Sovraffollamento Pronto Soccorso: a Roma niente infermieri, bastano le Hostess

Professionisti dell’emergenza? Ma no! Volontari qualificati? Ma lasciamoli perdere! Infermieri? Ma per favore!!! Per risolvere il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso di Roma i politici si sono inventati l’ennesimo – incredibile – sistema per complicare un problema molto semplice. Come abbiamo già segnalato a gennaio (“La rivolta dei Pronto Soccorso: se siamo intasati è colpa dei medici di base“) ci sarebbero soluzioni semplici per decongestionare il flusso in accesso alle strutture emergenziali italiane. Ma a Roma non devono pensarla così, e hanno proposto una contromisura al caos dell’emergenza che – nell’immediato – solleva decise perplessità.
Lunedì 23 marzo negli ospedali San Camillo, Umberto I, Grassi, Tor Vergata, Pertini, San Giovanni, Sant’Eugenio e Sant’Andrea parte la sperimentazione delle “assistenti di sala“. Si tratta di 24 aiutanti che avranno il compito di indirizzare i pazienti al loro arrivo nelle strutture ospedaliere d’emergenza. Fortunatamente è solo una delle misure contro il sovraffollamento dei PS. Le altre – dall’assunzione di nuovi infermieri all’aumento dei posti letto – sembrano avere una logica e, soprattutto, un’affinità con il mondo sanitario.
Perché questi steward ed hostess infatti non saranno nè medici nè infermieri nè – a quanto è dato sapersi – OSS. “Sono Volti amici, persone di cui fidarsi, non medici ma un istante utilissimo di accoglienza che può aiutare a umanizzare e facilitare il rapporto con i pronto soccorso e le strutture ospedaliere che oggi stanno cambiando” come ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Il personale scelto infatti non pare avere specifiche sanitarie di alcun genere.
“Si tratta di un progetto sperimentale quindi sarà importante anche quello che voi ci segnalerete. Sarete il front office immediato della Regione e per cambiare in meglio abbiamo bisogno di voi. Sono molto contento perché questa è un’altra promessa mantenuta”. Continua Zingaretti: “Sperimentiamo questa nuova formula molto innovativa di accoglienza per lanciare un messaggio: stiamo cambiando la sanità del Lazio. Non è impossibile, è difficile ma le promesse che facciamo le manteniamo”.

Ma la sanità si può cambiare senza medici, infermieri, OSS o volontari del soccorso formati? E soprattutto, chi ha deciso che l’umanità del servizio di accettazione a Roma non è adeguata? Di la tua nello spazio commenti

COMUNICATO STAMPA LAZIO SERVICE –  Un servizio di accoglienza e di informazione da svolgere sette giorni su sette nei pronto soccorso e nei Dea delle otto principali strutture ospedaliere di Roma, compresa Ostia, per ridurre al minimo i disagi dei cittadini che si rivolgono al servizio sanitario regionale. E’ quanto offrirà la Regione Lazio a partire da marzo avvalendosi di Lazio Service Spa, che per realizzare il progetto metterà in campo alcuni “steward” formati a espletare le attività di prima accoglienza, informazione e sostegno. Le strutture ospedaliere interessate sono gli ospedali: San Giovanni Addolorata, Policlinico Umberto I, Sandro Pertini, Sant’Eugenio, San Camillo, Sant’Andrea e G.B. Grassi di Ostia. “E’ uno degli obiettivi che ci siamo posti per dare slancio, senza alcun aumento di spesa, ai servizi che Lazio Service eroga alla Regione Lazio – ha spiegato l’Amministratore Unico Massimiliano Raffa – nell’ambito di una visione nuova che impegna parte delle risorse umane aziendali a operare direttamente sul campo a contatto con i cittadini e “per” i cittadini. Nel progetto di rilancio non solo della Sanità, ma anche dell’azione globale dei servizi rivolti agli utenti noi vogliamo esserci. Quella che a breve porteremo a fondere con Lait – ha concluso Raffa – sarà una realtà nuova e dinamica che lascia dietro le spalle una concezione superata di gestione e guarda avanti in un’ottica di rinnovamento e soprattutto di sviluppo”. Soddisfatto dell’iniziativa anche il Presidente della Regione Zingaretti perché, ha dichiarato, “la rivoluzione dei pronti soccorso passa anche per la loro umanizzazione”, e per le nuove iniziative a favore degli utenti quali “ una sorta di TripAdvisor della sanità grazie al quale le segnalazioni o proteste da parte del cittadino saranno sottoposte direttamente all’analisi di un team di esperti”.

 

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