Scabbia: sintomi e terapia dell'infezione da Sarcoptes scabiei

La scabbia è un’infezione causata da un acaro parassita esterno della pelle, il Sarcoptes scabiei, di dimensioni microscopiche (0,3-0,4 mm)

La scabbia è un’infezione molto comune: si stima che, ogni anno, si verifichino in tutto il mondo oltre 300 milioni di casi

Il parassita si riproduce velocemente e passa da uomo a uomo attraverso il contatto prolungato con la pelle di una persona già infettata; raramente è sufficiente una stretta di mano o un abbraccio.

Queste caratteristiche fanno sì che il contagio è favorito da condizioni di affollamento ed avviene più frequentemente tra i membri che condividono lo stesso ambiente.

Proprio per la frequente Infezione tra partner, causata dalla permanenza in uno stesso letto, e per la scelta delle zone della Cute “riparate” come l’inguine e gli organi sessuali quale sede preferenziale di sviluppo dell’infezione, erroneamente la scabbia era considerata una malattia trasmessa per via sessuale.

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Le vere cause sono state invece scoperte da un naturalista toscano, Diacinto Cestoni, che nel 18° secolo identificò nell’acaro della scabbia l’agente infettivo della malattia.

Scabbia: lo sviluppo dell’infezione

Il prurito, tipico dell’infezione, è principalmente causato dal comportamento dell’acaro femmina, attratta dal calore e dall’odore della pelle umana.

Appena raggiunta la cute di un nuovo ospite l’insetto, grazie a secrezioni corrosive, crea un cunicolo immediatamente sotto lo strato esterno della cute, lo strato “corneo”, nel quale si annida attendendo l’arrivo di un maschio.

Giunto il momento della deposizione delle uova, la femmina scava una tana negli strati più superficiali dell’epidermide e vi deposita le sue uova che si schiudono in 3-10 giorni.

La larva migra, poi, verso la superficie, muta in uno stadio di ninfa e matura in un individuo adulto.

Generalmente l’infezione è dovuta a un ridotto numero di abitanti, circa una decina, cosa che rende difficile l’identificazione del parassita.

La scabbia predilige le aree più calde e più protette della pelle: tipici luoghi di infezione sono le zone sempre coperte da vestiario o le aree interdigitali e alla base del naso, oppure la zona posteriore del ginocchio o quella anteriore del gomito.

Possibili bersagli sono anche le ascelle, le aree attorno ai genitali ed ai capezzoli del seno.

La durata media della vita di un acaro della scabbia sulla cute del suo ospite è di circa 3-4 settimane.

Al contrario, l’insetto non sopravvive più di 2-3 giorni se lontano dal corpo umano.

Sintomi della scabbia

Il primo sintomo di un’infezione da scabbia è il prurito, inizialmente notturno, causato dai movimenti sulla pelle degli acari che salgono in superficie.

Compaiono, poi, piccole protuberanze arrossate e brufoli (le “tane” degli animali).

Gli stadi più avanzati dell’infezione sono caratterizzati dalla cute scagliosa ed incrostata, dovuta anche alle ferite che la persona si provoca grattando l’epidermide pruriginosa.

Proprio le ferite auto-inferte rappresentano potenziali focolai di infezioni secondarie, pericolose soprattutto per le persone immunodepresse.

Una persona può essere contagiosa ben prima di accorgersi del pericolo incombente: i primi sintomi compaiono dopo 4-6 settimane di incubazione, il tempo necessario alla maturazione delle uova e ad una reazione allergica che il corpo sviluppa nel tempo contro l’acaro e le sue secrezioni.

Diagnosi e terapia della scabbia

Generalmente la Diagnosi è effettuata dai dermatologi individuando le tane degli acari e le loro “gallerie” sottopelle, cosa che risulta difficile sia per la loro scarsità sia perché, spesso, le zone sono irritate.

La diagnosi è poi confermata dall’esame dell’area al microscopio e dall’individuazione dell’agente patogeno o delle sue uova.

Un acaro può essere allontanato dalla pelle lavandosi con l’acqua o sfregando la pelle con un panno morbido (per non provocare ulteriori ferite alla pelle): questi rimedi non eliminano completamente l’infezione, ma aiutano a ridurre la popolazione di agenti infettivi.

Inoltre, il sistema immunitario umano è in grado di produrre anticorpi contro il parassita che, tuttavia, non sono in grado di controllare completamente l’infezione.

Per la cura della scabbia ci sono pomate, da applicare sulle aree infette e su tutto il corpo, o medicinali sistemici da assumere per via orale.

Sebbene l’infezione sia facilmente eliminabile il prurito, proprio perché di natura allergica, persiste per circa un mese.

A causa del lungo periodo di latenza, è importante che la profilassi contro la scabbia sia attuata anche da tutti i conviventi con la persona infetta.

La scabbia negli animali

Diverse specie di scabbia possono infettare anche molti animali domestici: forte prurito e infezioni secondarie della pelle sono i sintomi caratteristici anche delle infezioni animali, accompagnate da perdita di peso e da generale debilitazione.

Molte specie di scabbia animale possono essere trasmesse all’uomo.

Tuttavia, queste non sono in grado di completare il loro ciclo vitale negli esseri umani e possono essere solo fonte di prurito momentaneo.

Proprio per evitare il continuo contagio animale-uomo è necessario trattare anche le infezioni animali.

Per approfondire:

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