Volontariato o lavoro nero? In Molise rimborsi forfettari fino a 800 euro al mese

Farà certamente discutere l’articolo redatto dal quotidiano molisano Primo Numero, che denuncia come la regione Molise abbia deciso di dare un riborso fisso senza giustificazioni di spesa. Un rilancio sul tema del lavoro nero che preoccupa proprio nel momento in cui dovrebbe essere più alta l’attenzione per assunzioni e riduzione del precariato

ambulanza-notteCAMPOBASSO – 51 euro per un turno da 12 ore, senza rimborsi spese, senza scontrini, senza noie. Tu fai il turno e a fine mese passi in cassa. Un sistema che può essere chiaramente sfruttato per prestare lavoro in nero, senza tutele, senza ferie, senza malattia e senza coperture assicurative.

La denuncia arriva dal quotidiano Primo Numero e la riprendiamo per gravità e dimensioni. La giornalista Assunta Domeneghetti ha realizzato quella che possiamo definire come una vera e propria bomba giornalistica, scoperchiando anche in Molise quello che le Iene avevano già iniziato a verificare nel Lazio: cioè l’utilizzo del volontariato come copertura fittizia di prestazioni lavorative in nero.

Della questione si è interessato il Movimento 5 stelle e il presidente della Croce Azzurra Molisana, che nell’articolo spiega come il volontario del 118 in Molise sia “una figura che non esiste, in realtà per molti si tratta di un vero e proprio lavoro col quale arrivare a guadagnare anche 800 euro al mese. E questo succede perché ci atteniamo a ciò che ha imposto la Regione Molise”.

Ma cosa ha imposto l’ente regionale?

Con una delibera regionale è stata attivata la possibilità di stringere convenzioni con associazioni di soccorso del territorio. Queste, oltre ai costi di chiamata e di attivazione del mezzo con un autista soccorritore, hanno la possibilità (ove ravvisato) di attivare una seconda persona a bordo dei mezzi, che viene pagate 51,48 euro per ogni turno di servizio da 12 ore.
Tutte le associazioni in convenzioni ricevono questa somma dalla Regione Molise per i “volontari” che fanno servizio. Questi però non sono tenuti a rendicontare le spese di servizio. “Siamo obbligati a dare questo gettone di presenza – spiega al giornale Primo Numero il presidente della Croce Azzurra Sergio Tammaro – altrimenti ci depennano dalla convenzione”. Il motivo di questo processo? La convenienza economica: alla Regione costerebbe molto di più assumere personale adeguato piuttosto che dare un forfettario. Inoltre risparmia sui controlli perché, se non ci sono scontrini da controllare, la validità della convenzione non corre rischi.

Il ragionamento costo/beneficio messo in piedi dalla Regione però ha un problema legislativo grave. Il volontariato diventa lavoro nero, e i controlli sul volontariato li dovrebbe fare la Regione stessa, che ovviamente faticherebbe a trovare se stessa “in castagna”.
A sottolineare il problema non è solo la Croce Azzurra Molisana, nè soltanto i consiglieri del Movimento 5 Stelle che siedono in Regione Molise. Ad oggi – scrive Primo Numero – i volontari impiegati nel servizio 118 ricevono un rimborso forfettario per un totale di 1 milione e 200 mila euro annui.

Come mai è esploso il bubbone? Perché oltre al lavoro nero è emerso lo sfruttamento. Qualche “volontario” non ha ricevuto i pagamenti promessi e si è rivolto agli avvocati. Secondo la ricostruzione di Primo Numero esiste anche qualcuno che trattiene percentuali sui rimborsi forfettari.

I dubbi sulla questione li ha sollevati anche il direttore del 118 del Molise, Fedele Clemente. CONTINUA A LEGGERE QUI

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