La barella: modelli e utilizzi del tuo primo alleato in ambulanza

In emergenza la barella è un equipaggiamento fondamentale, che cambia a seconda del tipo di intervento da effettuare. Ecco quali scegliere

 

Croce e delizia di ogni soccorritore. Riduttore o amplificatore di mal di schiena. Strumento principe in ambulanza, e principale oggetto di cure e attenzione. La barella è il cuore di ogni ambulanza nel mondo, e il suo scopo finale è sempre uno: trasportare un paziente nel modo più comodo ed efficiente possibile, dal punto in cui si trova fino all’ospedale più adeguato. Con questo articolo vi racconteremo quanti e quali sono questi strumenti medicali, importantissimi per salvare la vita del paziente, e studiati per prevenire infortuni nei soccorritori.

Ricordiamolo sempre: il soccorritore rischia il maggior numero di infortuni non quando solleva o carica sull’ambulanza, ma quando movimenta il paziente dal punto in cui si trova fino alla barella. Per questo le aziende studiano ogni giorno strade diverse, ergonomiche e facilitate, per spostare il peso del paziente da terra al piano di trasporto.

Il modello più semplice: il barellino pieghevole

Ci sono migliaia di modelli oggi sul mercato. Fin dai tempi antichi, greci, romani ed egizi usavano come barelle dei teli, annodati attorno a dei bastoni, per trascinare fuori dai campi di battaglia i feriti. Da questo modello ancestrale è nato l’attuale modello di barellino da trasporto più usato nel mondo, il barellino pieghevole. Alcuni modelli più avanzati possono essere trasformati in sedie portantine d’emergenza. A fianco del barellino c’è poi il più antico e classico sistema di movimentazione pazienti: il telo porta-feriti. Spesso odiato dai soccorritori, è il più antico e semplice degli strumenti di movimentazione, ma anche il più faticoso da gestire (salvo soluzioni innovative e tecnologiche negli strumenti più avanzati).

La barella da recupero: modelli e peculiarità

Ci sono situazioni e interventi di soccorso che richiedono però maggiore specializzazione nei soccorsi e nei dispositivi medici da utilizzare. In montagna, in mare, in zone confinate (per pazienti senza traumi, NON da immobilizzare) il paziente va mosso in modo facile e rapido. La prima barella da recupero che viene in mente in queste situazioni è la barella a cucchiaio. Si tratta di un sistema in due parti concave che si possono posizionare sotto al paziente ferito senza effettuare movimentazioni dello stesso. Una volta chiusa, la barella diventa esattamente un “cucchiaio” che raccoglie il paziente e permette di muoverlo per pochi metri. Se il paziente ha dei traumi che non riguardano il rachide, si cercherà un luogo dove effettuare l’immobilizzazione. Se il paziente invece non è traumatico, si potrà spostare direttamente sulla barella autocaricante per il trasporto in ambulanza. In situazioni molto complesse, come le grotte o gli impianti industriali, vengono usate invece le cosiddette “foldable”. Si tratta letteralmente di barelle da recupero in fogli di polietilene ad alta resistenza, che vengono srotolati e infilati sotto al paziente. Queste barelle vengono poi chiuse con dei lacci e garantiscono il trasporto sicuro verso un punto più agevole dove effettuare i trattamenti sanitari.

La barella toboga o basket: simbolo del MEDEVAC

Fra le barelle che siamo abituati a vedere molto spesso ci sono poi i modelli “basket”. Non sono barelle tradizionali, generalmente non si trovano sulle ambulanze ma sui mezzi dei Vigili del Fuoco. Questo perché le basket sono barelle ideate e create per il medevac, l’evacuazione medicale militare. Inventate negli anni ’30 per la marina militare americana, le barelle basket sono diventate un must to have per spostare pazienti bariatrici. I grandi obesi infatti devono essere movimentati con sistemi ad hoc, perché spesso le barelle autocaricanti non riescono a sostenere carichi superiori ai 250 chili.

