Malattia di Parkinson: i sintomi, la diagnosi e le cure

La malattia di Parkinson è il più frequente dei disordini del movimento. I maschi sono colpiti 1,5 volte più delle femmine: i neuroni, a causa di un calo di livelli di dopamina in una particolare area del cervello, vanno incontro a una lenta, ma progressiva neurodegenerazione

Si tratta poi della malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer.

Anche se in genere colpisce gli over 65, i casi precoci – intorno ai 40 anni – sono in aumento.

Che cos’è la malattia di Parkinson 

La malattia di Parkinson è una condizione neurologica comune la cui incidenza aumenta con l’età ed è il più frequente dei “disordini del movimento“.

Il Parkinson si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala in maniera considerevole a causa della degenerazione di neuroni in un’area chiamata “sostanza nera“.

Dal midollo al cervello iniziano poi a comparire accumuli di alfa-sinucleina, una proteina ritenuta potenzialmente responsabile della diffusione della malattia in tutto il cervello.

Una delle sue caratteristiche è il lento e graduale esordio dei sintomi, che permette loro di non essere intercettati da paziente e familiari per lungo tempo.

I sintomi si manifestano quando la sostanza nera ha perso circa il 60% dei neuroni dopaminergici e la dopamina residua è l’80% del normale.

Malattia di Parkinson: quali sono i sintomi?

Tra i sintomi associati alla malattia di Parkinson indichiamo:

  • tremore a riposo;
  • rigidità;
  • bradicinesia (lentezza dei movimenti automatici);
  • instabilità posturale (perdita di equilibrio, che può poi manifestarsi in andatura impacciata e postura curva);
  • depressione;
  • lentezza nel parlare.

Quali sono le cause della malattia di Parkinson?

Le cause della malattia di Parkinson non sono del tutto note.

Ciò che è certo, però, è che si tratta di una patologia di origine multifattoriale, nella quale componenti ambientali e genetiche interagiscono.

Possibili cause, quindi, sono da riscontrare nella mutazione di specifici geni (circa nel 20% dei casi, infatti, il Parkinson insorge in pazienti con una storia familiare positiva per la malattia), lesioni cerebrali, infezioni, l’esposizione a sostanze tossiche come idrocarburi solventi e pesticidi, e metalli pesanti (ferro, zinco, rame).

Si può prevenire il Parkinson?

A oggi, purtroppo non esistono sostanze o farmaci in grado di prevenire la malattia di Parkinson.

Tuttavia, la conduzione di una vita attiva e l’assunzione di uno stile alimentare benefico per il sistema nervoso possono contribuire a prevenire lo sviluppo delle malattie neurodegenerative, incluso il Parkinson.

La dieta dovrebbe includere verdure, soprattutto a foglia verde, frutta, cereali integrali, legumi, frutta secca in particolare noci che hanno il rapporto migliore tra omega3 e omega 6, pesce, carne bianca, uova e olio extravergine di oliva: tutti alimenti con possibile effetto neuroprotettivo.

Molti di questi alimenti, in particolare verdure, frutta e cereali integrali, contengono polifenoli, potenti attivatori dei geni umani, coinvolti nella sintesi di enzimi antiossidanti, nella modulazione dei percorsi antinfiammatori e nell’accensione dei geni anti-invecchiamento, oltre a essere fattori chiave nel mantenimento di un sano microbiota intestinale, poiché è ormai nota la stretta relazione intestino-cervello.

Malattia di Parkinson: quali esami fare per la diagnosi

La diagnosi clinica avviene tramite valutazione di diversi aspetti e tramite esami specifici. Importanti sono quindi:

  • la storia clinica e familiare del paziente;
  • la valutazione di sintomi e segni neurologici,

Per quanto riguarda gli esami strumentali, lo specialista potrebbe richiedere:

  • Risonanza magnetica nucleare ad alto campo;
  • SPECT DATscan;
  • PET cerebrale;
  • scintigrafia del miocardio
  • Test neurofisiologici del sistema nervoso autonomo.

Come si cura la malattia di Parkinson?

A oggi non esiste una cura per la malattia di Parkinson, ma il trattamento farmacologico, la chirurgia e la gestione multidisciplinare sono in grado di fornire sollievo ai sintomi.

Tra i principali farmaci indichiamo la levodopa (di solito in combinazione con un inibitore della dopa-decarbossilasi e un inibitore delle COMT), gli agonisti della dopamina e gli inibitori MAO-B (Inibitore della monoamino ossidasi).

Per approfondire:

Emergency Live ancora più…live: scarica la nuova app gratuita del tuo giornale per iOS e Android

Parkinson, CNR Sapienza e Tor Vergata individuano nuovo potenziale biomarcatore

Giornata Mondiale del Parkinson: gli effetti di Covid-19 e attività fisica sui pazienti affetti dalla patologia

Parkinson: identificate alterazioni delle strutture cerebrali associate al peggioramento della malattia

Relazione tra Parkinson e Covid: la Società Italiana di Neurologia fa chiarezza

Fonte dell’articolo:

Humanitas

Potrebbe piacerti anche