Palermo, PS dell'ospedale distrutto per la morte di un uomo

Ci tocca di nuovo parlare di un caso di vandalismo contro il settore sanitario, di rabbia e violenza contro i soccorritori, gli infermieri e i medici. Ma ne parliamo aggiungendo una riflessione: se fra i 50 vandali che ieri hanno distrutto il Pronto Soccorso Santa Sofia di Palermo, causando danni per migliaia di euro, ci fosse stata almeno una persona in grado di fare il massaggio cardiaco all’uomo di 51 anni deceduto per un malore, forse ora staremmo parlando di tutt’altro. Forse ora avremmo un articolo di cronaca che parla dell’ottimo funzionamento della chain of life, dell’utilità di conoscere manovre salvavita basilari, che possono davvero fare tutti quanti. Invece dobbiamo riportare l’ennesimo caso di “quarto d’ora di follia” in cui i servizi dati da tutti (e pagati da tutti) vengono distrutti dalla rabbia e dalla incomprensione di chi ha visto morire – a soli 51 anni – un parente o un amico. Medici, infermieri e soccorritori non hanno poteri divini. Ma se chi è a fianco del paziente conosce il BLS o il BLSD, forse – invece della rabbia – si proverebbe gratitudine perché chi salva vite.

Come si risolverà la faccenda? Abbiamo il fondato dubbio che si finirà come al solito, cioè con un nulla di fatto. La comunità pagherà i danni, la denuncia contro ignoti verrà archiviata. Intanto però il disservizio toccherà tutti i palermitani, e la tutela dei soccorritori, degli infermieri e dei medici va a farsi benedire, nonostante questi debbano attenersi – in fase di soccorso – alle norme che regolano la vita dei Pubblici Ufficiali. 
DA LIVE SICILIA – Una vetrata esterna ridotta in frantumi, una porta scorrevole danneggiata, così come alcuni sedili, un computer e un microfono del triage. Danni per oltre duemila euro quelli quantificati all’ospedale Villa Sofia, il quale pronto soccorso è stato preso d’assalto domenica sera dai parenti di un uomo giunto in arresto cardiocircolatorio e poi deceduto (clicca qui per leggere il servizio di cronaca). La notizia della morte di R.C., 51 anni, ha provocato la violentissima reazione di circa cinquanta persone, alcune delle quali sono state identificate dagli agenti arrivati sul posto con quattro volanti. Un quarto d’ora da incubo per i medici, gli infermieri e decine di altri pazienti in attesa, uno dei quali è stato spintonato ed ha riportato lievi lesioni.

La posizione di chi ha danneggiato i locali è al vaglio della polizia che ha avviato le indagini per ricostruire cosa sia esattamente successo. Tutto è iniziato dopo le 18: il 51enne era stato trasportato in auto dai parenti, da via Costante Girardengo, allo Zen 2. Dopo l’accertamento del decesso la salma era stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma non è stata disposta l’autopsia e nelle scorse ore è stata restituita ai familiari per la celebrazione del funerale.

Il paziente, come dall’ospedale era già stato precisato, era giunto in ospedale in condizioni gravissime e ogni tentativo dei medici si è rivelato inutile. “Rinnoviamo la nostra solidarietà e vicinanza ai parenti del paziente deceduto – dicono dalla direzione del pronto soccorso – perché fatti come questi rappresentano un dramma anche per tutti gli operatori che lavorano nella struttura. Ribadiamo che è stato soccorso immediatamente e che essendo arrivato qui in arresto cardiocircolatorio, malgrado siano state seguite tutte le procedure previste per queste situazioni, non si è potuto fare altro che constatarne il decesso. Ricordiamo – aggiungono – che l’ospedale è la casa di tutti i cittadini e che vandalizzare e distruggere un reparto significa arrecare un danno a se stessi e a tutti gli altri utenti che si servono della struttura. L’azienda comunque comunicherà la quantificazione dei danni agli organi preposti per gli opportuni provvedimenti, confidando per il futuro in un rapporto di collaborazione ancora più stretto e costruttivo con gli organi della pubblica sicurezza”.

CONTINUA SU LIVESICILIA

Potrebbe piacerti anche