L’immobilizzazione: barelle che non sono barelle

Una tipologia di presidio medicale che viene sempre inquadrato come barella ma che se ne differenzia invece è tutta la attrezzatura da recupero del paziente traumatico, che deve essere immobilizzato. L’immobilizzazione serve per preservare il rachide cervicale e – dopo valutazione sanitaria, seguendo protocolli internazionali – viene applicata in casi specifici. Fra le barelle da immobilizzazione più conosciute c’è la tavola spinale, presente in tutte le ambulanze. Una tipologia particolare di spinale è la tavola pediatrica, pensata appositamente per i pazienti con uno scheletro in fase evolutiva. Sempre più utilizzato è invece il materassino a depressione, che può fungere da sistema di trasporto rapido per i pazienti politraumatizzati (per esempio).

La barella per eccellenza: autocaricante per ambulanza

Come ultima barella in questo breve excursus dobbiamo citare le barelle da ambulanza autocaricanti. Si tratta di dispositivi medici pensati esclusivamente per il trasporto del paziente tramite il mezzo di emergenza, e svolgono diversi compiti, tutti importanti. La barella autocaricante ha quattro gambe con delle ruote per raggiungere agevolmente il luogo dove si trova il paziente. Generalmente questa barella ha 2 posizioni possibili: posizione alta e posizione “a terra”. Alcuni modelli hanno una posizione intermedia, per agevolare la seduta dei pazienti atraumatici, mentre altri – soprattutto per ridurre gli affaticamenti dei soccorritori, hanno 5 o più posizioni intermedie. In questo modo alzare la barella non diventa più uno sforzo pesante per la schiena dei due soccorritori operanti, ma viene ridotto a piccoli e graduali movimenti.

Prevenzione del mal di schiena da barella

Quello che ancora oggi è un problema per i soccorritori è riuscire a operare correttamente per non sovraccaricare il rachide dorsale e lombare durante gli spostamenti del paziente, che è un “carico”. I sistemi di sollevamento della barella possono essere di tre tipi. autocaricanti a molla, oliopneumatici oppure elettrici. Le oleopneumatiche sono ormai un ricordo del passato: pesanti, difficili da manovrare, sono state rimpiazzate da più semplici ed efficaci motori elettrici. Ma se le prime barelle autocaricanti avevano strutture e meccanismi penalizzanti rispetto alle barelle a caricamento elettrico, oggi il divario si è ridotto. Le autocaricanti a molla si sono evolute pur mantenendo costi di accesso al prodotto molto bassi. Le elettriche invece fanno sempre riferimento a un modello unico, con gambe a X e sistemi di sollevamento costosi. Le elettriche infatti si alzano e si abbassano da sole, ma poi devono essere caricate in ambulanza. Ci sono quindi sistemi di caricamento in ambulanza elettrici che annullano gli sforzi di sollevamento da parte dei soccorritori. Ma attenzione: i dispositivi che si utilizzano devono essere sempre conformi alle legislazioni, e non ridurre gli spazi di operatività dei soccorritori a bordo della ambulanza. Quindi, prima di un acquisto, è sempre bene valutare quale barella scegliere:

  • Valuta il budget che hai a disposizione
  • Valuta il numero e l’età media dei soccorritori che useranno la tua barella
  • Valuta il rapporto peso / numero di altezze variabili
  • Valuta la semplicità dei meccanismi e di uso
  • Valuta l’assistenza del produttore

Proprio l’assistenza è un punto cardine. La barella è un dispositivo che deve essere revisionato periodicamente. Scegli che barella comprare anche in base all’integrazione che ha nel tuo “sistema” ambulanza: aggiunte, dispositivi integrati e soluzioni pensate in simbiosi come agganci, tavolini, portaflebo o portaossigeno sono molto importanti. Sapere anche ogni quanto dev’essere fatta manutenzione, e quali carichi di lavoro svolgono le tue barelle, è fondamentale per la tua sicurezza!

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