Montagna, è pericolo valanghe: le regole di sicurezza e prevenzione del Soccorso Alpino CNSAS

Pericolo valanghe, le regole di sicurezza e prevenzione del Soccorso Alpino. La montagna è stata teatro, purtroppo, di gravissimi incidenti, in questi ultimi giorni.

La CNSAS si è prodigato al meglio per le vittime, ma naturalmente anche i soccorritori del Soccorso Alpino poco possono di fronte alla potenza di madre natura.

Così ecco che le regole per una maggiore sicurezza e prevenzione che hanno diffuso rispetto al pericolo valanghe diventano particolarmente importanti.

Le riportiamo volentieri, sperando che siano di utilità.

REGOLE BASE PER UNA MAGGIORE SICUREZZA E PREVENZIONE IN MONTAGNA

COSA FARE A TAVOLINO

1) Scegliere la gita adeguata alle condizioni meteo-climatiche e nivologiche ed adeguata alle proprie condizioni psico-fisiche e tecniche e a quelle del gruppo con il quale ci si associa;

2) controllare il buon funzionamento dell’Artva con particolare riguardo alla carica delle batterie;

3) controllare che la sonda da autosoccorso funzioni correttamente e che la pala sia in ordine;

4) ascoltare e studiare attentamente le indicazioni del Bollettino Nivo-Meteorologico locale in riferimento alla località della gita;

5) scaricare (se non già fatto) la app GeoResQ

che, oltre a permettere in presenza di campo/traffico dati una veloce localizzazione, garantisce un migliore allettamento del sistema 118/Soccorso Alpino.

SICUREZZA IN MONTAGNA, COSA FARE PRIMA DI INIZIARE LA GITA

1) Provvedere ad indossare da subito l’Artva acceso in trasmissione sotto la giacca a vento o sotto altro indumento in uso (l’Artva nello zaino o spento equivale a lasciarlo a casa!);

2) controllare da parte di tutti i componenti del gruppo, secondo le indicazioni della casa costruttrice, il corretto funzionamento dell’Artva sia in trasmissione sia in ricezione;

3) controllare che gli sci (tavola, ciaspole o altra attrezzatura) siano scollegati dagli scarponi e che i bastoncini siano impugnati fuori dai laccioli (ogni legame tra sci e scarponi va eliminato);

4) controllare che tutti abbiano in dotazione pala e sonda individuale (per ogni soggetto deve esserci questa dotazione, va negata la logica di “una pala o una sonda ogni 3 è sufficiente per tutto il gruppo”);

5) ricordare di indossare sempre abbigliamento pesante ed adeguato anche in presenza di temperature elevate (pensare e prevedere il peggio spesso aiuta a prevenire).

NORME DI SICUREZZA: COSA FARE DURANTE LA GITA IN MONTAGNA?

1) Durante tutto il percorso, anche nelle parti che si reputano potenzialmente meno pericolose, valutare con estrema attenzione ogni singolo pendio che si attraversa;

2) in caso di sospetto e dubbio effettuare un test di stabilità del manto nevoso;

3) se l’esito è positivo (distacco su minima sollecitazione) sospendere la gita con onestà e senso di responsabilità per sé e gli altri componenti del gruppo (è preferibile raccontare della ritirata che non avere più la possibilità di farlo).

PERICOLO VALANGHE, COSA FARE IN CASO DI TRAVOLGIMENTO?

1) Mantenere estrema calma ed aprire immediatamente gli attacchi ed ogni altro vincolo possa concorrere a determinare un “effetto ancora” (sci, bastoncini, snowboard, racchette da neve – ciaspole, ecc.);

2) vincolare saldamente lo zaino alla vita a protezione del dorso (vecchie teorie che consigliavano di abbandonarlo sono del tutto superate).

Lo zaino protegge, infatti, in ogni caso da urti e dal freddo, permette inoltre di aiutare con il proprio contenuto (attrezzatura medica, vestiario, ecc.), in caso che la valanga non travolga completamente che lo possiede, gli altri componenti del gruppo, se travolti;

3) tentare di galleggiare opponendo, per quanto possibile, resistenza attiva alla neve;

4) se rimasti in superficie e se coscienti, a valanga ferma, controllare le proprie condizioni e le condizioni della propria attrezzatura, insieme ad una valutazione complessiva della situazione (pericoli ancora presenti, possibili successivi distacchi, ecc.).

Contestualmente controllare immediatamente lo stato del proprio gruppo e/o di altre persone eventualmente presenti, se ci sono travolti e/o sepolti.

SICUREZZA IN MONTAGNA, COSA FARE DOPO IL TRAVOLGIMENTO

1) Verificato a vista che non ci sono altri possibili distacchi (questa valutazione deve essere veloce quanto certa), commutare l’Artva dalla modalità trasmissione a quella in ricezione ed iniziare la ricerca dei soggetti eventualmente sepolti;

2) contemporaneamente allertare immediatamente il numero 118 che provvederà a pianificare ed eseguire la missione di soccorso. Seguire quanto riportato in MODALITÀ DI ALLERTAMENTO.

Questa operazione non deve durare più di 2-3’ al max;

3) effettuare di seguito la ricerca “vista-udito”, verificando il campo della valanga con attenzione e registrando con cura ogni possibile anomalia;

4) in caso di ritrovamento di oggetti (sci, bastoncini, vestiario, ecc.), questi vanno posizionati in modo stabile e visibile nello stesso posto in cui sono stati rinvenuti. NOTA: il 58% dei travolti da valanga non viene completamente sepolto!

5) La ricerca “vista-udito” è, quindi, fondamentale, ogni piccolo rumore va dunque vagliato attentamente.

