Catetere

Definizione

Il catetere è un tubo lungo e sottile, flessibile o rigido, in metallo, vetro, gomma o materia plastica, destinato ad 250px-Catetereessere introdotto in un canale, un condotto, un vaso, un organo cavo, per esplorare, vuotare una cavità, iniettare un liquido. L’atto dell’introduzione di un catetere all’interno del corpo umano viene definito cateterizzazione. Anticamente, questa parola designava ogni strumento destinato ad esplorare un qualsiasi canale, Celso limitò poi la dicitura a quelli destinati ad esplorare l’uretra e la vescica.

Storia

Per risalire alle origine del catetere, bisogna cercare fin dalle più antiche civiltà:

– gli Egizi ne fabbricarono in rame e/o stagno (3.000 a.C.);

– gli Indù utilizzarono cannule d’oro, di ferro o di legno per dilatare le uretre stenotiche;

– i Cinesi costruirono le loro sonde con buccia di cipolla arrotolata e rivestita di lacca;

– i Romani utilizzarono sonde in rame e/o bronzo, con le estremità ricurve.

In epoca post romanica, per la costruzione di sonde, venne utilizzato oro e platino, ma soprattutto argento che risultava più facile da lavorare.

Il grosso problema che emerse fu la non flessibiltà di tali sonde che rendeva estremamente dolorosa la loro presenza in uretra e pericolosa la permanenza. Questo rese necessaria la costruzione di sonde flessibili.

Gli Arabi provarono la pelle di pesce; Van Helmont (1577 – 1644) propose la fabbricazione con cuoio sottile e colla e di introdurle per mezzo di un mandrino di stecca di balena, ma il cuoio era permeabile alle urine e la colla si dissolveva.

I primi passi importanti furono fatti nel 1768 da Macquer, che riuscì a sciogliere il caucciù ed ebbe per primo l’idea di servirsene per la preparazione delle sonde. Un certo Bernard (orafo parigino), si impadronì dell’idea di Macquer e ricoprì un tessuto di seta intrecciata, a forma di cilindro, con una soluzione densa di gomma e grazie ad un solvente la gomma penetrava nelle maglie del tessuto.

Nel 1844 Goodyear consentì alla Medicina grandi progressi grazie alla scoperta della gomma vulcanizzata.

Nel XIX secolo, quasi contemporaneamente, Joseph Frédéric Benoit Charrière (1803 – 1876) e Pierre Jules Béniqué (1806 – 1851) proposero 2 scale di calibrazione. La prima, la più usata, venne adottata nei paesi anglosassoni dove è conosciuta come “French Scale” ed è graduata in terzi di millimetro.

Il primo catetere in caucciù di utilità veramente pratica, fu quello di August Nélaton (1807 – 1873) utilizzato anche oggi. Nel 1877 a New York, Tiemann e coll. modificarono la sonda di Nélaton smussando gli orifizi perché risultavano meno traumatizzanti per l’uretra. Era il prototipo della sonda flessibile che si avvolgeva sul fondo dei cappelli o dei berretti dei pionieri. All’epoca ci si preoccupava poco dell’igiene: le sonde venivano pulite nell’acqua del fiume e la saliva serviva da lubrificante.

Nel 1836 Auguste Mercier inventò la sonda a gomito che recò inestimabili vantaggi nel cateterismo dei prostatici.

La necessità di mantenere i cateteri in situ, stimolò la fantasia di molti. I primi modelli di una certa affidabilità furono quelli di De Pezzer e di Malécot. Pousson inventò una sonda a cavatappi chiamata anche sonda a “coda di maiale” la cui estremità a spirale si raddrizzava con un mandrino, per poi riprendere la sua forma una volta in situ. La sonda a palloncino di Foley ebbe un immediato, considerevole ed evidente successo.

