Conoscete davvero i presidi in ambulanza? Arriva il corso EMA per professionisti del soccorso

Prendere confidenza con i presidi in ambulanza ed evitare problematiche serie durante le emergenze reali è molto importante per i professionisti del soccorso!

Le complicazioni che possono emergere durante le uscite in ambulanza sono diverse e il team di Italia Emergenza questo lo sa bene! Per questo il corso EMA (Emergency Medical Ambulance) vuole partire dagli elementi comuni, che sembrano per certi versi anche banali, ma che durante l’approccio in emergenza possono rivelarsi essenziali e imprescindibili.

Il corso EMA, attraverso 3 giornate formative (14 – 16 giugno), permette agli infermieri, ai medici dell’emergenza di conoscere i dispositivi a bordo dell’ambulanza. Il partecipante entrerà in possesso non solo delle certificazioni minime richieste dall’ ente locale per lavorare in 118, ma acquisirà le competenze pratiche per gestire le urgenze ed emergenze che più comunemente si presentano in un turno di lavoro e che, ad oggi, vengono affrontate sempre in modo differente tra un’equipe e l’altra.

Seguendo le linee guida ILCOR, questo corso dà la possibilità di accedere a moduli integrativi di formazione su ACLS e permette ai discenti di ottenere certificazioni E-Card, Attestato American Heart Association, Attestato PTC Base SIAATIP/SIE, Attestato Workshop Italia Emergenza – E.R. Academy.

 

Com’è nata l’idea di creare questo corso?

“È nato tutto da un interrogativo che noi del team Italia Emergenza ci siamo posti su un’eventuale formazione di base introduttiva o che in qualche modo avrebbe potuto suscitare interesse nel professionista che ha intenzione di intraprendere il percorso lavorativo all’interno del 118. Abbiamo realizzato che un vero e proprio percorso specifico non esiste, se non attestati di requisiti minimi che l’ente locale richiede per poter svolgere la professione sanitaria all’interno del 118. Per cui abbiamo pensato che, oltre a proporre le attestazioni minime, avremmo potuto pensare un percorso formativo relativo a tutto ciò che fa da contorno al lavoro in 118, come il PTC e il BLS. L’essenziale è conoscere i presidi in ambulanza, sapere con chi si lavora, quali sono le emergenze più comuni che possono subentrare, una piccola guida al triage in ambulanza. In sostanza il nostro scopo è fornire questa formazione minima, sotto forma di training avanzato in modo da far acquisire a tutti i partecipanti le sfumature del lavoro in 118, uscendo un po’ dai compartimenti stagni in cui è strutturato il 118.”

 

Come verrà strutturato il corso e quali strumenti fornisce?

“Il corso intero è strutturato in 3 giornate, estendibili a 4. Avremo la prima giornata in cui il partecipante segue un BLS healthcare provider sul modello American Heart Association, la seconda giornata sarà dedicata ad un workshop, integrabile con corso ACLS American Heart e la terza giornata si seguirà il corso PTC. Il workshop sarà incentrato interamente in prove pratiche e tecniche con l’esposizione dell’ambulanza e di tutti i presidi a disposizione e poi ci sarà la possibilità di aderire al programma “on-the road” e quindi salire su un’ambulanza come spettatore volontario in un turno effettivo di 118, il tutto seguito da un tutor di ER Academy o da un tutor di Italia Emergenza.”

 

Quali sono ad oggi, secondo voi, le vere competenze che occorre acquisire per lavorare in 118 e che Italia emergenza può impartire ai partecipanti dei suoi corsi?

“Per noi una delle competenze imprescindibili per questo lavoro è la conoscenza approfondita del territorio in cui si lavora, delle strutture di destinazione, andando anche oltre lo schema di trattamento di alcune emergenze più comuni. Occorre senza dubbio un approccio estremamente logistico di un soccorso nel territorio. Purtroppo non esiste ad oggi in Italia un’unificazione dei comportamenti, che vengono giustificati con la relatività delle situazioni, del soccorso, della scena, dell’elemento di pericolo e dalla città in cui si lavora. La nostra ambizione è quella di creare un’unificazione dei comportamenti offrendo un percorso comune che èuò essere valido a Roma, come in altre città italiane, non può con una diffusione a macchia di leopardo.”

 

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