Orari di lavoro, per medici e infermieri non è cambiato nulla. Parte la petizione

Mentre l’influenza diventa sempre più diffusa e il rischio di intasamento si fa sempre più reale in tantissime strutture ospedaliere italiane, sembra che nulla sia cambiato per i medici e gli infermieri sulla questione “orari di lavoro”. In tema è da mesi al centro dell’attenzione dei professionisti sanitari, che da quasi 22 anni attendono di veder riconosciuto il diritto al riposo, oggi spesso negato in tante strutture sanitarie. La deroga concessa all’Italia per l’applicazione delle direttive europee è scaduta il 25 novembre scorso. Da quel momento i dipendenti della sanità dovrebbero avere 11 ore di riposo fra un turno e l’altro. Ma non è così in molte realtà, perché l’interpretazione della Norma, fatta all’italiana, ovviamente cambia le carte in tavola.

Attivando infatti la reperibilità sui turni notturni non si va più a “interrompere” il riposo, ma lo si “sospende”. Un cavillo, un’interpretazione che però permette di mantenere lo status quo e di lasciare il Sistema Sanitario Nazionale in un limbo molto precario e – va sottolineato – non certo tranquillizzante per i pazienti. Aggiungiamo anche che la Legge di Stabilità non stanzia le risorse necessarie per l’assunzione di più di 3.000 fra medici e infermieri, e la situazione dell’SSN diventa praticamente inestricabile. Nursind e Anaao lamentano mancanza di coperture e confusione normativa, con direttive che appunto vengono emanate e interpretate in modo diverso da un’Azienda Ospedaliera all’altra. Anche per questo online è nata una petizione al Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin per sistemare una vicenda intricata e che rischia ancora una volta di mettere in difficoltà la sanità italiana.

Oggi infatti gli assessorati regionali di alcune regioni hanno deliberato che il lavoro notturno svolto da un medico in regime di reperibilità sospende il riposo ma non lo interrompe. Da questa interpretazione discende la conclusione che, poche ore dopo – nella stessa mattina della notte lavorata -, il medico può essere costretto a ripresentarsi al lavoro in contrasto assoluto con il concetto di “adeguato riposo” che le norme europee e nazionali (66/2003) vorrebbero e dovrebbero tutelare. L’invito alla firma di questa petizione è esteso a tutti i medici del settore sanitario, per segnalare una interpretazione aberrante della normativa

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