Anche affidata alle mani più esperte, la cateterizzazione del prostatico o del soggetto con stenosi uretrale restava un’avventura piena di imprevisti. Pertanto si faceva ricorso al cateterismo solo quando si riteneva che la vita del malato fosse in pericolo.

Nel 1868 Voillemier sperimentò la puntura sovrapubica.

Tipologie

In base alla loro consistenza, i cateteri si possono differenziare in:

  • cateteri rigidi: di materiale sintetico, di uso limitato;
  • cateteri semirigidi: in gomma o in plastica il cui uso deve essere limitato ai casi di stretta necessità;
  • cateteri molli: in gomma, lattice, silicone, silastic etc.., questi cateteri sono da preferirsi in ogni circostanza ed in particolare quando si prevede un uso protratto nel tempo;
  • cateteri autolubrificanti: in PVC rivestito di sostanze che a contatto con l’acqua rendono il catetere lubrificato. Questi cateteri servono per svuotare la vescica o un serbatoio urinario continente in modo intermittente e per dilatare un restringimento uretrale.

In base alla forma dell’estremità prossimale del catetere vescicale, possiamo distinguere:

  • C. di Nelaton: ha l’estremità prossimale arrotondata e rettilinea, è dotato di 1 o 2 fori di drenaggio contrapposti. Viene usato soprattutto nella donna (es. prelievo di urine in maniera sterile per coltura).
  • C. di Mercier: generalmente semirigido. La punta (arrotondata), presenta una angolatura (30° – 45°) per favorire nell’uomo l’introduzione nell’uretra membranosa o prostatica; con 1 o 2 fori di drenaggio. Nei casi di ritenzione urinaria da ipertrofia prostatica.
  • C. di Couvelaire: semirigido, indicato nell’uomo e nella donna in caso di emorragia vescicale (favorisce un buon drenaggio) e dopo intervento di prostatectomia radicale. L’estremità presenta un foro a “becco di flauto” e 2 fori laterali.
  • C. di Tiemann: semirigido, ha l’estremità a forma conica e con un’angolatura di 30°. E’ indicato negli uomini che presentano restringimento dell’uretra.
  • C. conicolivare: semirigido, dotato all’estremità distale di un’olivella. Viene utilizzato in pazienti con uretra stenotica.
  • C. di Foley: molle, autostatico (è dotato all’estremità distale di un palloncino gonfiabile che ne permette l’ancoraggio in vescica). Presenta 2 fori contrapposti e simmetrici. La sua flessibilità ed elasticità assicura un elevato grado di confort al paziente cateterizzato. Il palloncino va gonfiato con 7 – 8 ml di acqua bidistillata o soluzione fisiologica sterile.
  • C. Dufour: semirigido, autostatico, a tre vie (anch’esso è dotato di un palloncino di ancoraggio e la terza via serve per il lavaggio continuo). Ha la punta con una curvatura di 30 °, a becco di flauto con due fori laterali contrapposti. Viene utilizzato in caso di ematuria importante, per vesciche tamponate.
  • C. di Pezzer e C. di Malecot: cateteri in gomma, autostatici, usati in passato nella donna. Ormai in disuso, venivano introdotti tramite un mandrino di metallo (sonda scanalata).
  • Epicistostomia: quando non è possibile drenare le urine per uretram, o in particolari condizioni come durante alcuni interventi chirurgici o nel caso si voglia evitare una lunga permanenza in uretra del catetere può essere utilizzata la puntura sovrapubica.

I cateteri possono essere :

  • a una via (utilizzato esclusivamente per il cateterismo provvisorio);
  • a due vie (una per il deflusso delle urine e l’altra, dotata di valvola, permette la distensione di un palloncino all’interno della vescica per un posizionamento stabile del catetere);
  • a tre vie (una per il drenaggio delle urine, una per il palloncino e la terza per l’irrigazione).

Complicanze

Le complicanze più frequenti del cateterismo vescicale sono:

  • i traumatismi uretrali (creazione di false strade) con successiva formazione di stenosi uretrale.
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