Uscire dall'ospedale: piani di cura a intensità variabile per il paziente con grave cerebrolesione acquisita: una riflessione

Rilanciamo con grande piacere una riflessione di Alessandro Nanci, relativa alla tesi sul tema dell’Ospedale per intensità di cura e l’assistenza al paziente con grave cerebrolesione acquisita. Si tratta di riflessioni sull’applicabilità di un modello innovativo in cui la riabilitazione si lega a un nuovo modello di ospedale che è basato sull’intensità clinica e sulla complessità assisenziale.

Un paziente con grave cerebrolesione acquisita è una persona che ha subito una lesione cerebrale tale da comportargli una condizione di coma per più di 24 ore e che gli abbia determinato delle menomazioni senso-motorie, cognitive e comportamentali che lo conducano a disabilità. E’ una tipologia di paziente che necessita di una assistenza intensiva e costante sia nelle prime fasi dopo l’evento (fase acuta) che nelle fasi successive (fase post acuta). Quest’ultima, detta anche riabilitativa, è la più importante ed è costituita dall’applicazione di un piano riabilitativo che prevede l’impegno sia del paziente stesso e del suo nucleo familiare sia di un team multidisciplinare di operatori sanitari (Medico, Infermiere, Fisioterapista, Logopedista, Psicologo) che con un lavoro intenso e giornaliero mirano al raggiungimento dell’obiettivo del piano riabilitativo che è quello di “guadagnare salute”. Sono pazienti che hanno deficit comportamentali, cognitivi e motori e possiedono diversi presidi sanitari atti a supportare le funzioni vitali. Per poter far fronte alle problematicità derivanti da questa tipologia di paziente servono, da parte degli Infermieri, una competenza e delle conoscenze di spessore unita ad una volontà e forza d’animo importanti essendo un ambiente che impegna a tutto tondo sia la persona che la figura professionale dell’infermiere. Siamo in un periodo dove l’Ospedale sta cambiando, sta volgendo lo sguardo verso la gestione delle acuzie e verso un modello “Lean Thinking” seguendo il modello ideato da Taiichi Ohno per la Toyota. In Sanità lo si traduce con l’idea dell’ospedale per intensità di cura, cioè la collocazione dei pazienti secondo i criteri di Intensità Clinica e Complessità Assistenziale, unito al lavoro delle figure del Bed Manager, del Medico Tutor, e dell’Infermiere Tutor che lavorano assieme in un team multidisciplinare per garantire il corretto funzionamento di questa tipologia di Ospedale. Questo nuovo modello di Ospedale è vantaggioso e porta enormi benefici all’utenza, diminuendo sia i tempi di attesa che i costi. Voler però applicare questo nuovo modello al paziente con grave cerebrolesione acquisita presenta alcune problematiche che necessitano una riflessione molto approfondita. Non è pensabile voler gestire in un ospedale, volto alla gestione delle acuzie con una riduzione dei tempi di degenza, un paziente che necessita di degenze di “mesi”, non è soddisfacente collocare il grave cerebroleso secondo i criteri di “severità clinica” o “complessità assistenziale” perché si sbilancerebbero le risorse in un caso e si avrebbe un’assistenza inefficace nell’altro. Forse prima di implementare questo nuovo modello, se pur ottimo e con notevoli prospettive, si dovrà trovare una corretta gestione del malato con Grave Cerebrolesione Acquisita, che al momento presenta criticità molto importanti.
Alessandro Nanci

 

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