Attacco di panico

Definizione

Gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente250px-Attaccodipanico presente.

Sono accompagnati da sintomi somatici e cognitivi, quali palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore.

Si possono avere un solo attacco di panico o pochi attacchi di panico in tutta la vita, senza per questo sviluppare il cosiddetto disturbo di panico.

Di attacchi di panico ne soffrono, fino a una persona su 25 a seconda del sesso di appartenenza (un uomo ogni due donne), della fascia d’età (più del 35% nell’età compresa tra i 25 e i 35 anni) e altri fattori come le dimensioni della città e il paese in cui si vive.

Per esempio da una recente ricerca è emerso che in città come Roma è più facile avere un attacco di panico rispetto ad altre città italiane più piccole e tranquille.

Gli attacchi di panico appaiono soprattutto durante l’adolescenza o la prima età adulta e, anche se le cause precise non sono chiare, sembra esserci un nesso con le più importanti fasi di transizione della vita che portano inevitabilmente una certa quantità di stress e ansia: gli esami scolastici e universitari, il matrimonio, il primo figlio, cambiare lavoro o posizione lavorativa, e così via.

I segnali

Un attacco di panico esplode all’improvviso con una paura travolgente che viene senza avvisaglie e senza alcuna ragione apparente.

È molto più intensa della sensazione di spavento dovuto a qualcosa di specifico che la maggior parte delle persone può avere sperimentato.

I segnali ansiosi che compaiono in un attacco di panico includono uno o più dei sintomi che si trovano elencati al lato di questa pagina.

Oltre ai sintomi degli attacchi di panico sopra esposti, un attacco di panico è contrassegnato dalle seguenti condizioni:

  • Capita improvvisamente, senza preavviso e senza modo di fermarlo;
  • Il livello di paura non è affatto proporzionale alla situazione corrente. In realtà, spesso non è affatto correlato;
  • Dura da pochi minuti a mezz’ora circa; il corpo non riesce a sostenere la risposta “attacca o fuggi” più a lungo di così. Attacchi di panico ripetuti possono tuttavia ricorrere di continuo per ore.

Sintomi

L’attacco di panico si manifesta con un improvviso aumento della paura, raggiunge rapidamente l’apice (di solito entro 10 minuti o meno) e dura circa 20 minuti (ma a volte molto meno o di più), si manifesta senza preavviso e senza un preciso motivo; è molto più intenso del senso di stress che prova ognuno di noi quotidianamente. I sintomi includono:

  • Palpitazioni/tachicardia (battiti irregolari, pesanti, agitazione nel petto, sentirsi il battito in gola);
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire (ad esempio, la paura di fare qualcosa di imbarazzante;
  • In pubblico o la paura di scappare quando colpisce il panico o di perdere la calma);
  • Sensazioni di sbandamento, instabilità (capogiri e vertigini);
  • Tremori fini o a grandi scosse;
  • Sudorazione;
  • Sensazione di soffocamento;
  • Dolore o fastidio al petto;
  • Sensazioni di derealizzazione (percezione del mondo esterno come strano e irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e depersonalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dai propri processi di pensiero o dal corpo);
  • Brividi;
  • Vampate di calore;
  • Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio);
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Sensazione di soffocamento;
  • Sensazione di asfissia (stretta o nodo alla gola);

La frequenza e la gravità degli attacchi di panico varia ampiamente nel corso del tempo e delle circostanze.

Ad esempio, alcuni individui presentano attacchi moderatamente frequenti (per es., una volta a settimana), che si manifestano regolarmente per mesi. Altri riferiscono brevi serie di attacchi più frequenti (per es., quotidianamente per una settimana), intervallate da settimane o mesi senza attacchi o con attacchi meno frequenti (per es., due ogni mese) per molti anni.

Gli attacchi di panico durano generalmente alcuni secondi, ma causano all’individuo un notevole livello di angoscia.

Cura

La prima fase della terapia consiste nell’informazione, bisogna capire cos’è l’attacco di panico e rendersi conto che molte persone ne soffrono.

Molte persone affette da tale disturbo sono portate a credere che stiano impazzendo o che ciò induca ad un attacco cardiaco; proprio la “ristrutturazione cognitiva” ( cambiare il modo di pensare), aiuta il malato a sostituire quelle credenze con pensieri più realistici e positivi.

La terapia cognitiva può aiutare il paziente ad individuare i possibili attacchi di panico, il cui limite potrebbe essere un pensiero o un cambiamento del battito cardiaco.

Solo quando il paziente riesce a capire quale può essere la molla che fa scattare l’attacco di panico, può anche imparare a prevenirlo.

La componente principale della terapia è quella che molti medici hanno definito “esposizione in immaginativo” che è simile a quella usata per la desensibilizzazione delle fobie, ma si concentra di più su ciò che è reale.

Le persone colpite dall’attacco di panico hanno più paura che l’evento si ripeta che di oggetti e situazioni precise; la loro più grande paura è che l’attacco si scateni in determinati luoghi o circostanze.

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica degli attacchi di panico, si basa fondamentalmente su due classi di farmaci: benzodiazepine e antidepressivi, spesso impiegati in associazione.

Nelle forme lievi la prescrizione di sole benzodiazepine può essere sufficiente.

Le molecole più adoperate sono l’alprazolam, l’etizolam, il clonazepam, il lorazepam.

Tali farmaci, però, nel caso di attacchi di panico, rischiano di dare forte dipendenza e mantenere il disturbo, soprattutto se non si effettua parallelamente una psicoterapia cognitivo comportamentale.

Degli antidepressivi si sono mostrati efficaci per il panico i triciclici – TCA – (es clorimipramina, imipramina, desimipramina), gli inibitori delle mono amino ossidasi (IMAO) e gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina – SSRI – (es citalopram, escitalopram, paroxetina, fluoxetina, fluvoxamina, sertralina).

Quest’ultima classe presenta, rispetto alle precedenti, una maggiore maneggevolezza e minori effetti collaterali.

Nei casi di attacchi di panico che non rispondono agli SSRI, possono essere impiegati i TCA, anche se molti clinici utilizzano tali molecole come terapia di primo impiego.

Gli IMAO, pur essendo farmaci molto efficaci, sono quasi del tutto caduti in disuso per i gravi effetti collaterali che possono presentarsi qualora vi fosse l’associazione di alcune molecole o non venissero rispettate le restrizioni alimentari prescritte.

Psicoterapia

La psicoterapia è una disciplina molto poco omogenea; esistono decine di forme di psicoterapia individuale, familiare, di coppia e di gruppo.

Nel trattamento del disturbo di panico e dei disturbi d’ansia in generale, la forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace, nei più brevi tempi possibile, è quella “cognitivo-comportamentale”.

Si tratta di una psicoterapia breve, a cadenza solitamente settimanale, in cui il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema e, insieme al terapeuta, si concentra sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali, nell’intento di spezzare i circoli viziosi del panico.

Per panico , una cura a base di terapia cognitivo comportamentale è altamente raccomandabile e di prima scelta.

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