PER CHI È PRESENTE MA NON È COINVOLTO NELLA VALANGA

1) Nella fase del distacco, memorizzare il punto di travolgimento ed il punto di scomparsa, poiché tali punti in base alla direzione del flusso di valanga possono indicare le zone di ricerca primaria;

2) dirigersi, una volta accertata la possibilità di intervenire in sicurezza (punto 4: COSA FARE IN CASO DI TRAVOLGIMENTO) e valutato il punto di distacco in relazione al punto di travolgimento e il punto di scomparsa, nella zona valutata di ricerca primaria ed iniziare la ricerca con “Artva-vista-udito”;

3) durante la ricerca, ogni oggetto rinvenuto (sci, bastoncini, vestiario, ecc.) segnerà anche il punto di sondaggio veloce. In caso negativo ogni oggetto vanno riposizionato in modo stabile e visibile nello stesso posto in cui è stato rinvenuto.

COME OPERARE SE VIENE TROVATO IL SOGGETTO SEPOLTO

1) In caso di esito positivo determinato da ricerca “Artva-vista-udito” e sondaggio, provvedere immediatamente alla spalare la neve accumulata, cercando di raggiungere prioritariamente la testa del sepolto;

2) fare estrema attenzione ad iniziare a spalare sempre a valle del travolto (si evita una pericolosa quanto inutile perdita di tempo qualora la neve a monte dovesse scivolare verso il punto di escavazione, oltre a facilitare le successive manovre di estrazione del soggetto sepolto). Valutare la presunta profondità del sepolto con la sonda ed iniziare a spalare a valle nell’ipotetica profondità del puntale della sonda;

3) trovata la testa del soggetto sepolto passare a disostruire immediatamente le vie aeree da neve o altro presente, facendo attenzione a non causare danni al capo, muovendolo impropriamente;

4) in caso di incoscienza, di assenza di respiro e di attività circolatoria del soggetto sepolto, provvedere se addestrati, alla Rianimazione Cardio Polmonare (RCP);

5) provvedere, quindi, ad attuare tutte le misure necessarie a mettere in condizioni di ulteriore sicurezza il soggetto in relazione alle sue.

INTERVENIRE IN SICUREZZA IN MONTAGNA, COME OPERARE SE NON VIENE TROVATO IL SOGGETTO SEPOLTO

1) Continuare con decisione, nell’attesa dell’arrivo delle squadre del CNSAS, la ricerca nelle zone di accumulo, nelle eventuali curve formate dal flusso di valanga, a valle di alberi e/o massi presenti sul fronte di accumulo della valanga;

2) memorizzare con precisione le modalità dell’evento e tutte le azioni di ricerca svolte e, all’arrivo delle squadre del CNSAS, comunicare quanto svolto sino ad allora.

MODALITÀ DI ALLERTAMENTO 118/NUE 112

1) Precisi dati identificativi del chiamante (nome, cognome, residenza), numero telefonico dell’apparato da cui viene effettuata la chiamata ed, eventualmente, di un altro apparato telefonico (potrebbero esaurirsi le pile del primo, potrebbe essere occupato, ecc.);

2) numero esatto o presunto delle persone travolte e numero esatto o presunto delle persone sepolte;

3) precisazione sul numero degli infortunati e sulle loro condizioni, rispetto al loro stato di coscienza/incoscienza, difficoltà respiratorie, emorragie in atto, ecc…

4) descrizione sommaria dell’incidente con precisazione dell’ora in cui è accaduto;

5) luogo dell’incidente o riferimenti che possano rendere facilmente identificabile il posto, quali gruppo montuoso, versante, valle, canale, cresta, gola, quota e coordinate (in WGS84);

6) marca e modello di apparato Artva e/o altra tecnologia quale ad esempio Recco in possesso delle persone travolte e sepolte;

7)descrizione sulle condizioni meteorologiche del luogo e, in particolare, lo stato della visibilità;

8 ) esistenza di ostacoli in zona con particolare riferimento ad elettrodotti e teleferiche, ed ogni altro cavo sospeso che possa risultare di qualche impedimento;

9) presenza di eventuali testimoni in grado di fare un’esatta anamnesi dell’accaduto:

-avvenuta effettuazione di ricerca “vista-udito” e “Artva”;

-descrizione sommaria della valanga (dimensioni e caratteristiche) e punto del travolgimento e/o scomparsa (DX, SN, ALTO, BASSO, ecc.);

-oggetti già estratti e loro localizzazione come da punto precedente;

– altre notizie e particolari che possano facilitare l’intervento.

Nota bene: Attenzione, alcune di queste informazioni possono essere richieste anche a seguito della chiamata effettuata per lanciare l’allarme e/o all’arrivo del personale del Soccorso Alpino/118.

In caso di presenza di un solo superstite/testimone, sarà possibile effettuare l’attività di ricerca visto-udito, Artva, ecc., esclusivamente dopo avere dato l’allarme al 118/NUE 112.

Qualora il numero dei superstiti/testimoni sia uguale o maggiore di due si dovrà provvedere alla precisa e rigorosa suddivisione dei compiti per garantire la massima velocità ed efficacia delle azioni.

PER APPROFONDIRE:

Tragedia sulla neve, ritrovato il corpo del giovane scialpinista disperso ieri sul gruppo Sella

Soccorso Alpino e 118 di Bergamo in lutto: a causa di una valanga perde la vita Claudio Rossi

Tragedia in Lombardia, alpinista perde la vita. Soccorso alpino al lavoro per recuperare il corpo

FONTE DELL’ARTICOLO:

CNSAS Soccorso Alpino e Speleologico

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