Dentro alla prima centrale operativa 118 di area vasta in Italia

Stefano Balboni ci guida con un’intervista a Giorgio Randi dentro alla centrale di area vasta del 118 di Ravenna. Quando è nata e perché – tutti i vantaggi della gestione di un territorio di più province dalla voce di uno dei coordinatori di Romagna Soccorso

Si chiama Giorgio Randi, ha 55 anni ed ha contribuito ad aprire la centrale di Ravenna il 2 aprile del 1987, divenuta base di elisoccorso nel luglio dello stesso anno, quando ancora il numero unico per l’emergenza sanitaria non esisteva. La centrale di Ravenna, rinominata “Romagna soccorso” è la prima centrale operativa che opera nel territorio di quattro province, andando quindi ben oltre le indicazioni del DPR 27/3/1992 (istituzione del 118), dove veniva indicato che la centrale operativa doveva operare su base provinciale:

“Era il 2000, quando il Dott. Carradori, allora Direttore Generale della AUSL di Rimini e Coordinatore dei Direttori generali della Romagna, convocò i responsabili ed i coordinatori delle centrali 118 di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, per costituire un gruppo di lavoro che valutasse la fattibilità di una unica centrale operativa nel territorio romagnolo, sulla base delle indicazioni contenute nel Piano Sanitario Regionale di allora. Il piano prevedeva la costituzione di sole tre centrali operative regionali, con lo scopo di razionalizzare i costi e gestire meglio i soccorsi , soprattutto nelle zone confinanti” -spiega Randi- “Il progetto fu approvato nel 2001 e una volta seguito l’iter di approvazione delle Conferenze sanitarie territoriali divenne operativo il 18 dicembre del 2006, quando le chiamate di pertinenza della centrale operativa 118 di Forlì vennero confluite e gestite della centrale operativa di Ravenna “- prosegue Randi -“dando così inizio all’unificazione vera e propria. Tale operazione negli anni successivi portò all’accentramento delle chiamate provenienti da Cesena ( dall’aprile 2008), Rimini (dal febbraio 2009) e Alta Valmarecchia (settembre 2010).”

Ma quali sono i vantaggi di una gestione di un’area vasta? “Vengono investite tecnologie costose , molto complesse e performanti presso un’unica sede, dove contribuiscono a rendere più sicuro il lavoro degli operatori di centrale, sia nel momento della ricezione della chiamata di soccorso che nella fase di gestione, ottimizzando i costi, le risorse e rendendo al cittadino un servizio più veloce, efficiente ed appropriato”.
“Abbiamo dimostrato che è possibile farlo – conclude Randi – ed ora la prossima sfida è concretizzare finalmente in via definitiva il 112 NUE”.

Articolo di: Stefano Balboni

Potrebbe piacerti anche