orientamento, soprattutto in ambienti nuovi.

Nel corso della malattia chi è affetto da Alzheimer ha gravi perdite di memoria, pone più volte le stesse domande, può perdersi in luoghi noti, non riconoscere le persone e luoghi cari, e trascurare la propria sicurezza, l’igiene e la nutrizione.

La malattia di Alzheimer non è l’unica demenza conosciuta

Si stima però che essa rappresenti il 54% di tutte le demenze, con una prevalenza nella popolazione over 65 e nelle donne.

Nel mondo sono 46.6 milioni le persone con demenza, 9.9 milioni di nuovi casi all’anno (1 caso ogni 3 secondi).

In Italia sono 1.2 milioni le persone con demenza, 269.000 nuovi casi all’anno (737 casi ogni giorno).

Si può prevenire?

Con l’invecchiamento progressivo della popolazione globale, si stima che il numero di persone affette da demenza raddoppierà nei prossimi 15 anni.

La riduzione del rischio di questa malattia è tra le priorità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La comparsa della malattia di Alzheimer è associata a diversi fattori di rischio che possono essere divisi in due categorie: fattori di rischio non modificabili, come età e sesso, e fattori di rischio modificabili, come lo stile di vita.

Mentre sui primi non è possibile agire, sui secondi è possibile intervenire ottenendo dei significativi risultati.

Eliminando completamente i fattori di rischio modificabili, infatti potremmo ridurre del 40% la prevalenza della malattia di Alzheimer, cioè avremmo quasi la metà dei malati di Alzheimer.

Quali sono questi fattori modificabili nello sviluppo della malattia di Alzheimer?

Il grado di istruzione, l’abitutine al fumo, l’assunzione eccessiva di alcoolici, la sedentarietà, il diabete, l’ipertensione, l’obesità e l’esposizione all’inquinamento ambientale.

Esistono delle terapie?

Non esistono ancora farmaci in grado di fermare e far regredire la malattia, oggi i trattamenti disponibili puntano a controllare i sintomi.

Nei laboratori di ricerca si sta lavorando a principi attivi che aiutino a prevenire o a rallentare la malattia: la messa a punto di nuovi farmaci per la demenza di Alzheimer è un campo in grande sviluppo.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Policlinico Milano

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